Stage 17 - Reitaisai
Mancavano poche ore al Reitaisai e l'albina si era intestardita sul fatto che dovesse lasciare un'importante traccia di sé. Non era ben conosciuta se non come l'allieva danmakufobica di Marisa e non le sembrava un aggettivo appropriato per una ragazza che aveva appena mandato al diavolo i suoi genitori per realizzare il suo sogno e tra i suoi sogni c'era quello di essere conosciuta e amata.
Erano ormai ore che scarabocchiava foglietti con frasi e poesie insensata, Marisa intanto le girava attorno come un avvoltoio cercando di capire cosa stesse combinando.
Da quando era tornata a casa le aveva fatto molte domande, era ancora preoccupata per il suo stato fisico dopo le tentate possessioni della youkai degli specchi e non era riuscita ancora a farsi dire come mai Mitsuki volesse ad ogni costo parlare con lei.
D'altro canto, l'albina, era riuscita a scoprire che Kagami era stata sigillata in uno specchio chiuso nel deposito del tempio Hakurei e stava già progettando un modo per poterlo prendere. Ovviamente aveva preso l'informazione quando, il giorno prima, Mayumi le aveva fatto visita per accertarsi sul suo stato di salute e per raccontarle cose aveva scoperto della youkai in questione. Mitsuki le aveva rivelato le parole di Kagami e Mayumi era rimasta perplessa a sapere che Mitsuki fosse difesa da qualcosa o da qualcuno di potente. L'albina era inquieta poiché non immaginava chi fosse a proteggerla e non ne conosceva il motivo.
Fissò il Melodic Prism appoggiato sulla scrivania e pensò ai suoi strani poteri e alla discussione dei suoi genitori. Poteva esserci un collegamento?
Dopo aver appallottolato e gettato via l'ennesimo foglio, l'albina sbuffò.
Si issò dalla sedia, cercando di distogliere l'attenzione dal lavoro che stava facendo per trovare ispirazione in qualcos'altro.
Sistemò i suoi vestiti dell'armadietto in camera sua finchè il suo sguardo non ricadde sul top nero e la gonna in tartan rosso regalatole da Alice. Scostò lo sguardo, nervosa. Ancora una volta il suo pensiero era andato alla persona dal carattere peggiore a Gensokyo.
Forse non era davvero la peggiore, tuttavia sapeva di aver corso dietro ad una causa persa poichè Alice amava la sua maestra.
Quel pensiero la rese ancora più nervosa di prima, dato che il cuore dell'albina accellerava i battiti quando si parlava di Marisa e si rese conto che accadeva in modo peggiore rispetto a quanto succedeva con Alice. Era chiaro come il sole che era aveva perso la testa per la sua maestra ma cercava di non darlo a vedere.
Chiuse l'armadio e tornò a sedersi alla scrivania, sbuffando. Davanti a lei un altro foglio bianco e una penna.
Tentava di scrivere una canzone per il festival da ormai due giorni, praticamente da quando era tornata a casa.
Eppure, dopo una decina di fogli scarabocchiati, non era riuscita a concludere nulla.
E il Reitaisai si avvicinava sempre di più, mancavano poche ore e sarebbe stato l'ultimo giorno dell'anno di Gensokyo, il quale cadeva di primavera.
Ricominciò a scarabocchiare qualche parola sdolcinata prima di prendere nuovamente il foglio e di buttarlo per terra, adirata poiché non riusciva a trovare ispirazione.
Si alzò, i fogli ancora bianchi e i pensieri sotto sopra. Il suo cuore era un bel miscuglio di rabbia, odio e amore, il che non contribuiva a farla stare meglio. Cercò per cui di pensare all'imminente Reitaisai che si trattava di uno splendido festival al tempio e quell'anno vi avrebbe partecipato assieme alla sua maestra e ai più potenti youkai di Gensokyo.
Il suo cuore palpitò, il suo viso arrossì. Lo lasciò andare, trascinandosi nuovamente alla scrivania per buttar giù i suoi pensieri di quel momento.
Le sembrò di scrivere una marea di sciocchezze, frasi stupide e insensate. Eppure, pensò, che potevano avere molte interpretazioni e molti metodi di lettura. Metafore, forse. Oppure si stava solo auto convincendo di scrivere un bel tema.
