la pin up la metterò più avanti xD
Stage 28 - La frattura
Nella notte una luce, d'improvviso, fioca come una lucciola e pallida come se stesse per spegnersi.
Non voleva tendere la mano, non voleva avvicinarsi, la luce poteva spegnersi ad un tocco o incrinarsi in mille frammenti di cristallo come una lampada abbandonata dal tempo. Eppure non poteva fare a meno di fissarla con l'irresistibile desiderio di afferrarla per portarla al sicuro e proteggere quella piccola fiammella di speranza che invocava pietà, che gridava aiuto, il tutto brillando pallidamente nell'oblio di un mondo oscuro.
Perchè riusciva a comprendere tutto ciò? Come mai sembrava che la luce la stesse disperatamente chiamando?
Sembrava così inerme e ormai vicina alla morte, ma si sforzava di vivere e di brillare con le ultime forze che le restavano, come se non avesse altra scelta per potersi salvare dal suo amaro destino.
Si inginocchiò, restando ad osservarla come una delle più belle manifestazioni naturali. Il suo sorriso, incrinato dalla consapevolezza che prima o poi la luce sarebbe svanita, non poteva che restare stampato sul viso dell'albina. Non si sentiva sola, riconosceva accanto a sé delle presenze magiche, calde e anch'esse curiose, che osservavano la luce così come la stava osservando lei. Non poteva vederle, ma rassicurò la luce con il suo pensiero: non era da sola. Loro erano qui, l'albina fanciulla e le altre presenze.
La luce vacillò, la sua luminosità era incerta, il bagliore schiariva ed essa vacillò preoccupantemente.
La ragazza si issò di colpo dopo aver notato ciò che stava accadendo, inseguì la piccola lucciola che fuggì via tristemente, conscia che il fato si stava tramutando in realtà con più velocità di quanto forse avesse sperato. E si fermò lì, in uno spazio nullo poco distante dal luogo dov'era prima, accasciandosi al suolo stremata.
L'albina si accasciò anche lei, accarezzando la piccola fonte di luce, che contrariamente a come pensava non svanì al tocco. La luce sembrò lentamente rivitalizzarsi, bisbigliando qualcosa con una flebile voce.
-Cosa hai detto? Non riesco a sentirti!- le disse l'albina, accarezzandola, mentre il calore della luce riscaldava le sue dita.
-..oi....u....en..tirmi...- bisbigliò la voce.
-Ti prego, parla a voce più alta!- le implorò la ragazza, mentre la luce, che sembrava essere rinata, tornò a schiarirsi come poco prima.
-E' tr..po...ar..di..- rispose la voce.
-Tardi, forse? Parla, cercherò di capirti!- insistette l'albina.
-..uto...iuto...-
-avanti, puoi riuscirci! abbi fede!- spronò la ragazza.
-.evi..aiuta..mi...- continuò la voce -..o..isogno...i...voi...-
-Hai bisogno...di noi? Noi chi? Dove? Dove sei tu?-
Ma la luce era ormai un piccolo punto luminoso che si estinse del tutto, svanendo in mille frammenti d'oro.
L'albina fissò i frammenti svanire nell'etere, immobile con le braccia aperte come se volesse abbracciarli.
-Ma tu...chi sei?-
Quando aprì gli occhi si ritrovò a piangere come mai prima d'ora. Sentiva il viso bagnato e uno sguardo su di lei. Si voltò e scorse Marisa che la fissava preoccupata.
-...ancora quella voce?- le chiese.
-...no...non era lui...- disse l'albina, sapendo che si riferiva all'uomo dei suoi sogni che le sussurrava cose strane tentando di prenderla. -...stavolta era una donna...dolce...e disperata...-
-Mitsu...non capisco come ma devi aver sviluppato qualche potere particolare.- spiegò la maga nera, aiutandola a mettersi a sedere. -Puoi entrare in contatto con le persone tramite i sogni... e non mi sembra di averti insegnato mai nulla di simile zé.- continuò.
-Cosa ti fa credere che non siano solo sogni assurdi?- disse l’albina, ridacchiando. Ma appena fissò il volto serio di Marisa tornò seria anche lei.
-Non sono semplici sogni, baka. Si capisce benissimo che si tratta di collegamenti onirici.-
-…o-che?-
La maga nera sospirò.
