Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

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Kira Lushia
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 23 - Odio contro Odio

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Uscì nel cuore della notte, dirigendosi non si sa dove, nel bel mezzo della Forest of Magic.
Arrivò in un punto indefinito, stringendo al petto le spellcard tanto amate e bramate: le spellcard della sua maestra.
-Io...voglio essere come lei....- disse, sedendosi su una roccia fredda. -Io voglio essere amata...voglio essere potente come lei...-
Fissò le spellcard, sentendosi avvampare dall'eccitazione per il solo motivo di averle tra le mani.
Eppure sapeva che quelle spellcard così bramate non erano ciò che l'avrebbe resa felice. Non erano quelle carte che voleva, ma per ora non poté fare a meno di accontentarsi e di coccolarsele imbarazzata.
Quelle erano le spellcard con le quali Marisa aveva combattuto molti youkai, li aveva vinti ed era diventata importante, era amata da tutti o quasi tutti, chi la odiava la riteneva comunque una nemica all'altezza. Mitsuki non era così, Mitsuki era una bambina inutile, una mocciosa da dimenticare, chiaro esempio era stato il comportamento annoiato anche se strano di Yuuka o le parole che le aveva rivolto Alice quando la incontrò.
Fissò il Master Spark con una voglia ardente di farlo, per cui si alzò e lo puntò contro un albero.
-Love Sign "Master Spark"!- urlò, con massima concentrazione e voglia di abbattere quell'albero. Eppure nessun lampo e nessuna onda di energia distrussero l'albero, anzi, non accadde proprio nulla.
Fissò la spellcard chiedendosi se si trattasse dello stesso problema che aveva avuto con la sua spellcard prima: non sapeva come andavano usate.
Eppure, differentemente dalla sua spellcard, lei aveva visto Marisa usare il Master Spark così tante volte che ormai sapeva a memoria come usarla. Ma allora per quale motivo non ci riusciva? Perchè il Master Spark non liberava la sua energia e distruggeva quell'albero?
Era ovvio, Mitsuki non aveva idea di cosa significava attivare una spellcard.
-...ma allora cosa dovrei fare? Cosa richiede attivare una spellcard?-
-E' ovvio, bakatsuki.- disse una voce dietro di lei.
Si voltò, ritrovandosi di fronte una Marisa vestita alla meglio e alquanto spettinata, sicuramente era uscita di corsa non appena accortasi dell'accaduto.
-Le spellcard devono essere usate per uno scopo. Se non ne sei convinta e non sei in grado di usarle, non ci riuscirai zé.-
-Ma io ho tentato di usare quella mia contro Yuuka!- spiegò l'albina.
-Oh, era con lei che hai combattuto da zé?- chiese, fissando i graffi sul viso della ragazza. -Ma...hai fatto una spellcard? Fa vedere-
L'albina indietreggiò, tenendo la spellcard dietro la schiena.
-...avanti, ti aiuto io a finirla.- le disse. Il suo sguardo era dolce, il suo sorriso aveva incantato l'albina che si era pietrificata quando la maestra le si avvicinò con lentezza e infilò la mano dietro la schiena dell'albina per prenderle la spell, senza distogliere i suoi occhi da quelli della sua allieva. Mitsuki poteva sentire il suo respiro sul suo viso, era la prima volta che si avvicinava così tanto a lei. Marisa prese lentamente la spell e, con riluttanza, si allontanò dall'albina per studiarla.
-...Cosa fa questa spell?-
-...beh... le carte... e...- l'albina non seppe rispondere, un po' per l'incontro ravvicinato con la donna del suo cuore un po' perchè realmente non aveva deciso cosa dovesse fare.
-Hai pensato a come dovesse funzionare?-
-...no.-
-E come pretendi di attivare la spell se non hai idea di cosa deve fare?-
L'albina strinse le spellcard rubate a Marisa sul petto, tremando, quando una lacrima rigò il suo viso.
-Ma...il Master Spark...-
Marisa le si avvicinò e le prese le spellcard dalle sue mani, con molta dolcezza.
-Hai paura di usarla, nee?- le chiese, fissandola nuovamente negli occhi.
Mitsuki arrossì visibilmente.
-Non dovevi rubarle, Mitsuki. Sai che mi sono preoccupata da zé? Ho temuto che volessi affrontare qualcuno!- spiegò, infilandosi le spellcard nel taschino del grembiule -E tu non sei ancora arrivata ad essere convinta di usare qualcosa che hai rubato...- aggiunse, prendendole il naso tra pollice e indice per scherzare. -..sei troppo pura da zé.-
Mitsuki rimase stupita e per poco non morì d'infarto a quel suo gesto mentre Marisa ridacchiò.
-Nee, ti va di fare una passeggiata con me?- chiese la maga bicromatica, fissando la sua allieva con curiosità di sapere la risposta.