Rilesse le poche righe abbozzate sul foglio pensierosa, quando la porta si aprì e apparve Marisa alle sue spalle.
-Ohi, Mitsu! Metti su qualcosa che andiamo a farci una camminata!-
L'albina si voltò verso la maestra e notò che si era messa la mantellina ed era già pronta per uscire.
-Dove si va?- chiese, seguendo la maga nera giù per le scale.
-Andiamo a farci una passeggiata, è primavera ormai!- disse lei, aprendo la porta e attendendo l'allieva oltre l'uscio.
Mitsuki si infilò la sua mantella rosa e prese la sua scopa, chiudendo la porta di casa dietro di sé.
Le due si alzarono in volo, sorvolando la zona e le cime degli alberi della foresta in cui abitava ormai da quasi un anno.
-...sensei...è quasi un anno che studio magia.- disse l'albina, osservando la maestra.
-uhm, si, giusto. Faremo una bella festicciola quel giorno!- disse Marisa, ridacchiando. Mitsu sorrise.
-Non perdi occasione per fare feste, eh?- rispose, pensando a Suika e al suo inseparabile sakè.
-Come non festeggiare il primo anno di studi della mia allieva preferita?- Mitsu scoppiò a ridere.
-Nonchè l'unica!-
-E certo, già è faticoso insegnare a te, non voglio altri allievi!- disse la maga nera.
Ridendo, le due maghe sorvolarono il Misty Lake, raggiungendo il Koumakan, ma non si fermarono e svoltarono a destra.
-Dov'è che andiamo?- incalzò l'albina.
-Te l'ho detto, facciamo una passeggiatina così!- disse la maga, osservando sott'occhio l'albina.
-Nee...sensei...io sono una brava allieva?- chiese all'improvviso la ragazza. Marisa sorrise.
-certo che lo sei.- Mitsu arrossì.
-Ma...con le pozioni abbiamo smesso e ora sto facendo solo incantesimi di livello facile...- aggiunse.
-Non sei portata per le pozioni, sei più per la magia in sè per sè.- spiegò Marisa -ho notato una forte affinità con gli incantesimi offensivi...una cosa che non mi dispiace affatto da zé.- concluse, fissando Mitsuki negli occhi.
L'albina rimase sorpresa da quello sguardo e arrossì. La domanda successiva le scappò prima che potesse fermarla.
-Pensi che possa diventare brava come te?- Marisa distolse il suo sguardo dalla ragazzina.
-No, io sono la migliore da zé!- disse sicura. Mitsuki ridacchiò, si aspettava quella risposta. -e comunque...- continuò -sei la mia allieva, diventerai sicuramente brava quanto me.- concluse.
Mitsuki strinse il manico della scopa, tremando. Non sapeva se per sollievo o se perchè la donna che amava le aveva appena detto delle splendide parole.
Ormai Marisa era diventata tutto per Mitsuki, non era solo un punto di riferimento molto importante ma anche qualcuno a cui stringersi e cui raccontare tutto ciò che le accadeva.
Avrebbe voluto stringerla.
Tornarono a casa dopo un'altra silenziosa e tranquilla mezz'oretta di volo. L'albina si lanciò in camera sua, sedendosi accanto alla scrivania e prendendo la penna. Non era chiaro perchè il suo pensiero era fisso sulla sua maestra nè perchè nella sua testa gironzolavano le bellissime frasi dette da Marisa poco prima, però utilizzò il tutto come catalizzatore per poter scrivere qualcosa di sbalorditivo, che esprimesse i suoi sentimenti.
Così passarono le ore e la notte stessa diede posto al mattino del Reitaisai.
-Cantare?!- esclamò stupita la sacerdotessa, mentre sistemava le ultime stoviglie assieme a Suika. Ormai gli invitati erano prossimi all'arrivo e Suika, assieme a Marisa, stavano aiutando Reimu a mettere a posto piatti e bicchieri vari.
-Si.- rispose l'albina, sicura di sé stessa. Stringeva tra le mani il testo della canzone che aveva scritto la sera prima.
-è inusuale...di solito c'è Mystia che canticchia e le Prismriver che suonano qualcosa...- disse Reimu, sconcertata. -come suonerai la tua canzone?- chiese lei. Mitsuki la fissò per un attimo spaesata.