-Onirici, tramite sogni. Entri in contatto con la gente, altre persone, e loro entrano in contatto con te.-
-…Senti, sei troppo seria. E parli troppo complicato.- disse la ragazzina –stai tranquilla che non è nulla di preoccupante!- l'albina si diede alcuni schiaffetti sulle guance per risvegliarsi del tutto dal sogno, dato che ancora pensava alla luce e al suo richiamo.
Nonostante poco volesse crederci e il suo continuo rassicurare Marisa, i suoi sogni continuavano a preoccuparla. In effetti era da un po’ che sentiva la voce strana di quell'uomo che la tormentava eppure non era l’unica a esserne preoccupata. Ogni volta che si svegliava, anche se dopo un riposino, Marisa le chiedeva se avesse di nuovo sentito la voce. Sembrava abbastanza apprensiva e continuava a starle con il fiato sul collo per sapere novità su cosa avveniva nei suoi sogni. Connettersi con altre persone tramite i sogni era un potere incontrollabile ma a volte pericoloso, specialmente se si voleva sfuggire a persone con cui si preferiva non entrare in contatto.
A parte l'uomo, aveva parlato con una donna che sentiva sin da quando era piccola, anche se raramente. La voce calda di quella donna era così dolce e materna che la considerava ormai parte di lei. Aveva spesso sospettato, da quando aveva avuto la conversazione con Tenshi, che la donna fosse la sua protettrice. Ma alla fine non aveva scoperto altro e si era ben guardata dal dirlo a qualcuno, Marisa compresa, per evitare di farla preoccupare ulteriormente.
E adesso era arrivata una lucina che ultimamente le appariva nei sogni chiedendo aiuto. Chi poteva essere e di che aiuto aveva bisogno?
Quella mattina si decise a fare un po’ di spese per rifornirsi di cibo e si avviò alla Youkai Mountain in cerca di piante e funghi. Le due maghe erano abituate a mangiare zuppe e minestre cucinate con alcune specie di piante e alcuni tipi di funghi che erano in grado di dare loro la sostanza di cui avevano bisogno e una più veloce ricarica magica. In effetti, da quando era diventata un’apprendista maga e da quando Marisa aveva iniziato ad insegnarle la magia, aveva imparato molte cose, dalle pozioni all’arte culinaria di cui necessitava una maga. Non aveva idea se anche Mayumi e Patchouli-san mangiassero quella roba, che a differenza dell’aspetto originario era alquanto squisita.
Si avvicinò al fiume con aria perplessa, stava ancora pensando al sogno ed era triste perché Marisa continuava a preoccuparsi per lei senza che potesse rassicurarla in alcun modo. Non le aveva ancora detto nulla riguardo le voci che regolarmente sentiva né le aveva mai detto nulla riguardo l’abilità del sentire la presenza delle persone tramite il battito del loro cuore.
Ultimamente aveva iniziato a comprendere la strana abilità, che avvertì per la prima volta tramite il Melodic Prism, di sentire le emozioni delle persone e si era accorta persino di poter sentire la loro vicinanza tramite il battito del loro stesso cuore. Iniziò a pensare che fosse un’abilità utile poiché poteva avvertire se qualcuno si stava avvicinando, ma la sua abilità funzionava a singhiozzi e non era mai sicura che quando le servisse sul serio potesse funzionare. Inoltre, quella abilità non aveva effetto su persone già morte o su fantasmi, per cui la ritenne inutile per effettuare vari scherzi alla sua odiata vampira.
Difatti si voltò stupita quando qualcuno richiamò la sua attenzione senza che lei se ne fosse accorta.
Si calmò, squadrando la ragazzina dai capelli azzurri che indossava un berretto e uno zaino, riconobbe in lei la kappa amica di Marisa: Kawashiro Nitori.
-Che fai?- le chiese, curiosa.
L’albina, che si era ricordata di lei per cui si tranquillizzò non ritenendola pericolosa, le spiegò le sue intenzioni mattutine.
-Abbiamo la credenza vuota, un po’ di roba serviva.- spiegò, osservandosi la borsa.
-Ah, ok. Pensavo avessi a che fare con il macello che sta succedendo.- spiegò la kappa, osservando le piante che la maga aveva strappato e che intendeva cucinare.
-Macello? Non sarà mica successo qualcosa di nuovo?- chiese l’albina con aria incredula –ma solo pochi giorni fa è finita la faccenda di Tenshi-san, c’è stata anche la festa al Bhava Agra!- alzò gli occhi al cielo, sospirando.