-...si...lo vorrei tanto...- rispose l'albina, arrossendo.
Le due maghe si incamminarono nella foresta, illuminate solo dalla luce della luna mentre chiacchieravano divertite.
-Per fare una buona spellcard devi conoscere prima te stessa- spiegò la maga.
-Per quale motivo?-
-Perchè una spellcard si basa sul tuo cuore, sulle tue preferenze, sul tuo carattere da zé. Solo quando conosci perfettamente il tuo io allora potrai creare una spellcard.-
La luna piena illuminava le cime degli alberi e sembrava indicare alle due la strada verso casa.
-Quindi non posso copiare una spell da qualcuno?- Marisa fissò curiosa l'albina.
-Avevi intenzione di copiare una spellcard?- rise -Puoi farlo, ma devi renderla tua. Io ho preso in prestito il Master Spark solo perchè lo sentivo mio.-
Mitsuki ridacchiò, sapeva il significato del "rendere proprio" una cosa rubata e la sua maestra ci riusciva abbastanza bene.
-Quindi Mari... hai reso propria la spellcard di Yuuka?-
-Si ma...- Marisa fermò, accigliata.
-Eh...?-
-...Mari, eh?- ridacchiò. Mitsuki si portò le mani al viso.
-Oh no, mi dispiace tanto non volevo--
-Ma tranquilla zé! Mi fa molto piacere che adesso mi parli tranquillamente.- riprese a camminare arrivandole accanto -non sopportavo quel tuo “sensei qui” e “sensei là”, mi piace di più se mi chiami con tanta confidenza.- spiegò. L'albina rimase senza parole, il suo cuore batteva molto forte. -Mari... mi piace. Brava Mitsu.- annuì con il capo.
L'albina rise e Marisa la seguì, chiacchierarono ancora per qualche minuto finchè non giunsero a casa e andarono a dormire.
Il mattino seguente l'albina si mise a lavorare sulla spellcard e Marisa la notò seduta alla sua scrivania, presa dalle istruzioni su cosa la spellcard doveva fare. L'albina l'aveva notata e le aveva sorriso, prima di tornare a lavorarci su.
Aveva ormai delineato l'obiettivo, deciso cosa dovessero fare ogni danmaku e le aveva dato anche un nome “Shining Love”. Doveva solo provarla, per cui si alzò in fretta e scese le scale, decisa ad uscire per andare a provarla con qualche albero o qualche fata.
-Vai a provarla?- le chiese all'improvviso la maestra, bloccandola prima che uscisse.
L'albina arrossì e si morse le labbra.
-Vengo con te così ti aiuterò a testarla!- disse la maestra, prendendo la scopa e il cappello ma Mitsuki sembrò alquanto contrariata.
-No, aspetta!- disse, bloccandola. -Lasciami fare da sola, voglio capire … da sola. Se funziona ti sfiderò.- le disse, sicura di sé stessa.
Marisa dovette capire le sue parole poiché annuì e la lasciò andare.

L'albina si ritrovò a vagare incuriosita e pensierosa sopra le cime degli alberi della Forest of Magic, pensando a come usare la sua spellcard. Pensò che poteva usarla con alcune fatine di poco conto, non avrebbe avuto problemi contro di loro, per cui iniziò a cercarle con lo sguardo zigzagando in giro per la foresta.
Ma il cielo si sa è molto trafficato e quasi non si schiantò contro un'altra persona che stava volando nel senso opposto.
Si bloccò, chiedendosi se gli déi la odiassero o se le stessero dando un'opportunità per vendicarsi o per testare la sua spellcard.
Si limitò a fissare la donna bionda che contraccambiò il suo sguardo serio, stringendo al petto il misterioso e potente libro dal quale non si separava mai.
L'albina lo fissò curiosa di scoprire cosa ci fosse scritto, ma la sua attenzione fu presa dalle bambole con istinti omicida che l'avevano quasi circondata.
-...brutta giornata?- chiese alla burattinaia.
-...Era solo un avvertimento.- rispose Alice, con nonchalance.
-Per cosa, se posso chiedere?- chiese Mitsuki, tremando di rabbia. La donna sorrise lievemente.
-Guardati.- rispose.
L'albina ci pensò su alcuni secondi, per paura che fosse un diversivo per poi attaccarla. Si lanciò un'occhiata alle mani e notò che emanavano una luce rossastra.
Stupita, si controllò le gambe e anche il corpo, notando che non erano solo le mani, era lei che stava emanando quella luce. Per quale motivo?
-Non te ne eri nemmeno accorta?- chiese Alice, aggiustandosi i capelli. L'albina tornò a fissarla senza sapere cosa dire. -La tua magia trapela dal corpo, significa che stai ribollendo di rabbia.- spiegò. -Se vuoi così tanto uccidermi, fa pure. Non ho paura di te e dei tuoi trucchetti da prestigiatrice scadente.-
L'albina per poco non graffiò la scopa, si lanciò contro la burattinaia a tutta velocità mentre quest'ultima si era gettata in picchiata verso l'interno della foresta.