Suonare? Chi aveva pensato a suonarla?
L'albina chinò il capo, sconfitta. Non ci aveva minimamente pensato.
-Aspetta... forse...- non poteva mollare proprio adesso che mancava poco. Si decise ad andare dalle sorelle poltergeist, sperando di poter arrangiare una semplice base. -Torno subito! Vedi di riuscire a darmi uno spazio, ok?- chiese l'albina, prima si scappare sopra la sua scopa.
Reimu restò a fissarla alquanto scettica, mentre la maga nera le si avvicinò pensierosa.
-ma daglielo sto spazio, no? Tanto, oltre a bere e....bere, non facciamo altro zé!- disse ridacchiando. Reimu sospirò.
-guarda, se vuole cantare può pure farlo, ma come farà a mettere su la base in poche ore?-. Marisa rise.
-non sottovalutare la mia allieva!-
Il Festival iniziò come al solito, con tutti gli youkai più significativi di Gensokyo che si erano riuniti per bere e festeggiare insieme l'ultimo giorno dell'anno e l'arrivo dell'anno nuovo.
Marisa, Reimu e Yukari, assieme all'ubriaca Suika, sorseggiavano il sakè ridacchiando e parlando ad alta voce del più e del meno. Accanto a loro, Lady Yuyuko mangiava con appetito tutto ciò che le capitava sotto tiro e la sua giardiniera, Youmu, cercava di non farla star male per il troppo cibo levandoglielo da sotto il naso. Si ritrovò a dover litigare con la sua padrona con un odango che entrambe tiravano dalla loro parte.
Lontana da lei, Mystia canticchiava una strana canzoncina con la sua voce melodiosa mentre Wriggle e Rumia la osservavano curiosi e tenendo il tempo. Wriggle schioccava le dita e Rumia la fissò cercando di imitarla ma non ci riusciva. La lucciola tentò di insegnarle a schioccare le dita ma la youkai dell'oscurità sembrò non capirci nulla e ben presto stramazzò al suolo confusa.
Eirin-sensei, con Kaguya al suo fianco, era immersa in un'accesa discussione con Hieda no Akyuu e Kourin-san sul trapianto degli organi e su come nel Mondo Esterno venissero usate aspirine che facessero male alle persone e tutte le loro controindicazioni. Hieda no Akyuu si limitava ad annuire senza realmente capire qualcosa mentre Kourin rispondeva ai ragionamenti della dottoressa con altri ragionamenti curiosi, probabilmente la sua cultura era dovuta ai molti libri del Mondo Esterno che aveva letto.
Accanto a loro c'era una ragazza dai capelli lilla che le ascoltava in silenzio, limitandosi a seguire con il capo chi dei due parlava e lanciando occhiate perplesse a Kaguya che contraccambiava.
Ad ascoltare l'accesa discussione, poco più in là, vi era anche Keine che si trovava con Mokou sotto un albero. Quest'ultima alternava lo sguardo da Keine alla principessa della luna, la quale guardava con disgusto.
Ad un tavolino portato da chissà chi, sedeva l'arrogante Remilia impegnata in una discussione con Shizuka, che sicuramente preferiva quella postazione piuttosto che stare di fianco a Reimu.
Accanto a loro c'era Patchouli, immersa come al solito nella lettura di un tomo dall'apparenza abbastanza impegnativo, mentre Sakuya le versava del té.
Chen correva divertita lì intorno inseguita da Tewi, a sua volta inseguita da una disperata Reisen che probabilmente voleva fermarla per evitare di far imbestialire Eirin. Tutte loro erano inseguite dalla povera Ran il cui scopo era quello di fermare la sua nekomata inseguita dalle coniglie in un circolo vizioso.
Da sopra un albero spiccava Aya che scattava foto con destrezza, intenta ad immortalare i momenti più importanti e divertenti del festival, mentre Momiji la fissava curiosa. Accanto a loro vi erano le youkai del raccolto, le sorelline Minoriko e Shizuha, che osservavano le persone sorridendo mentre la youkai dei fiori sorseggiava avidamente il suo té dietro di loro.
