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L'amore oltre le barriere digitali: un uomo giapponese sposa un videogame
di Andrea Chirichelli
I giapponesi, si sa, hanno gusti un po' particolari. Nene Anegasaki e un uomo conosciuto solo come Sal9000 (omaggio al capolavoro di Kubrick?), si sono finalmente sposati lo scorso weekend, cosa che normalmente non dovrebbe stupire se non fosse che Nene (discreta gnocca, peraltro) non è un essere umano ma la protagonista del videogioco per Nintendo Ds Love Plus.
Sal ha fortemente voluto celebrare una vera cerimonia, con tanto di bacio alla sposa (un Dsi LL), ma senza lancio di bouquet, per evidenti motivi, che si è tenuta a Guam, piccola isola dell'arcipelago delle Marianne, molto frequentata dai giapponesi come meta turistica.
Love Plus è un simulatore di appuntamenti, genere poco apprezzato in occidente ma molto popolare in Giappone, nel quale il giocatore può interagire con tre ragazze alla ricerca dell'amore della sua vita. Il gioco è molto più complesso e approfondito dei classici del genere (Tokimeki Memorial), tant'è che Konami, l'azienda produttrice, ai tempi della sua uscita l'estate scorsa, pose l'accento sul "realismo" della simulazione: 25000 frasi, 5000 eventi, 150 sequenz[e] in com[p]uter grafica, la possibilità di conoscere ogni ragazza, toccarla col pennino (non fatevi venire strane idee, non è un gioco vietato ai minori...) chiacchierare con lei e aiutarla negli studi.
Una peculiarità di Love Plus è quella di non avere mai fine (come l'amore vero, no?): il gioco non ha un obbiettivo preciso e, come Nintendogs e Animal Crossing (quest'ultimo tarato per 30 anni di vita ludica), teoricamente può essere giocato in eterno. A voler prendere la notizia per quello che probabilmente è, ovvero un modo come un altro per acquisire i classici 15 minuti di notorietà internazionale di warohliana memoria, si potrebbe notare che effettivamente avere una ragazza che si accende e spegne alla bisogna (a voler essere proprio ferocemente maschilisti), è un'ottima cosa.
Alcuni, commentando la notizia sono immediatamente partiti in quarta a definire il fatto (seppur in modo tangente e non diretto) come una dimostrazione tangibile di un problema serio e reale quale è l'hikikomori, ovvero il fenomeno che coinvolge milioni di giovani giapponesi che decidono di punto in bianco di isolarsi dal mondo esterno e di "vivere" solo attraverso la Rete per le più svariate ragioni (rifiuto del contatto umano, desiderio di sentirsi protetto, paura di affrontare il mondo reale).
In questo caso però ci sembra che la notizia sia a suo modo molto "vintage" e ci riporta agli anni '80, anni in cui il Giappone rappresentava per tutti gli appassionati di videogiochi ed elettronica, una sorta di terra promessa, lontana e misteriosa mentre da noi arrivavano notizie mai verificate di avvenimenti incredibili e bizzarri (come le "code" chilometriche per l'uscita di una nuova console o videogioco, che tutti spesso irridono ma delle quali non si sottolinea mai il fatto che siano ordinate e poco caotiche, provate a confontarle con quelle "all'italiana" dei saldi nostrani..).
Noi di Wired non possiamo per ora che augurare a Sal9000 di trovare, magari conoscendola via internet o ad un geek party, una controparte "reale": nel frattempo auguri a lui e a Nene...
(fonte: wired.it)
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