-Mi odi così tanto, Mitsuki?- disse lei, lasciando che fossero le sue bambole a proteggerla con i loro colpi, che Mitsuki schivò senza alcun problema, estraendo le sue carte e lanciandole contro di lei. -Che c'è, forse è perchè Marisa è più interessata ad una duellante esperta come me che ad una mocciosa perdente come te?-.
Le provocazioni della burattinaia sembravano morderle gli organi interni, l'albina sentiva il cuore battere ad una velocità spropositata mentre respirava a fatica e il suo corpo bolliva per la rabbia.
-MARISA NON TI VUOLE, VAI AL DIAVOLO!- le urlò con tutta l'ira che aveva in corpo. Non le importava di non riuscire a colpirla, non le importava delle ferite che le bambole e i danmaku che arrecavano, l'unica cosa in cui era concentrata, in quel momento, era lo sguardo della donna che si stava prendendo gioco di lei.
-E allora perchè mi odi così tanto?- le chiese Alice, che con uno scatto le arrivò alle spalle. -Allora non dovresti esserne contenta? Non dovrei essere IO ad odiarti per questo?-
L'albina si voltò di scatto e le lanciò delle carte che la ferirono al volto ma la burattinaia non batté ciglio.
-Sei felice, adesso? Perchè hai colpito una tua “rivale” che non è nemmeno riconosciuta come tale?-
-Zitta, zitta! Ti senti tanto potente perchè sei solo più esperta!- le urlò la ragazzina, stringendo il manico di scopa -Alla fine sei solo una vigliacca, non gliel'hai mai detto eh? Ti sei limitata ad andarle dietro come un cane per tutto questo tempo!-
Una bambola le si avvicinò e le diede uno schiaffo, prendendola di sorpresa.
-Ah, io? E chi è che adesso sta scappando? Chi è che mi sta combattendo in nome di un amore che non ha nemmeno il coraggio di rivelare?-
L'albina si massaggiò la guancia mentre sul suo viso era ritratta una smorfia.
-Ci vai bene tu dopotutto, no?- le disse, con più calma di prima.
-Idiota. Pensi di avvantaggiarmi o cosa?- Alice parve infuriarsi.
-Ma che avvantaggiarti! Tu non hai speranze! Scordatela!- le disse, mentre l'ira saliva nuovamente dentro di lei.
-E allora cos'è che stai combattendo, Mitsuki? Contro CHI stai combattendo, cretina?- le urlò la bambolaia, lanciandole contro le sue bambole assassine che tentarono nuovamente di colpire la ragazzina.
-Sto combattendo contro l'unico pericolo che incombe sul mio futuro!- urlò Mitsu in risposta, senza crederci realmente.
-Non è una risposta sensata.- una bambola la ferì nuovamente al voltò. -Esigo una risposta che abbia un significato in giapponese, non parole a casaccio per far bella figura.- disse Alice, guardandola con uno sguardo di sfida.
Quello sguardo... quegli occhi... quella maledetta espressione gelida che aveva tanto amato e che ora detestava perchè gliel'aveva negato, perchè era sempre andata dietro Marisa, quella stessa Marisa che adesso amava alla follia e della quale era gelosa.
Aveva ragione Alice, che pericolo c'era in lei se Marisa aveva specificato che non gliene importava nulla di lei? Non doveva essere la burattinaia a dover odiare Mitsuki che passava tutto il tempo con la donna che non potrà mai avere?
Eppure Mitsu sentiva quella rabbia e quell'odio che ancora ribollivano nel suo corpo, non comprendendo perchè la odiasse così tanto.
Poi comprese.
L'odio contro l'odio. Lei l'ha sempre odiata sin dall'inizio e anche Mitsuki, alla fine, è precipitata in quello stesso odio.
Io ti odio perchè tu mi odi.
Io ti odio perchè tu amavi lei e odiavi me.
Io ti odio perchè tu non hai mai capito che ti amavo.
Io ti odio, ti odio e basta.
-IO TI ODIO!- urlò l'albina. Non disse altro, il suo grido echeggiò nell'aria e per tutta la Foresta.
La burattinaia sorrise.
-Questa è una risposta sensata. Allora mettiamo fine a questo scontro.-
L'albina estrasse la sua spellcard e la dichiarò, lasciando stupita la bambolaia che non si aspettava una spellcard.
-”Shining Love!”-
Si levò un lampo e le carte di Mitsuki si iniziarono a raggruppare e formarono dei cuori di media grandezza che si scaraventano contro l'avversaria e contro le sue bambole con direzioni non precise. Non era una spellcard molto complicata poiché si limitava solo a quegli insieme di carte che formavano i cuori, infatti Alice riuscì a schivarle con facilità per poi raggiungere l'albina passando rapidamente tra gli insiemi di cuori.