Komachi si rilassava sul praticello fissando la luna sotto lo sguardo severo di Shikieiki-sama la quale non le disse nulla, dato che quella era una festa e poteva fare ciò che desiderava, per cui si limitò a sbuffare e rivolgere il suo sguardo altrove.
Si avvicinò al tempio una sacerdotessa vestita di blu e bianco, la quale si accomodò accanto a Reimu e le fu versato del té. La donna dai capelli verdi sembrò abbastanza timida e non sembrava voler parlare, tuttavia fu trascinata nell'accesa discussione dei presenti e fu felice prendervi parte.
Poco distante da lì vi erano le dee Suwako e Kanako che sembravano litigare per chissà cosa. Non era un'accesa discussione ma era comunque abbastanza agitata. Smisero dopo pochi minuti, quando sembrarono cambiare argomento della conversazione ma Suwako parve stancarsi e iniziò a rincorrere anche lei la gattina inseguita dalle due coniglie inseguite dalla volpe.
La burattinaia Alice sembrava parlare tranquillamente con la bambola Medicine dal lato opposto del piazzale.
Poco più in là agli youkai che si rincorrevano si aggiunse anche una Cirno saltellante che rincorreva Suwako che rincorreva Ran che rincorreva Reisen che rincorreva Tewi che rincorreva Chen.
Le tre fate pestifere le guardarono perplesse assieme a Daiyounsei e ad una Lily White confusa, Accanto a loro vi era la kappa Nitori che sembrava lavorare ad un qualcosa di non ben definito e Hina la fissava con curiosità, indicando varie parti dell'oggetto per chiederle cosa fossero.
In mezzo a quella confusione di youkai e creature varie, si fecero largo le sorelle musiciste, le Prismriver, con un sorriso stampato sul volto. Dietro di loro, l'allieva di Marisa, procedeva a passo lento e con sguardo leggermente imbarazzato.
L'albina si guardò attorno: nessuno pareva averla notata se non alcuni che la conoscevano e la salutavano con un sorriso. Shizuka la fissò con perplessità, Reisen smise di inseguire Tewi e la salutò con la mano, Cirno le arrivò letteralmente addosso e Mystia le si avvicinò di corsa.
-Ehi, è vero che canti?- chiese, con occhi che le si illuminavano.
-Mh... beh si...- rispose l'albina, morendosi le labbra -Comunque prima o poi dovremmo organizzare qualcosa io e te da cantare!- continuò. Mystia sorrise, mostrando il segno di vittoria.
-Mi piacerebbe proprio avere una brava partner, voglio sentirti!-
Dover cantare davanti a quella folla le parve un'idea alquanto stupida e si chiese per quale motivo si era messa in testa una cosa così assurda, ma poi si ricordò che lo voleva fare per dimostrare a tutti di esistere, voleva far sentire a tutti la sua voce e voleva essere ricordata.
Si fermò, erano davanti al tempio e Reimu, Marisa e le altre avevano notato lo strano quartetto.
-...allora ci sei riuscita?- chiese la sacerdotessa, osservando prima Mitsuki e poi le Prismriver. -Quindi canterai?-. Marisa sorrise trionfante, anche se Mitsuki non capì il perchè.
-...si...abbiamo provato la base fino ad ora...- spiegò.
-...benissimo.- disse Reimu, alzandosi con sguardo annoiato.
"Ci siamo" pensò Mitsuki mentre Reimu richiamava l'attenzione di tutti, "l'ho voluto io, adesso devo farlo".
Si voltarono tutti verso di loro e calò il silenzio, mentre intanto le Prismriver si posizionavano con i loro strumenti e con un'espressione di felicità pura. Forse non avevano molte occasioni di esibirsi, pensò l'albina, in effetti erano stupite e orgogliose di essere state chiamate da lei per accompagnarla nella canzone. Avevano provato fino a sera e si erano divertite un mondo.
Gli youkai presenti osservarono le sorelle, probabilmente pensavano che avessero suonato qualcosa, ma Reimu richiamò nuovamente l'attenzione di tutti.
-Questa ragazzina qui, Mitsuki, vuole cantere una canzone.- disse.
-E' la mia allievaaa!!- urlò Marisa, ridacchiando.