-Ma no, non centra!- disse la kappa, sedendosi su una roccia. L’albina si sedette accanto a lei.
-Che poi ho sentito che Yukari-sama ha distrutto il tempio di Reimu.- disse Mitsuki, pensierosa.
-Mah, non l’ho mica capito cos’è successo.- affermò perplessa la kappa. –ma il macello non so cosa sia, so che c’è caos all’accampamento Tengu e la questione riguarda Aya-san, almeno così mi ha detto Momiji.-
-Ohi ohi frena, mi sono persa, troppe informazioni!- l’albina si issò, pulendosi il didietro. –Un macello tra i tengu e riguarda Aya-san? Quindi non sai cosa è successo?-
-Eh no, volevo andare a vedere in realtà.- disse la kappa, curiosa.
-Vah, sono curiosa anche io, andiamoci assieme!- propose l’albina, ammiccando.
-Sta bene.- rispose la kappa, seguendo l’albina che si era aggrappata alla sua scopa e si stava librando in cielo.
Le due si diressero verso l’accampamento dei tengu, consce che sarebbero state bloccate perché le creature in questione non permettevano ad altri di avvicinarsi però speravano di ricavare informazioni utili e, in effetti, vennero non solo fermate da qualcuno ma per di più si trattava della stessa Aya.
-Oh, Mitsuki-chan e Nitori-chan!- esclamò la tengu appena riconobbe le due intruse. –Cosa succede, perché siete da queste parti?-
-Volevamo sapere cosa ti era successo!- spiegò Mitsuki, avvicinandosi alla reporter. –Nitori dice che sta succedendo un macello.-
-Oddio non me lo ricordare.- disse Aya, portandosi esasperata una mano tra i capelli. –Sono nervosissima stamattina.-
-Cosa è successo?- chiese la kappa.
-E’ scomparsa una foto che ho scattato e sicuramente è stata rubata.- spiegò la tengu.
-Rubata? Assurdo!- esclamò incredula l’albina.
-Suppongo che non ci sono indizi.- chiese Nitori, ottenendo la risposta affermativa dalla reporter.
-Ma dai, chi era il soggetto della foto?- chiese l’albina, sicura. –Sicuramente è stato lui che ha voluto sequestrare la foto che gli hai scattato!- spiegò.
-Eh ma è proprio questo il punto.- iniziò Aya –non era nessuno. La foto ritraeva il cielo.-
-Il cielo?- chiesero le due all’unisono.
-Esattamente. Ho scattato delle foto durante i cambiamenti climatici di giorni fa e ieri ne avevo scattata una al cielo per metterle a confronto, ma quella di ieri è sparita.- spiegò.
-Non è che c’era qualcuno e senza volerlo lo hai ritratto in foto?- chiese Nitori, confusa.
-No, sono sicurissima. Il cielo era limpido e libero.-
Nitori e Mitsuki, improvvisatesi detective, decisero di andare alla ricerca della foto della tengu la quale restò stupita dalla loro collaborazione e chiese alle due di mettersi in contatto con lei appena scoperto qualcosa di nuovo.
Le due ragazzine si diressero senza riflettere nel luogo dove erano state scattate le foto, vicino al Sanzu no Kawa. Quella zona si trovava ai confini di Gensokyo e Mitsuki si chiese come mai Aya aveva scelto un posto come quello per fare le foto al cielo, eppure quando arrivò vicino al fiume rimase estasiata dal panorama spettacolare del prato colmo di higan-bana fioriti tutto attorno, un panorama spettacolare che fu presto rovinato da brividi che iniziarono quasi subito a percorrere il corpo dell’albina.
Si guardò attorno, confusa, ascoltando brusii e voci lamentose che sembravano provenire proprio da quel luogo e non parevano cessare nemmeno quando Nitori parlò.
-Qui c’è la shinigami-san, vero?- chiese.
Decisa a non dar peso alle voci, immaginandosi del perché le sentisse all’improvviso e proprio in quel luogo, si limitò a seguire la kappa atterrando proprio accanto ad una donna dai capelli rossi che vestiva un kimono particolare, la quale aveva una preoccupante falce in mano.
La donna fissò le ragazzine con curiosità.
-Oh, Shinigami-san.- la salutò Nitori, sorridendo. –Siamo qui per una questione importante.-
-Che succede?- chiese la shinigami, sbadigliando. –Comunque chiamami Komachi.- aggiunse, issandosi e grattandosi il capo.