Mitsuki si ritrovò Alice di fronte che la prese per il colletto e la scaraventò a terra con la sua forza.
La ragazzina si issò a sedere, ansimante, cercando lo sguardo della sua nemica.
-...non è male come prima spell ma potresti colpire solo quella stupida fatina dei ghiacci.- le disse.
-Mah, potrei anche considerarti come mia avversaria... anche se una nullità come te non è degna nemmeno di potermi affrontare.- concluse, aggiustandosi i capelli e osservando lo sguardo fuorioso dell'albina. -...tornatene a casa dalla tua maestrina del cuore e non mi seccare più almeno finchè non avrai un asso nella manica a tua disposizione.- si voltò dandole le spalle come durante il loro incontro alla sorgente -Allora... potrei anche decidere di darti una possibilità.- disse infine, volando via.
L'albina urlò così forte che chiunque poteva averla sentita poiché l'eco sembrò riecheggiare in ogni parte della foresta.
Rincasò zoppicando e trascinandosi dietro la scopa, lo sguardo furioso e l'ira che però sentiva scemare lentamente.
Spalancò la porta di casa, salendo verso la sua cameretta senza badare minimamente alla presenza di Marisa e al fatto che le stesse parlando, probabilmente stupita per le sue condizioni. Ultimamente Mitsuki tornava quasi sempre conciata in quel modo assurdo, sembrava non voler mai accettare le batoste prese e Marisa continuava a preoccuparsi sempre di più.
Spalancò il suo armadio e vi estrasse la camicetta bianca, il gilè nero con le croci e la gonna in tartan. Prese i vestiti e scese di corsa verso il giardino passando accanto alla sua maestra che, nonostante tentò di fermarla, non ci riuscì.
Gettò i vestiti sul prato, fissandoli con una tale furia omicida che spaventò anche sé stessa.
-tu... per la quale ho perso quasi un anno a starti dietro, a soffrire, a piangere e...e... tante altre cose, ecco.- mosse le mani sul prato, cerchiando il perimetro che circondava i panni gettati a terra e mormorando con foga una formula per tre volte. Un piccolo fumo si levò dal centro, fino a lasciare che alte fiamme divampassero sui vestiti, divorandoli in breve tempo.
-TU! Tu che mi hai fatto soffrire così tanto!- urlò.
Marisa le si era avvicinata e la stava osservando, poteva sentire i suoi occhi puntati sulla schiena. -TU! per la quale non ho fatto che piangere!- continuò -Sparisci! Brucia con i tuoi stupidi regali! Esci dalla mia vita!- urlò ancora, in lacrime. -...lascia stare lei...- sussurrò, per non farsi sentire.
-Ti odio, Alice! Ti odio!- concluse, stringendo i pugni, mentre il fuoco divorava ciò che resta dei vestiti che le regalò la burattinaia.
-Mitsu..- sentì sussurrare alle sue spalle, ma non la ascoltò, era furiosa, con sé stessa e con quella donna che era stata crudele.
Quando vide che il fuoco divorava i vestiti senza pietà si sentì quasi sollevata, la sua rabbia si placò e il suo odio diminuì all'improvviso.
L'albina si rese conto lucidamente di ciò che era successo durante quello scontro. Alice l'aveva incitata, le aveva tirato fuori quelle parole di odio, aveva fatto in modo che fosse sincera con sé stessa e l'aveva anche aiutata a comprendere di star lottando contro qualcosa di stupido.
Mitsuki non poteva odiare Alice perchè amava Marisa dato che Marisa non era interessata ad Alice. La burattinaia stessa non aveva brutte intenzioni verso Marisa né verso di lei.
Mitsuki odiava Alice solo perchè non l'aveva mai trattata bene e le aveva dato solo odio, ed era quell'odio che stava contraccambiando.
Ma quell'odio aveva perso senso di esistere quando la burattinaia stessa l'aveva aiutata a rendersene conto. Quello non poteva certo trattarsi di un gesto di odio.
Era evidente che Alice aveva placato i sentimenti ostili aiutando l'albina e Mitsuki stessa si era calmata comprendendo i suoi gesti.
Era tutto finito, quell'odio non aveva motivo di esistere più.
-...Io non sono più inutile.- disse, osservando le fiamme. -Perchè io ti ho affrontato con tutta la mia rabbia e la mia volontà. Io ti ho ferita, hai assaggiato la mia rabbia e io ho assaggiato la tua. Adesso siamo pari.- continuò.
Iniziò a ridacchiare, lasciando scivolare via tutto lo stress, la tensione e la fatica che si erano accumulate in poche ore.
-Già, si.- riprese, asciugandosi le lacrime che aveva agli occhi a causa delle risate. -Adesso ti ricorderai di me, adesso tutti si ricorderanno di me.- annuì a sé stessa, mai si era sentita più potente.