Mitsuki capì che si sarebbe dovuta sotterrare ma ormai non c'era più tempo. Aveva scritto una canzone, aveva preparato la base e adesso era davanti ad una folla di gente silenziosa che aspettava di sentirla cantare. Nessuno di loro l'aveva mai sentita cantare, nemmeno Marisa, la quale era molto curiosa così come tutti gli altri.
L'albina prese un bel respiro e le Prismriver attaccarono con la base.
Liberò la mente, dentro di lei c'erano solo le parole che aveva scritto e il sorriso della sua maestra, che aveva contribuito alla nascita di quella canzone. Il suo cuore palpitò e iniziò a cantare quella canzone dal ritmo forte e deciso e dalle parole dolci e romantiche.
-Immersa nelle limpide acque dei sogni ho scritto le note di un nostalgico canto, colmandola con una mia preghiera e cospargendola di speranza-
Si, ho scritto questa canzone proprio per te. La senti? Ascoltala, ti prego...
-Dimmi se io potrò risplendere di più, un sole che non si spegnerà mai. Ti cullerò tra bianche ali da lassù con una Sweet Dream Lullaby-
Voglio risplendere per te... ma tu... dove sei?
Strinse le sue mani al petto. Alcune voci si udirono tra la folla, ma non le ascoltò.
-Dispersa nel cristallo dello spirito ho compreso questi miei assurdi sentimenti, so bene che non dovrei bramarti eppure non riesco a non far così-
Questi sentimenti sono stupidi... non dovrei amarti... eppure ci sono finita, non posso farci proprio nulla...
Serrò i pugni, indecisa, mentre i flash di una macchina fotografica tentavano di distrarla.
-Dimmi se io potrò restare accanto a te come un angelo, così. Ti veglierò scacciando via il tuo dolore cantandoti la mia melody-
Me lo permetterai, sensei? Posso starti accanto e cullarti con questo amore?
Si calmò e sorrise con sincerità.
-Dimmi se io potrò entrare nel tuo cuor, avvolgendoti con il mio manto. Ti abbraccerò donandoti il mio calor e svelerò il mio incanto-
Aprì gli occhi dopo l'acuto finale. Spostò il suo sguardo al lato, incontrando gli occhi di Marisa e arrossì. La maga nera la stava fissando con una tale concentrazione che sembrava quasi incantata.
La folla rimase in silenzio per qualche istante, le Prismriver avevano eseguito l'accordo finale.
La canzone era finita e partì un applauso.
Alla mezzanotte, i fuochi d'artificio generate dalle spellcard illuminavano il cielo notturno, salutando il nuovo anno a Gensokyo.
Lo spettacolo era davvero mozzafiato e sia gli youkai presenti al tempio che gli umani dal villaggio stesso, alzarono gli occhi al cielo per ammirare la stupenda scena.
Anche l'albina aveva gli occhi piantati al cielo, accanto a Shizuka a cui si era avvicinata poco prima.
-Favoloso...- disse la ragazzina, emozionata.
-Non dirmi che è la prima volta che li vedi- chiese la mezza vampira, anche lei con gli occhi puntati in cielo.
-ah no, solo che qui si vedono meglio!- spiegò l'albina.
-Comunque non sapevo sapessi cantare, brava.-
L'albina arrossì.
-ti ringrazio...non è una cosa che faccio spesso...- rispose lei.
-dovresti, hai una bella voce.- ammiccò ironica la mezza vampira.
Un ragazzo che non aveva mai visto prima le affiancò e Mitsuki lo osservò, curiosa e imbarazzata. Aveva capelli color neve e orecchie da lupo, era anche molto carino.
-Shizuka-sama!- chiamò la mezza vampira, con un sorriso.
-oh... ah Mitsu, questo è... una persona che conosco da molto tempo, si...- spiegò, tossendo.
Mitsuki notò la sua strana espressione.
-Ah... beh, piacere... io sono Mitsuki...- disse lei, inchinandosi al ragazzo.
-Io sono Sou-Ten, il piacere è tutto mio.- rispose il giovane. -Siete un'amica di Shizuka-sama?-
-Eh...si...- l'albina era alquanto confusa per il rispetto con cui si rivolgeva a Shizuka.