-Si… Komachi-san… vede… la tengu Aya era qui ieri per fare delle foto… al cielo, si… ed è sparita proprio quella foto…- spiegò l’albina, imbarazzata e nervosa per i sussurri che continuava a sentire.
-Oh… si, l’ho vista ieri, ma non ho idea della foto.- disse, tranquillamente. –dubito ci sia qualcuno qui che possa averla presa, come vedete ci siamo solo io e i morti.-
L’albina si fissò attorno inquieta, le voci sembravano essere rivolte a lei ma non seppe con certezza se fosse proprio così.
-Si… li sento.- si limitò a dire. Nitori la fissò perplessa mentre Komachi era curiosa. -…ma parlano sempre?- chiese poi.
-Abbastanza, si. Piuttosto si lamentano.-
-Eh si, lo noto.- disse la ragazzina.
-Li vedi?- chiese ancora, con interesse.
-No, ma li sento.-
-Sei davvero curiosa. Per caso sei la ragazza della maga bianca e nera?- chiese Komachi. L’albina si voltò verso di lei e la squadrò con stupore.
-Si, sono io… Mitsuki. E tu che ne sai di me?- chiese sconcertata.
-Oh, la tua fama ti precede!- esclamò ridacchiando la kappa, Komachi partecipò alla risata e Mitsuki avvampò.
-Comunque non ho idea di chi possa aver rubato, io no di certo. Non c’ero e se c’ero dormiv… lavoravo.-
Le due salutarono a malincuore la shinigami e si confrontarono per cercare la loro prossima meta che si rivelò essere nuovamente la youkai mountain.
-Credo che la cosa migliore sia cercare accanto al luogo del furto.- spiegò Nitori.
Iniziarono ad interrogare gli youkai che abitavano la montagna, scalandola dal basso. La prima vittima fu una ragazzina dai capelli verdi legati sotto il mento che continuava a roteare a destra e a sinistra, rischiando di far venire il mal di testa alle due ragazzine.
-Nah… Hina non è, ne sono sicura.- disse la kappa, tenendosi la testa per paura le potesse cadere dal collo a furia di seguire con lo sguardo i suoi assurdi spostamenti.
-Meglio così, non mi piaceva quella tipa, meglio le sto vicina meglio è.- affermò Mitsuki che aveva un forte mal di testa.
-Perché non ti piace? Che ti ha fatto?- chiese Nitori, confusa.
-Nulla, ha i capelli verdi e io non sopporto il verde, mi inquieta e mi innervosisce.- spiegò.
Le due detective arrivarono in cima alla montagna ma furono prontamente fermate da una donna vestita da sacerdotessa che gli sbarrò la strada.
-Ferme! Dove volete andare passando di qui?- chiese la donna, con aria seria.
-Ehi, un’altra tipa sospetta!- la indicò l’albina.
-Io non sono sospetta, sono la sacerdotessa del tempio Moriya.- spiegò la donna, perplessa.
Le due chinarono lo sguardo e notarono un tempio proprio sotto di loro.
-Oh… un tempio.-
-Ah, giusto, tu sei quella lì, Sanae.- Nitori parve ricordare qualcosa poiché aveva lo sguardo pensieroso ma continuava ad annuire. La maga rosa, invece, ricordò il nome come quello dell’altra sacerdotessa apparsa lo scorso anno assieme al suo tempio e ad alcune dee. Si ricordò inoltre della sua presenza al Reitaisai.
-Già, voi invece siete una kappa e… tu non eri la fidanzata di Marisa-san?- chiese curiosa. -Mi ricordo di te da quell’articolo… oh, anche dal Reitaisai. Che bella la canzone.-
Mitsuki, che si era completamente dimenticata dell’articolo su di lei, si ricordò il motivo per il quale Komachi doveva averla riconosciuta e si sentì stupida per non averci pensato prima.
-Siamo alla ricerca di un ladro di foto.- spiegò Nitori, annuendo. –Sei stata tu?-
-Cosa? Ma siete matte?- chiese Sanae, sconcertata.
-E comunque levati di torno!- le disse l’albina, dato che la sacerdotessa continuava ad ostacolare il passaggio.
-Non potete volare qui!- affermò la donna con serietà.