-..Perchè io sono Kirisame Mitsuki, la maga rosa!-
Il cielo iniziò a brillare di una luce intensa e Mitsu alzò gli occhi al cielo cercando la fonte di luce, tuttavia notò uno strato di luce scintillante lo copriva. Si sforzò di capire cosa stava accadendo finchè non comprese che non era il cielo a essere diventato brillante ma era lei stessa che stava brillando.
E fu Marisa a farglielo notare.
-Mitsu... stai scintillando! Che cosa succede?- chiese la voce stupita dietro di lei.
Mitsuki portò le mani sul petto verso il fiocco, sfiorando il Melodic Prism che scintillava come mai prima d'ora. Aveva capito che si trattava di un oggetto magico alquanto strano, che aveva un passato misterioso che spaventava persino i suoi genitori, ma non avrebbe mai immaginato fosse così speciale da illuminarla completamente. Come mai quella luce così accecante apparsa in quell'istante?
Una perla di luce si separò dalla spilla e la lucentezza che ricopriva la ragazza si unì alla perla in un tutt'uno, la perla stessa di allungò, prendendo le sembianze di quella che sembrava essere una sottile linea che prese la forma di una bacchetta.
Era lunga, con rossi rubini alle due estremità. Nella sua lunghezza centrale vi era un vetro trasparente e si notava una piccola colonnina grigiastra al centro dell'asta.
L'albina allungò il braccio e la afferrò, sembrava intriso di magia ed era caldo e brillante ma non aveva idea di cos'era e del perchè fosse uscito dal Melodic Prism.
-Un catalizzatore? Non ne ho mai visti di così strambi.- affermò la maestra, avvicinandosi a lei e fissandolo.
-...Prism...- disse Mitsuki, osservadolo come in trance.
Doveva essere una bacchetta magica di quelle leggendarie che vengono custodite in determinati luoghi e vengono ritrovate in determinate condizioni, ma com'era possibile che Mitsuki fosse riuscita a ritrovarne una così, all'improvviso? Gli oggetti magici magari leggendari non vengono di solito custodi da spiriti o custodi vari? Era una specialità che capitava raramente e persino la sua maestra era sconcertata.
Quella bacchetta era uscita dal suo Melodic Prism per questo doveva esserci un nesso, un legame tra i due. Dato che quella bacchetta era nata dalla sua spilla, quella spilla doveva chiaramente essere un oggetto magico leggendario creato da antichi maghi, youkai o altre creature in strane e sconosciute circostanze.
Sicuramente entrambe erano stupite, incredule e perplesse per quella assurda apparizione, Mitsuki era davvero curiosa di sapere quale forse la sua natura e sarebbe quasi voluta correre al villaggio per sapere dai suoi genitori cos'era in realtà quel ciondolo.
Marisa la fissò con occhi brillanti perchè probabilmente ne era attratta come veniva attratta da tutte le cose più strane mentre Mitsuki sorrideva per la bellezza dell'oggetto che aveva tra le sue mani.
-Prisma...e...on...- disse.
-Cosa?- chiese Marisa, fissando perplessa la sua allieva.
Mitsuki annuì.
-Prismaeon. E' questo il suo nome.-

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TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

OTTIMO CAPITOLO, NON HO ALTRO DA AGGIUNGERE

oddesu, sono senza parole XD
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Concordo, spero solo che con tutte queste luci Mitsuki non diventa come il vampiro di twilight LOL.

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Spoiler! :
Classifica dei miei personaggi preferiti:
1° Sanae Kochiya
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2° Reisen Udongein Inaba
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3° Nitori Kawashiro
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4° Watatsuki no Yorihime
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5° Ellen
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 24 - Il Contratto

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La maga nera continuava a fissare quella strana bacchetta con sguardo assorto, quasi rapita. Era sempre solita a farsi prendere dagli oggetti e artefatti magici, ma non aveva mai visto una cosa simile prima d'ora.
Se la squadrò bene, rimuginando.
-...Mari...?-
La maga non si smosse, continuò il suo lavoro, qualunque esso fosse.
-MARISA!- urlò Mitsu. L'urlo fece voltare la ragazza dalla treccia bionda.
-che vuoi, Mitsu? Sto osservando la tua bacchetta!- sbottò, seccata.
-Appunto, la MIA bacchetta.- precisò la ragazza. Marisa rise.
-Che c'è? Pensi che te la rubi?-
Mitsu non rispose e Marisa iniziò a fissarla perplessa.
-...davvero pensi che te la possa rubare?- rise nuovamente - ma andiamo! Ha scelto te, no? Quando un oggetto magico sceglie un padrone non può funzionare per altre persone.- aggiunse, tendendole il Prismaeon, che l'albina afferrò rapidamente.
