Mitsuki VS Scarlet

[Kira Lushia]

L'albina, annoiata e alquanto adirata per l'arroganza del vampiro - particolare che contraddistingue tutta la sua specie - era pronta ad un faccia a faccia con quest'ultimo.
Le basta schioccare le dita per trasmutarla, il suo roseo e bianco abito magico che le fungeva da armatura dava alla celestiale un tocco di eleganza in perfetta sincronia con il suo modo di combattere. L'aspetto innocente e puro della giovane non avrebbe comunque spaventato il vampiro, lo sapeva, ma non era ciò a cui aspirava.
Il suo pregiato frammento si staccò dal collarino, assumendo la forma di una lunga asta. In simbiosi con il suo potente catalizzatore di energia, non avrebbe temuto l'arrogante individuo.
Lo attese trepidante, scrutando il cielo azzurro.

[Scarlet Symphony]

Una celestiale, quella non era la prima volta che doveva vedersela con uno di loro e ogni volta si erano dimostrati un eccessiva fonte di fastidi. Tutti agghindati con orpelli inutili e di scarso gusto, come fossero alberi di natale venuti male.
Quella Mistuki non sarebbe stata certo diversa dagl'altri, avrebbe sicuramente fatto la loro stessa fine schiacciati sotto l'enorme divario di potere che li separava. Ma quella volta c'era qualcosa nell'aria, non riusciva a scacciare quella sensazione che lo infastidiva fin da quando si era alzato, sentiva chiaramente che qualcosa non andava, che qualcosa era diverso dal solito.

Era consuetudine che un celestiale proponesse il combattimento in pieno giorno, erano una razza troppo codarda per scegliere di combattere nel regno dei vampiri, la notte, con la grande signora pallida che li guardava dall'alto e gli infondeva tutta la sua candida, violenta ed inarrestabile potenza distruttrice.
Ciononostante, come tutte le volte, non si sarebbe tirato indietro, sarebbe andato lì anche se in svantaggio, avrebbe guardato il suo nemico deridendo l'assurdo modo in cui era vestito, lo avrebbe schiacciato senza problemi, massacrato, torturato, ucciso, dilaniato, gli avrebbe strappato il cuore mentre era ancora vivo ed infine se ne sarebbe cibato. Ancora caldo e pulsante, eccitandosi ai caldi rivoli di sangue che gli scendevano per la gola.
A quel pensiero provò un brivido lungo la schiena, aveva sete. Una sete irrefrenabile. Voleva il sangue di quella celestiale, voleva vederla soffrire, chiedere perdono per quell'assurda impudenza, piangere disperata mentre la torturava senza pietà, mentre la uccideva. Desiderava il suo sangue, e lo avrebbe ottenuto a qualunque costo.
Ma il suo desiderio venne presto spezzato da un pensiero, da una legge a cui persino lui si era piegato, una legge assurda, innaturale e indegna. Danmaku. Una parola che odiava, che disprezzava dal profondo del cuore, nonostante ormai fosse stato costretto ad abituarcisi. Una legge che impediva di uccidersi a vicenda durante un duello. Quel pensiero fece montare la sua rabbia, desiderava sangue e lo desiderava subito!

Quando arrivò alla radura, lei era là, in piedi, immobile, che fissava il cielo.
Di solito adorava fare entrate di scena spettacolarmente terrificanti, oscurare il sole con un nugolo di pipistrelli, scuotere le fronde degl'alberi con lo sbattere delle sue ali, invocare spiriti maligni o far piovere sangue. Ma quella volta non fece nulla, si limitò a planare nella zona in cui si sarebbe svolto il combattimento, facendo ondeggiare il suo lungo mantello di tenebra, l'unica cosa che lo proteggeva dall'infausta luce solare.
Aveva commesso un gravissimo errore, si era lasciato prendere dai suoi pensieri e ora la sua mente era offuscata dal desiderio, voleva sangue, caldo ed eccitante. Ardeva dal desiderio di quel succoso nettare caldo dal gusto metallico, ma la legge glielo impediva. Non avrebbe potuto ucciderla... Non avrebbe potuto strappargli il cuore... Non avrebbe potuto berne il sague... Almeno finché quella legge sarebbe esistita... Finché fosse stata rispettata... Finché qualcuno non avrebbe infranto quel taboo...
Tirò un lungo sospiro, poi alzò lo sguardo verso quello di Mitsuki, ferma in attesa.
- Buongiorno Mistuki. La vostra razza è così vigliacca che devo ammettere credevo non ti saresti mai presentata. Ma sono felice di vedere che mi sbagliavo. Sai... oggi ho proprio una gran sete. Che dici di offrirmi da bere? Potresti offrimi un pò del tuo sangue. Oppure preferisci che me lo venga a prendere di persona?

[Kira Lushia]

L'albina vide arrivare davanti a sé la creatura delle tenebre, con il suo lungo mantello oscuro che lo riparava dal sole.
Giusto.
Non aveva minimamente pensato al problema del sole, non essendo un problema comune e amando le belle giornate, non ci aveva pensato e le era sfuggito completamente. Pensò di essersi resa probabilmente ridicola, avvantaggiandosi forse perchè aveva paura, ad ogni modo non aveva dato di sé una bella impressione e le toccava rimediare a quella dimenticanza.
Scrutò il vampiro, assorto nei suoi pensieri, e lo ascoltò parlare. Si rivolgeva a lei con la solita arroganza vampiresca che detestava.