-C’è la no-fly zone?- chiese la kappa perplessa e Mitsuki si voltò verso di lei incuriosita. -…lascia stare, è una cosa che non puoi sapere.-
La kappa, la maga rosa e la sacerdotessa verde tornarono a fissarsi silenziosamente, nessuna pareva voler iniziare per prima finchè l’albina non intervenne.
-Senti, sei tu che hai rubato quelle foto, no? Ammettilo!- incolpò la sacerdotessa, puntandole il dito. Sanae parve innervosirsi.
-Come puoi dire una cosa simile?! Io non ho fatto nulla, non so manco che foto sia.- spiegò.
-Eh cavolo, dì almeno che l’hai presa te che mi sono seccata di questa storia!- si lamentò l’albina.
-Cosa dici?! Ma perché non ti metti a trovare la vera colpevole anziché incolpare gente random?-
-Ma perché è noioso, non abbiamo alcun indizio!- rispose Mitsuki, sbuffando.
-E lo vieni a cercare da me?- la sacerdotessa sospirò, alzando gli occhi al cielo.
-Senti, tu sei verde e sei antipatica, chi poteva essere se non te?-
-Ehi, che centrano i miei capelli, adesso? E perché ti sto antipatica se neanche ci conosciamo?-
-Io odio il verde e poi boh, hai la faccia che non mi dice nulla.- rispose, annuendo sicura.
-Cos’ha la mia faccia che non va?- chiese la sacerdotessa, toccandosi il volto.
-Ehi, finitela voi due!- intervenne la kappa –piuttosto, qui al tempio ci dovrebbero essere anche delle divinità.- continuò, guardando l’ingresso. Mitsu si voltò anche lei e scese velocemente in picchiata.
-Yeah, ho trovato la colpevole.- affermò, scendendo dalla scopa.
-Ehi stop! Ferma! Non ti avvicinare!- urlò Sanae, che arrabbiata aveva raggiunto le due ragazze e si era posta tra loro e l’ingresso. –Come ti permetti di pensare che a fare un simile atto sia stata Kanako-sama?-
Nitori si buttò al lato sinistro della sacerdotessa cercando di passare e lei la fermò, lasciandosi tuttavia sfuggire la maga rosa dal lato destro, la quale si infilò nel tempio e si ritrovò di fronte una donna dai capelli violacei e dalla tunica tossa seduta all’interno del tempio proprio di fronte l’ingresso.
Si sedette di fronte a lei, la quale la guardò perplessa e spaesata.
-Sanae, cosa succede?- chiese alla sacerdotessa che entrò trafelata, portando le mani sui fianchi con aria arrabbiata.
-Non sono riuscita a bloccarle, scusate Kanako-sama.-
-Siamo qui per fare un interrogatorio.- disse Nitori, sedendosi accanto all’albina.
-Interrogatorio?!- la dea le fissò incredula mentre Sanae cercava di trascinarle fuori.
-Come potete solo pensare che Kanako-sama abbia compiuto un simile atto? Blasfemi!-
-Ehi, senti, se vogliamo escluderla dagli indiziati dobbiamo interrogarla, ok?- spiegò l’albina, spingendo via la donna che cercava di trascinarla via. –La legge è uguale per tutti-
-Quale legge…?- chiese Nitori, sconcertata.
-Ma cosa è successo?- domandò la dea, perplessa e curiosa.
-Qualcuno ha rubato una foto scattata da Aya-san e stiamo cercando il colpevole.- spiegò l’albina, tornata seria mentre Sanae si era accomodata accanto a loro con aria sconfitta.
-E le cerchi qui da me?- chiese ancora.
-Ma che ne so, non ci sono indizi, tutti sono probabili colpevoli fino a prova contraria.- continuò la ragazza.
-Non possiamo escludere nessuno e in nessun caso, a volte il colpevole è qualcuno di cui non si sospetterebbe mai.- spiegò la kappa.
-Beh, io non conosco queste foto e non mi sono mai mossa da qui.- spiegò la dea, sospirando. –Ma… c’è un’altra dea qui in giro, provate a chiedere a lei.- affermò, sorridendo.
-…Kanako-sama?-
Kanako spiegò alle due detective dove poteva essere la dea Suwako, indicando il luogo dove avrebbero potuto trovarla a giocare. Descrisse una foresta a sud del tempio, sulla strada che avevano preso per arrivare in cima ma dato che erano arrivate volando non avevano battuto la strada palmo per palmo.