-Beh ma tu non ti fai di questi problemi, no? Se una cosa la vuoi te la prendi!- spiegò l'albina, osservando perplessa di come, quella bacchetta, si illuminasse nuovamente assumendo una forma sferica che si fondeva al Melodic Prism al collo dell'albina.
-Già, me la prendo da zé....- disse con una voce assorta. L'albina alzò lo sguardo e notò che la sua maestra la fissava con aria pensierosa.
-qua....qualcosa non va, Mari?- chiese l'albina, arrossendo. Marisa scostò lo sguardo e si alzò dal divano.
L'albina, perplessa, scrollò le spalle e si alzò anche lei, voltandosi, ma il suo corpo divenne all'improvviso pesante e precipitò a terra, affannata. Marisa le si avvicinò di corsa, aiutandola ad alzarsi.
-Mitsu, che succede? Come ti senti?- la fece sedere sul divano, controllandole la fronte. -Cosa ti ha fatto?-
-No... non è il Prismaeon...- le rispose, sorridendo -non ho dormito bene stanotte...-
-Ancora incubi? Mitsu, mi preoccupi...- rispose la maga, accarezzandole i capelli tanto da farla arrossire. L'albina rimase di sasso e riuscì soltanto a scuotere la testa per rassicurarla. -Non mi far preoccupare da zé.- aggiunse.
La maga rosa si issò dal divano e decise di uscire a prendere una boccata d'aria ma fu prontamente fermata dalla maestra che la intimò di non sforzarsi.
-Anche ieri eri uscita per lo stesso motivo e sei tornata malridotta e graffiata a causa di una danmaku battle! Non posso più fidarmi di quello che mi dici zé!- le disse, arrabbiata.
-Scusa Mari, l'incontro di ieri non era previsto, l'ho vista e mi... è scattato qualcosa dentro per il quale dovevo...- sospirò, fissando il pavimento -...dovevo farlo.-
-Ma tranquilla, non succederà più! Non ci sarebbe motivo, ormai.- annuì sorridendo. Marisa doveva proprio aver creduto a quel sorriso perchè sospirò e si scansò.
-Dove vai? Voglio sapere che movimenti intendi fare così posso venire a controllarti.-
-Vado da Reimu, lassù c'è un bel po' di aria e anche un posto sicuro.- disse lei, sorridendole. -...grazie perchè ti preoccupi per me e io ti faccio esasperare, Marisa...-
Marisa la fissò intensamente senza rispondere, la maga rosa arrivò alla porta d'ingresso e la spalancò.

Si ritrovò nel solito deposito a mettere in ordine alcuni oggetti senza proferir parola, in compenso fu la youkai sigillata nello specchietto che le parlava e la chiamava.
Mitsuki posò un barattolo su uno scaffale e sospirò, assorta nei suoi pensieri. Lo scontro del giorno prima era rimasto affossato dall'avvenimento accaduto subito dopo: la comparsa della bacchetta che l'albina aveva nominato Prismaeon.
In realtà era un altro nome dato a caso e poiché era uscita dal Melodic Prism aveva inventato un nome che si legasse al primo. Non sapeva ancora cosa fosse il ciondolo né cosa volevano dire i suoi genitori riguardo i suoi poteri, seppe solo che quel ciondolo aveva scelto lei ed in quel senso si sentiva alquanto speciale.
La parola “speciale”, però, non la aiutava. Era stata definita sempre un mostro o una creatura non normale a causa della tragedia dei nove, si riteneva strana perchè sentiva voci inesistenti e adesso aveva scoperto che qualcosa non andava nella sua famiglia: il mistero del ciondolo magico e i genitori spaventati che la proteggevano da qualcosa che forse doveva prendersela.
Arrivò a pensare di non essere sul serio la loro figlia, di essere stata adottata quella notte di luna piena o, peggio, era stata abbandonata da neonata nella notte davanti al ristorante.
Chi era Mitsuki? Che segreto celava il suo potere e quale passato aveva?
In realtà non aveva passato la notte con i soliti sogni, anche se questi erano sempre più frequenti. Quella notte l'aveva passata letteralmente in bianco a pensare su di sé, su Marisa e su Alice.
Come si doveva sentire a causa della sconfitta? I suoi sentimenti erano contrastanti, non sentiva di voler ancora uccidere Alice né si sentiva gelosa per Marisa poiché non c'era niente tra di loro, si sentiva solo invidiosa della sua bravura e ardeva per il desiderio di sconfiggerla e di diventare forte.
Si ritrovò a piangere, pensando a Marisa che forse non l'avrebbe mai notata a causa della sua inferiorità. Dopotutto cosa doveva farsene di una inetta avendo spasimanti molto più allettanti di lei? Era immatura e stupida, molto istintiva e a volte troppo buona.
A volte troppo cattiva.
Chi era lei, in realtà? Perchè si sentiva così spaventata?