-Il mio compito è di tenere d'occhio Shizuka per conto di suo padre.- disse, sorridendo. Mitsuki arrossì ulteriormente, era un bel ragazzo e aveva un sorriso davvero splendido e dolce di come non ne aveva mai visti.
-Ah... si...capisco...- disse lei, imbarazzata talmente da non riuscire a parlare decentemente. Shizuka doveva averlo capito dato che le diede un pizzico sul braccio, facendo urlare la povera ragazzina.
-Ma Mitsuki, non dovresti andare dalla tua maestra?- disse la mezza vampira con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
-Ah.. si...- disse, allontanandosi dai due e guardandoli mentre discutevano animatamente. Ebbe quasi l'impressione che Shizuka fosse innamorata e quello youkai non era da meno.
Sorrise.
Arrivò accanto all'entrata del tempio, dove si appoggiò con la schiena. Da lì aveva una vista stupenda e rimase in silenzio a contemplare quella festa di colori. Il suo sguardo cercò disperato quello della donna che amava ma non la trovò, chiedendosi dove fosse la sua maestra. Piuttosto scorse il viso di Alice, pochi passi più a sinistra, che fissava i fuochi con una leggera espressione di gioia, quasi impercettibile. Poi si spostò, cercando anche lei di intravedere qualcuno e fermò il suo sguardo pochi secondi dopo, arrossendo. Mitsu notò che aveva trovato con il suo sguardo Marisa e avvampò, adirandosi per non essere riuscita a trovarla prima lei. Tornò a fissare la burattinaia con aria di sfida e lei, sentendosi probabilmente spiata, si voltò alla sua destra in direzione dell'albina.
L'albina non scostò il suo sguardo ma continuò a fissarla con rabbia e le due si guardarono per pochi istanti: Mitsuki la fissava con uno sguardo pieno di rabbia e gelosia, mentre Alice la fissava con uno sguardo gelido e intriso di odio.
-...dimenticatela, maledizione. Non vedi che non ti ama?- chiese l'albina a bassa voce.
La bambolaia distolse lo sguardo dalla ragazzina, lanciò un'ultima occhiata a Marisa e si voltò, allontanandosi da quella posizione.
Chinò il capo sapendo di essersi posta una domanda stupida. Alice era innamorata e, così come l'albina, era ovvio che continuasse a tentare. Cosa poteva fare, altrimenti?
Pensare che solo pochi mesi prima aveva una cotta per lei. Il suo viso le procurava ancora imbarazzo, Alice era molto bella e il suo carattere così glaciare era affascinante, tuttavia era impazzita per la vivacità e la limpidezza della sua maestra. Non riusciva a togliersela dalla testa e anche in quel momento sentì il suo cuore battere velocissimo.
Mentre pensava una figura le si avvicinò, facendola sussultare.
-Stupendo, eh?- chiese la sua maestra, appostandosi accanto a lei. Mitsuki fissò il viso di Marisa, così perso nell'immensità del cielo. Si ritrovò a pensare che era bellissima. -mh...? Che hai?- chiese la maga nera, osservando lo sguardo dell'allieva. Mitsuki si voltò immediatamente, passandosi una mano sul viso bollente.
-nulla....- rispose, cercando di ricacciare indietro quegli assurdi pensieri.
-oh va beh- Marisa tornò a fissare i fuochi -sai...hai davvero una bellissima voce da zé.- aggiunse. L'albina si sentì sul punto di svenire, anche perchè sentì che la mano della maestra l'aveva quasi sfiorata, in realtà si era solo mossa e aveva portato le mani dietro la schiena. Nel farlo doveva aver urtato la sua mano destra e ciò non aiuto l'albina a calmarsi..
-gra....grazie....sensei...- rispose. Marisa si morse le labbra.
-Ti ho detto... di non chiamarmi sensei- disse.
-Si... Marisa...-san...-
Vide la maestra abbozzare un sorriso.
Stringeva tra le mani il giornale di quel giorno con il titolo “La Splendida Voce di Gensokyo” in suo onore stampato in prima pagina, mentre prendeva il té seduta sul divano nel salottino all'ingresso della casetta. L'articolo riguardava il Festival ma c'era un piccolo accenno alla novità di quell'anno che riguardava l'esibizione dell'allieva di Kirisame Marisa. Si parlava di una "splendida canzone d'amore" cantata con "sentimenti evidenti" e con "grande stile ed interpretazione".