-Grazie per la collaborazione!- Mitsuki si inchinò, voltandosi e trascinando via Nitori da quel posto.
-Che gentile quella dea.- disse la kappa mentre si avviavano alla foresta che precedeva il tempio.
-Suwako-sama dovrebbe trovarsi da queste parti… chissà dov’è- si chiese l’albina.
Cercarono per circa mezz’ora senza trovare tracce della dea nei paraggi. L’albina prese inaspettatamente la scopa e si mise a cavalcioni, chiedendo a Nitori di seguirla.
-Ce ne andiamo senza interrogarla?- chiese, perplessa.
-Quante probabilità ci sono che una dea ranocchia saltellosa che si vede spesso litigare con Cirno possa essere entrata nell’accampamento dei Tengu e possa aver rubato una foto?-
-…hai ragione.- la kappa annuì, seguendo l’albina in volo. –E ora dove si va?-
-Mh… hai detto che il colpevole è spesso una persona di cui non sospetteresti mai, vero?-
-Si, l’ho detto.-
-Bene, di chi non sospetteremmo mai?-
-… in teoria io sospetto di tutti.-
-…in effetti possono essere stati tutti.- l’albina si sentì demoralizzata. –Ma c’è qualcuno che potrebbe non essere un probabile colpevole?-
-…Lily White?-
-…intendo qualcuno che avrebbe potuto, volendo. Altrimenti dicevo Kaname.-
-Chi è Kaname.-
-Una forlecca, ti basti sapere questo.-
-Beh… i lunarian?-
-Ma se non se ne fregano di ciò che accade fuori la foresta di bambù!-
-Oh, senti, sto sparando a caso, ok?- Nitori parve innervosita. –Non ho idea di chi possa essere il colpevole!-
-Uffi, non arriveremo da nessuna parte! Spara nomi a caso.- si lamentò l’albina.
-Yuuka.-
-Troppo sadica e stronza. Se era stata lei ci sarebbero stati dei morti… sicuramente.-
-Cirno?-
-Troppo stupida, l’avrebbero beccata subito.-
-Le Prismriver?-
-Ma dai, che senso ha?-
-Ma che ne so, mi hai chiesto tu di dire nomi. …Yuyuko?-
-Le foto non sono buone da mangiare.-
-Remilia?-
-Ti pare che una vampira megalomane se ne vada in giro a rubare foto? Però Sakuya potrebbe essere un’indiziata, bloccando il tempo poteva entrare nell’accampamento e prendere la foto.-
-Beh, potrebbe essere stata anche Suika.-
-Suika? Avrebbe schiacciato due o tre tengu…-
-Reimu e Marisa.-
-…Marisa.- ripetè Mitsuki, deviando la scopa e dirigendosi verso la Foresto f Magic.
-No, dai, se la colpevole è proprio la tua ragazza dovresti annegarti in un fiume.-
Le due detective giunsero all’abitazione della maga rosa, la quale spalancò la porta della casetta dove viveva con la maestra/fidanzata e si precipitò in casa cercandola ad alta voce, rivelando tuttavia un silenzio tombale e ricordandosi che nessuno poteva risponderle: Marisa l’aveva avvisata che sarebbe stata via fino alla sera.
-…è fuori, che sfiga!-
-Proviamo da Reimu.- propose la kappa, così le due si fiondarono fuori l’abitazione e si rimisero in volo, dirigendosi rapidamente al tempio ancora distrutto.
Scesero in picchiata e si posarono al suolo, notando solo dopo la presenza di una Yukari immobile davanti al tempio, la quale aveva lo sguardo pensieroso.
-Oh, Yukari-sama.- esclamò l’albina, avvicinandosi alla padrona della sua amica Shizuka. La donna si voltò, stupita di vederla lì.
-Mitsuki, che succede? Vi vedo preoccupate.- disse, osservando i volti delle due ragazzine mentre sventolava il suo raffinato ventaglio. In effetti la giornata era abbastanza afosa e le due detective erano sudate come se fossero appena uscite da una sauna.
-Stiamo cercando il ladro di una foto.- spiegò Nitori.
-…una foto?- chiese sconcertata la youkai.
-Si, cercavo Marisa e Reimu per interrogarle.- spiegò l’albina, mentre Nitori si era allontanata per controllare se la sacerdotessa fosse nei paraggi.
-Pensate possa averla presa una delle due?-
-Suppongo di si, non ci sono indizi. Aya-san dice che è semplicemente sparita.- spiegò l’albina.