Si accasciò a terra con la schiena alla parete, non capacitandosi di ciò che stava velocemente accadendo attorno a lei.
-Perchè piangi?-
-Non capisco più nulla di me! Io...io...io credo di non essere normale!- le rispose, singhiozzando.
-Normale? Cos'è la normalità per te?- le chiese Kagami con tranquillità.
-La normalità è essere una persona come le altre... un umano come le altre..-
-...cosa ordinaria. Ma non ti sembra noioso?-
Mitsuki alzò il capo e la fissò. Kagami non faceva che riflettere le persone, per cui in quel momento doveva riflettere i suoi veri sentimenti. Era quello ciò che l'albina stava realmente pensando?
-Io penso che tu debba essere solo te stessa, se poi sei speciale che male c'è? Avrai un motivo per sentirti orgogliosa, cosa che tu cerchi da molto.-
-E'... è vero che io vorrei essere conosciuta... però...-
-E' la tua occasione, la scoperta di un passato strano, di essere qualcuno di importante, di poter fare qualcosa che nessuno può fare.-
-Non ti capisco... io non voglio far crollare così le mie certezze.-
-Eppure l'idea ti alletta, anche se non saresti felice di scoprire magari... di non essere umana.-
Mitsuki fissò Kagami con il terrore dipinto sul volto.
-Cosa c'è?-
-No, io DEVO essere umana! Altrimenti Marisa...- smise di parlare, mordendosi le labbra. -...io sono me stessa...- continuò.
-Cosa volevi dire riguardo la tua maestra?-
-Io...amo Marisa...-
Kagami sorrise.
-Era ovvio, piccola maga. Sono contenta che tu l'abbia capito.-
-Ma se io non fossi umana? Come potrebbe amarmi?- chiese, anche se non era ciò che voleva realmente chiedere.
Kagami non rispose per cui Mitsu continuò.
-...io faccio soffrire la gente! Non ho il diritto di essere amata e Marisa non mi potrebbe mai amare!- spiegò l'albina. -...non potrebbe... perchè io non sono...-
-Non giungere a conclusioni affrettate, percorri la strada fino alla fine.- disse Kagami.
-Io... io ho fatto soffrire anche Alice...- spiegò, mordendosi le labbra -mi sono scagliata contro di lei... aveva tutto il diritto di odiarmi ma non ne avevo io...-
-Ma avete risolto o sbaglio? Sembri più serena.-
-Ma a che prezzo? Anche se ho perso, l'ho comunque aggredita.-
-Una danmaku battle in più non costituisce un problema, qui le cose vanno così.-
-Già... questa è Gensokyo...- appoggiò la testa al muro, sospirando. -...a Gensokyo contano i danmaku e non stupide bacchette.-
-Che bacchette?- chiese curiosa la youkai.
-Ah, non te ne ho parlato. Marisa dice che potrebbe essere un oggetto magico potente.- raccontò, asciugandosi le lacrime. Almeno per adesso aveva qualcos'altro di cui parlare senza dover pensare a ciò che era accaduto il giorno prima o ai suoi sentimenti assurdi. -Si chiama Prismaeon.-
-Curioso, non conosco nulla di simile.-
-Sono sciocchezze, forse Mari si sbaglia. Sarà qualcosa di inutile come nei libri di favole dove le maghette usano bacchette colorate per sconfiggere il nemico con un solo colpo.-
-Perchè non me la mostri? Sono interessata.-
-Mh... si...-
L'albina si alzò, pose lo specchio su un mobile dinanzi a sé e strinse il Melodic Prism posto al centro del fiocco.
-Guarda, ti faccio vedere!- disse, visibilmente più sollevata di prima. Chiuse gli occhi e si concentrò, richiamando a sé la sua energia. Non sapeva cosa dovesse esattamente fare per cui si preoccupò di immaginare nella sua mente la forma della bacchetta e di sperare che le apparisse davanti.
Non successe nulla.
Sospirò, si guardò attorno e tentò di riprovarci con lo stesso risultato, Kagami sorrise.
-Continua a provarci, vedrai che uscirà.-
-Si...certo...- bisbigliò l'albina, demoralizzata. Doveva essere davvero inutile se non era nemmeno in grado di far apparire la sua stessa bacchetta.
-Non demoralizzarti, non sai che nella magia è la mente quello che conta? Devi volere con tutta te stessa ciò che vuoi fare, altrimenti il tuo incantesimo non avrà alcun effetto. Solo le persone dotate di grande volontà diventano maghi.- spiegò con cura, l'albina si chiese come sapesse tutte quelle cose. -Questo perchè chi non ha forti volontà non riesce neanche ad utilizzare semplici incantesimi. Le sfide magiche sono battaglie mentali, perde chi ha la mente più debole che tende a vacillare.-
-Allora io ho perso in partenza.- disse lei, tornandosi a sedere.