- Buongiorno Mistuki. La vostra razza è così vigliacca che devo ammettere credevo non ti saresti mai presentata. Ma sono felice di vedere che mi sbagliavo. Sai... oggi ho proprio una gran sete. Che dici di offrirmi da bere? Potresti offrimi un pò del tuo sangue. Oppure preferisci che me lo venga a prendere di persona?

Vigliacca, eh? Mitsuki non si sarebbe tirata indietro davanti a nulla, anche a costo di morire. Era ciò che le aveva insegnato Marisa e il suo orgoglio era troppo grande per permetterle anche solo di arrendersi in momenti disperati. Anche la sua custode e Tenshi erano orgogliose e forti - tralasciando le sadiche manie di quest'ultima - per cui si domandò che celestiali avesse mai conosciuto per essersi fatto un'idea così assurda di loro.
Quando citò il sangue pensò un attimo alla mezza vampira. Quante volte le aveva dato da bere in situazioni critiche? Le scappò una risatina, ricordava la sensazione di disagio, il dolore del morso e la testa che le girava per il sangue che veniva risucchiato. Per fortuna non era umana, altrimenti il suo sangue non si sarebbe rigenerato mai tanto in fretta da impedirle la morte.

-Perdonami Scarlet-san, non capisco da cosa ci reputi vili ma io non sono tra questi e non vedo l'ora di giocare con te! Sono felice di combattere, sei una persona che davvero stimo... tralasciando l'arroganza vampiresca che non sopporterò mai ma almeno ti differenzi in qualcosa da "quell'altra".-
Sorrise, teneramente. Poi, parve accorgersi del problema.
-Oh, perdonami ancora ma non avevo minimamente pensato al problema del sole, sono alquanto sciocca e non ho tenuto conto delle tue esigenze. Vogliamo cambiare paesaggio? Anche una caverna andrà bene purchè tu possa combattere al massimo delle forze!-
Spiegò, inchinandosi per il dispiacere.

[Scarlet Symphony]

"Anche una caverna andrà bene purchè tu possa combattere al massimo delle forze!"
Si, quello dimostrava quanto Mistuki fosse "sciocca", per non dire molto peggio...
Fu un istante, un lampo rosso fulmineo scaturì dalla sua mano e scoccò con un sibilo sfiorando di poco il volto di Mistuki.
- Oh cavolo! Scusa non volevo mancarti! Sai è stato un gesto impulsivo non del tutto volontario!
Quella insulsa piccola bambinetta agghindata in modo ridicolo non smetteva di prendersi gioco della razza che un tempo incuteva timore persino agli dei. Una caverna... credeva davvero che un sudicio buco nel terreno potese cambiare le cose? Era davvero così limitata la sua mente da non capire cos'era che faceva davvero la differenza?!
Bastò quell'impulso di rabbia per far aumentare ancor più lo smisurato desiderio di sangue che tratteneva a fatica.
Il primo danmaku era stato scagliato, non c'era bisogno di attendere ancora oltre, il combattimento era cominciato.

[Kira Lushia]

Chiuse gli occhi, per poi riaprirli. Ci era andato davvero vicino, ma non l'avrebbe presa subito, non era ciò che gli leggeva negli occhi. Lui voleva divertirsi, voleva riversare la sua rabbia, voleva sfogarsi.
Si calmò subito, stringendo la sua asta senza timore. Non sarebbe scappata, non avrebbe avuto paura e le regole di Gensokyo erano chiare ad entrambi.
-Oh, non volevo offenderti.- gli disse, ironicamente. -Ma alla fine sei come tutti gli altri, hai perso cento punti stima, peccato.- aggiunse, assumendo un'espressione seria e disgustata.
Un movimento del polso e le sue carte francesi che si disponevano a cerchio attorno al suo corpo lasciavano presagire l'inizio del gioco. Con rapidità ne prese una a caso, portandola dinanzi a sé.
-Fiori. Eleganza e raffinatezza, cosa di cui vi mascherate ma è solo apparenza, ne siete proprio sprovvisti, voi.-
Dimenticò i dialoghi, inutili con un vampiro che desiderava solo combattere e dissanguarla, anche se continuava a domandarsi come potesse bramare il sangue di una sua contraria e, sopratutto, quali strani effetti avrebbe potuto fare se fosse accaduto. Ma se fosse accaduto lei avrebbe già perso, per cui dovette rinunciare a quegli stupidi pensieri, reclamare a sé le altre carte e prepararsi al primo impatto.
Il suo danmaku l'aveva scagliato, voleva dire che l'onore di aprire le danze era suo. Non sarebbe nemmeno riuscita a studiare prima il suo metodo di combattimento, era davvero una seccatura, ma tanto valeva partire con qualcosa di semplice per intrattenere il suo maleducato sfidante.
Davanti a sè formò un cerchio di carte di fiori, che si disposero lungo il perimetro come a formare due colonne intrecciate che si andavano via via allargandosi o restringendosi ritmicamente mentre le carte roteavano su se stesse.
L'albina restò in attesa delle mosse dell'avversario mentre il pattern dei suoi danmaku iniziava il suo flusso.

linea nera: percorso colonna 1
linea grigia: percorso colonna 2
entrambe sono uguali, sono colorate in modo differente per distinguerle, sono ovviamente percorsi, i danmaku hanno uno spazio medio tra ognuno di loro.
Stella rosa: Mitsuki
Stella rossa: nemico