In quel momento però, mentre raccontava l’accaduto alla youkai, si immaginò mentalmente la scena: Una foto che spariva poteva significare che qualcuno, avendo fermato il tempo, si fosse infilato nell’abitazione di Aya-san e che possa aver preso la foto senza che nessuno la vedesse poiché il tempo era fermo. D’altro canto, però, poteva anche significare che la foto fosse finita su un accidentale passaggio creato da qualcuno, che quindi l’avrebbe fatta sparire.
Si voltò verso la youkai.
-Voi ne sapete niente, Yukari-sama?-
La youkai sorrise, fissando davanti a sé le rovine del tempio in costruzione per la seconda volta.
-Cosa ti fa pensare che l’abbia presa io? E per quale motivo?-
-In effetti non avrebbe molto senso.- la ragazzina ridacchiò, sbadigliando e stiracchiandosi. –abbiamo interrogato un po’ tutti ma non siamo venute a capo della questione.
-…hai dormito poco?- chiese Yukari, osservando l’albina con il volto stanco.
-Si, ultimamente non dormo molto bene a causa dei sogni.- spiegò. –Stanotte ho sognato una voce lontana che cercava aiuto, riuscivo a sentirla meglio delle altre volte.-
-Una voce, eh. Probabilmente l’hai sentita meglio a causa della frattura.- spiegò la youkai.
-Frattura?- l’albina si voltò perplessa verso la donna, la quale la fissava con un sorriso poco sincero. Le tese la mano e le diede una foto. Una foto di un cielo.
-Eh? Ma questa è…-
-E’ falsa, la vera è stata prontamente occultata.- spiegò la youkai e, prima che Mitsuki potesse fare delle domande, continuò –Non si era accorta di aver fotografato una frattura, per fortuna direi. Sarebbe stato un grande scoop per lei e un terribile allarme per la gente di Gensokyo.-
-…un allarme? Perché?-
-Hai idea di cosa vuol dire quando il cielo di Gensokyo si frantuma?-
-…è mai successo?-
-No, per fortuna. Io e Reimu siamo appena intervenute per evitare che questa novità avesse causato danni irreparabili alla regione.- si voltò nuovamente verso il tempio, con sguardo pensieroso.
-La barriera è in pericolo? Sta crollando?- chiese allarmata l’albina –Cosa ne sarà di Gensokyo? Cosa ne sarà di noi?-
-Calmati, non c’è alcun pericolo. Per fortuna nessuno se n’è accorto e le prove sono state distrutte.-
L’albina fissò la foto: si notava solo un limpido cielo azzurro e non vi erano ulteriori particolari.
-E’ compito mio e della sacerdotessa Hakurei garantire che la barriera resti intatta. Gensokyo è viva finchè noi lo vorremo e finchè noi possiamo.- spiegò. Mitsuki sentì un tuffo al cuore, si rese conto di essere enormemente piccola rispetto a quella realtà. Gensokyo era protetta da una barriera presente solo grazie alla volontà di due persone: la sacerdotessa Hakurei e la youkai dei confini. Cosa sarebbe potuto succedere se una delle due si fosse rifiutata di continuare a tenerla su? E se la barriera fosse stata distrutta?
-Ma perché lo stai dicendo proprio a me?- chiese perplessa e spaventata.
-Perché voglio che tu la smetta di sognare.-
-Cosa?! Cosa centrano i miei sogni con questo!-
Yukari si voltò verso l’albina con aria seria, tirò via il suo ventaglio e la fissò negli occhi. I suoi occhi seri e lucenti spaventarono la maga rosa che si sentì impietrita davanti a quella espressione.
-E’ impossibile chiederti di controllare la tua risonanza onirica, l’unico modo per evitare che accada di nuovo è assumere farmaci che ti rendano incapace di sognare.- spiegò. –La barriera è a rischio finchè tu continui a trasmettere contatti con youkai del Mondo Esterno.-
-…youkai… del Mondo Esterno…?-
La donna aprì un passaggio squarciando l’aria con il suo ventaglio.
-Ascoltami bene, Mitsuki, ti do un’ultima chance.- iniziò, posizionandosi accanto al passaggio e dando le spalle all’albina -O la smetti di sognare o ti butto fuori Gensokyo.-
Entrò nel passaggio e questi si richiuse alle sue spalle, svanendo nel nulla.