Poggiò la tazzina sul tavolino, prima di appoggiarsi allo schienale, pensierosa.
-"sentimenti evidenti", eh? Avranno capito?- si chiese. Dopotutto era evidente, almeno per lei, che quella canzone non era stata scritta per Alice che le piaceva tempo prima... ma gli altri se ne saranno già accorti?
Fissò il soffitto sconsolata. -...ho vissuto qui per anno e ho sempre litigato e...e adesso....mi accorgo di questi sentimenti?-
-Quali sentimenti?- chiese una voce dietro di lei. L'albina sussultò, afferrando di corsa la tazzina del té.
-Ma-Marisa-san!! Volete del té? Ve lo porto subito!- disse la ragazzina, correndo in cucina, mentre la sua maestra si sedeva sul divano. Tornò pochi istanti dopo con una tazzina di té.
-grazie da zé- iniziò a sorseggiarlo con disinvoltura. L'albina si sedette accanto a lei, prendendo nuovamente il giornale. -mh...visto? Hai fatto colpo.- disse la maga nera, sogghignando -dopotutto era ovvio, sei la mia allieva!-
Mitsuki ridacchiò, vedere la sua maestra sorridere in quel modo la metteva di buon umore e le riempiva il cuore di gioia. Si accorse che erano tante le cose che le piacevano di Marisa e si ritrovò a fissarla di nuovo.
-...Mitsuki, c'è qualcosa che devi dirmi?- chiese lei, voltandosi e incrociando il suo sguardo. L'albina, dal suo canto, scosse il capo.
-no...mi chiedevo solo....se tu...ed Alice-sama....insomma, come sono i vostri rapporti...- chiese, curiosa e imbarazzata.
-uhm...è un'amica...un pò strana...ma ce n'è di gente strana qui a Gensokyo!- spiegò ridendo. Mitsuki venne travolta dall'enfasi e rise anche lei. -Beh, comunque...ha della buona roba.- aggiunse. Mitsu smise di ridere e la fissò sconcertata -dico, ha dei bei libri e roba che mi sarebbe utile.- concluse. Mitsuki doveva aspettarselo, dopotutto.
-ah beh, certo!- esclamò, ridendo -e per quanto riguarda l'amore?- chiese lei, bloccandosi subito alla domanda: non si era minimamente resa conto di quello che stava dicendo. Arrossì, voltandosi verso la maestra, che la fissava con uno sguardo perplesso.
-...amore? Io amo me stessa.- disse lei, scherzosamente. L'albina apprezzò quel modo di distruggere l'imbarazzo che si era causata da sola. -...perchè questa domanda?-
-Beh...ero solo curiosa di sapere come andavano le cose tra...voi due...- stavolta si preparò bene cosa dire, seppur imbarazzata come prima. Ma ormai o la va o la spacca.
Intanto Marisa per poco non affogò.
-...tra noi due?- posò la tazzina sul tavolino -...non so tu dove abbia sentito certe cazzate da zé, ma io non sto nè con Alice nè con nessun altro.- rispose, tornando a osservarla. Mitsuki chinò il capo, un pò per essere stata così stupida da credere sul serio che loro due stavano assieme, un pò per non sentire il peso dello sguardo della sua maestra. -...ti preoccupi per lei, vero?- chiese. L'albina scosse il capo.
-Alice-sama è un tabù per me, ormai non mi deve più interessare... e tanto ho perso interesse in lei...- rispose, prima di rendersi conto della discussione. -Ah! Ma...Marisa-san, tu come...?-
Marisa si alzò, prendendo la tazzina che aveva poggiato sul tavolo.
-Mi credi stupida? Lo vedevo da come la guardavi.- disse. L'albina non riuscì a incontrare il suo sguardo, perchè le stava sfuggendo?
-Marisa-san...ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Mitsuki, seguendo la maestra in cucina. Se la ritrovò di fronte.
-Scordatela. Alice non ti pensa minimamente, anzi, ti odia. Dimenticatela, non fa per te.- le disse così seriamente che l'albina restò scioccata.
