Testo, poesia, scegliete voi... non che seguito "non ufficiale" del precedente Touhou: One, two, tree, four, five...
Nato dal continuo desidero di voler continuare quella mia piccola perla, ecco qui un "breve" testo.
Qualitativamente parlando nn saprei come definirlo.
L'idea è cambiata man mano lo scrivevo e ora sono indeciso tra il "mi piace" e "no, fa cagare".
A voi la scelta.
Ah, per una meglio comprensione consiglio l'ascolto di My funeral dei Dark Funeral, fonte ispiratoria.
Qui inserisco il video "ufficiale" e "non censurato", quindi non adatto ad un pubblico giovane e facilmente impressionabile.
Consiglio una prima visione del video da solo e poi una lettura con musica a palla, così da comprendere meglio... il mio discutibile stato mentale.
[Utente ucciso per aver postato un video dai contenuti forti non adatto ad un pubblico giovane. Le foto delle sue spoglie esanimi saranno la copertina del nostro prossimo disco. Se non coglierà la citazione sarà ulteriormente eliminato da Youmu. ndU]
Per questa è altre poesie visitate il sito http://grimmreaper.altervista.org/La porta alla fine fu aperta.
L'unico limite concessomi era caduto.
Sto per uscire dalla stanza è uscire nel mondo esterno.
Anzi no, entrare, perché ora io sto per tornare a nuova vita.
Che luce intensa.
E come se venissi al mondo.
Mi manca il respiro.
Ma cosa succede?
Sono rinata?
Dopo il baiore... dopo il bianco... nient'altro che mura.
Ho abbandonato l'oscurità per questa luce a me ormai divenuta già disgustosa.
Nonostante abbia superato il mio limite,
tu me ne devi offrire uno sempre più arduno.
Vero, mondo?
La stanza è strana.
Lunga, senza fine, ma al contempo stretta e claustrofobica.
Il suo pavimento, le sue mura, tutto è del colore della mia ambrosia.
Sete.
Ho sete.
Una gran sete.
Lecco il pavimento, fino a consumarmi la lingua,
rimanendo secca e con un amaro sapore in bocca.
-Mondo ti ho leccato i piedi, hai visto? Ora ripagami!-
Una scia sul soffitto passa sopra di me.
Cadono... stelle?
Le ho conosciute solo sui libri, ma toccarle... mai l'avrei immaginato.
Guarda così e bianca, ma se la giro è nera.
Donatrice di stelle tu scendi vicino a me.
Sei bianca o nera?
Angelo o demonio?
Sei fatta come il mio cibo,
odori come il mio cibo,
tu sei il mio cibo!
Che fare?
Cosa fare?
Col cibo non si gioca, ma io mi sto annoiando,
quindi ti tratterò come la sorellona.
-Posso ucciderti?-
Perché scappi, voglio solo giocare con te.
Mi colpisci, mi lanci colpi diversi, ma niente riesci a farmi.
Un colpo mi tocca il viso e qualcosa scende dalla mia guancia.
Cibo!
Com'è posibile?
Io sono io, non sono cibo.
Perché esce cibo dal mio viso?
Perché ora il mio corpo odora come il cibo?
Perché io sono il cibo?
Cosa è il cibo?
Chi è il cibo?
Chi sono io?
Buio...
Ah, mio amato buio.
Finalmente torni da me.
Perché mi sento sporca?
Cosa?
Tu giaci li a terra.
Del nettare zampilla dal tuo collo, come una fontana.
La mia bocca ne è piena e io ne sono dissetata.
Una pioggia rossa cade su di me, come una piaga egizia.
Le gocce si accumulano sul mio candido vestito bianco.
All'inizio mille disegni,
poi sempre meno
e alla fine un'unica macchia rossa.
All'inizio eri così rossa, e ora bianca...
come quel baiore di luce.
E io invece rossa,
come questo fiume che percorre la stanza,
il mondo.
Alla fine non sono uscita nel mondo esterno,
ma entrata in un nuovo limite.