-Ma.. a me non mi interessa più di lei... io ormai...- resto a fissare Marisa con il volto completamente rosso. Anche la sua maestra parve imbarazzata, come se non si aspettasse quella risposta. Sembrò abbozzare un sorriso.
-E... comunque...- riprese l'albina, cercando di rompere il silenzio imbarazzante che si era nuovamente creato. -...io credevo che tu la amavi...- aggiunse. Marisa la fissò sbalordita.
-Cosa? IO?- chiese ad alta voce -Ma non dire stronzate! Quella tsundere! E' lei che mi tiene il fiato sul collo e non posso fare qualcosa che me la ritrovo dietro come un cane da zé! E' stressante! Non capisce che un no è un no!- sbottò infuriata.
-Ma tu le hai detto di no?- chiese Mitsu, interessata.
-Beh, non esplicitamente ma, cazzo, si capisce, no zé?- spiegò la maga nera.
-Capisco...scusami per averti fatto arrabbiare...- disse l'albina, particolarmente amareggiata.
-Nah, non ti preoccupare.- rispose Marisa, sorridendole. -solo che te ne esci con queste cazzate....cioè...io amare Alice? Ma dai!- Mitsuki rise.
-...nee Marisa-san...hai mai amato qualcuno?- chiese l'albina.
Marisa si bloccò.
-mh....una volta....ma ..era ammirazione.- disse lei, entrando nel laboratorio adiacente al salottino.
-posso....chiedere chi?- l'albina la seguì, curiosa. Marisa si voltò verso di lei, pensierosa.
-...fu la mia maestra.- spiegò, mettendo a posto delle boccette.
-...hai avuto una maestra?- chiese scioccata e confusa Mitsuki. Marisa rise.
-Eh già, anche io ho avuto una maestra.- disse. -ma come ho già detto, era solo ammirazione...ero io ad essere convinta fosse amore, all'epoca.-
Ne seguì una pausa. La maga nera si fermò e fissò l'albina per qualche secondo.
-...Marisa-san...scusami se ti..ho chiesto queste cose...- disse l'albina, inchinandosi.
-...ma figurati, idiota. Se te l'ho detto io non c'è nessun problema, no?-
-Si...grazie...-
-Dopotutto è assurdo parlare di queste cose, non credi?- chiese ridacchiando -E' la prima volta che parliamo di un argomento come questo.-
Mitsuki rimase in silenzio, ripensando alle parole della sua sensei.
-...nee, Mitsuki.-
-...co...cosa c'è, Marisa-san?-
-Tuo padre ti ha disconosciuto, vero?- chiese all'improvviso. Mitsuki si accigliò.
-Beh...si...-
-...ti piacerebbe essere Kirisame Mitsuki?- chiese, sorridendole. Mitsuki si sentì avvampare, portò le mani sul viso, coprendosi le labbra. -Allora? ...essendo la mia allieva e non avendo più un cognome, trovo che il mio ti starebbe bene, come ha fatto Yukari con la sua shikigami.- spiegò la maga nera. Mitsuki aveva le lacrime agli occhi e si limitò ad annuire.
-sa...sarebbe fantastico!- disse lei, asciugandosi le lacrime con la manica.
-Bene! Da oggi sei Kirisame Mitsuki da zé!- esclamò annuendo e prendendole scherzosamente il naso tra il pollice e l'indice. Mitsuki aveva gli occhi che le brillavano.
-Grazie Marisa-san!- la abbracciò, felice.
-Mari.....- si morse nuovamente le labbra. -Marisa.- disse. Mitsuki alzò lo sguardò, incontrando quello della sua maestra a pochi centimetri dal suo viso. Si ritrasse dall'abbraccio, imbarazzatissima.
-...eh?- chiese, cercando di non pensare a poco prima. Marisa, dal canto suo, sembrava imbarazzata come mai l'aveva vista fin'ora.
-...Marisa, cavolo. Né sensei né onorefici vari, solo Marisa o Mari o insomma, chiamami normalmente!- disse. -...è da un anno... è anche ora che mi chiami per nome...- aggiunse, incrociando le braccia.
Mitsu arrossì ulteriormente.
-...va....va bene...Ma...Marisa...-
-...Oh, finalmente.- ridacchiò.
Mitsuki la seguì e scoppiarono in una sonora risata.