-Se dici così, sicuramente.- sospirò la youkai, osservando la maghetta con sguardo severo. -Devi essere consapevole delle tue capacità, devi essere sicura di ciò che vuoi.- spiegò.
-Che dovrei fare, continuare a dirmi che la bacchetta apparirà come quando raccontavi ai bambini che esiste l'uomo nero sotto al letto?-
-Si, esatto, devi crederci. La sicurezza in sé stessi è la prima cosa.-
-Però...-
-Basta parlare, Mitsuki-chan. Fai apparire quella bacchetta.- le ordinò la youkai, l'albina la fissò perplessa poiché non aveva mai parlato con quel tono. -Chiamala, mostrale di essere la sua padrona, fatti obbedire. Dimostra che sei in grado di farlo.-
L'albina, forse perchè trascinata da quelle parole, decise di alzarsi e di riprovarci. Tentò di scacciare via dalla sua testa il pensiero che potesse non accadere, pensò che doveva uscire a tutti i costi solo perchè era lei a volerlo.
Non era facile, ma non ci mise molto a calmare il proprio animo: voleva quella bacchetta quanto il Master Spark di Marisa, che prese senza timore nel cuore della notte.
“Devi volerlo” ricordò che le disse Marisa su come far funzionare una spellcard.
Devi volerlo.
Allungò una mano e alcune flebili luci si unirono lentamente come spiriti saltellanti sul palmo della sua mano, formando una sagoma lunga e stretta che prese pian piano forma, fino a consolidarsi assumendo la forma della bacchetta con le gemme poste alle due estremità che era apparsa la sera prima.
-E' molto carina.- disse la youkai, osservandola con dolcezza.
Mitsuki sorrise, puntandolo verso di lei.
-E' strano, diverso da quelli che Marisa conosce...- spiegò. Il Prismaeon iniziò a brillare. -uh?-
-Cosa fai?- le chiese la youkai.
-Io...non so...- Dentro l'asta trasparente che lega le due gemme ai lati della bacchetta, si formò un piccolo vortice di bianco lucente, il quale avanzò a spirale da un'estremità all'altra. -Non capisco, non aveva mai fatto così!- spiegò, mentre il vortice divenne sempre più veloce, fino ad illuminare tutta la bacchetta ed anche l'intera stanza.
La porta si spalancò all'improvviso, l'albina si voltò e notò Reimu sull'uscio che aveva inquadrato sia l'albina che lo specchio accanto a lei.
-Mitsuki!- urlò la sacerdotessa, avanzando, ma la luce della bacchetta divenne più intensa. -Che cosa...?-
-Scusami, Reimu! Io non...-
La luce divenne quasi accecante l'albina urlò spaventata, mentre quel vortice del Prismaeon aveva inglobato l'intero deposito.
Bastarono pochi secondi per far sì che tutto tornasse normale, la luce svanì e la bacchetta si dissolse dalle mani incredule dell'albina. Mitsu aprì gli occhi, stropicciandoseli e guardandosi intorno per capire cosa fosse successo, così fece Reimu, che fissò dapprima la maga e poi lo specchio.
Anche Mitsuki posò lo sguardo sullo specchio e notò che Kagami non c'era, per cui lo prese tra le mani, terrorizzata.
-Kagami-san! Kagami-san!- urlò allo specchio. L'immagine della youkai degli specchi non si formò e sembrava non risponderle, tuttavia l'albina fu prontamente afferrata alle spalle dalla sacerdotessa che la trascinò via dallo specchio.
-Era questo che facevi, stupida?!- le chiese, adirata.
-Reimu, tu non...-
-Ti rendi conto del pericolo che hai corso? Quella youkai ha una potenza spaventosa per una novellina come te, potevi morire!- continuò, scaraventandola fuori dal deposito con una tale violenza che Mitsuki si dovette reggere alle colonne di legno per non cadere.
Tuttavia fu comunque inutile poiché l'albina crollò a terra nell'istante dopo in cui Reimu le aveva mollato uno schiaffo sulla guancia sinistra.
-Ti avevamo detto di starne fuori, ti avevamo detto di non fare cazzate, Mitsuki!- continuò, chiudendo la porta del deposito. -Se ti fosse successo qualcosa, come pensi che l'avrebbe presa Marisa?- disse, voltandosi e guardando un punto dietro di lei.
L'albina si voltò per vedere cosa stesse osservando Reimu e notò la sua maestra ferma davanti all'ingresso con uno sguardo molto serio.
-...E' stata lei a mettermi in guardia.- continuò Reimu, aiutando l'albina ad alzarsi. -Ha detto che ti comportavi in modo strano quando venivi qui.- la trascinò per il colletto e la lasciò davanti alla maga nera, che non batté ciglio. -Io devo assicurarmi che non ti succeda nulla, adesso vedetevela voi due.-
Reimu fece per entrare nel tempio ma si bloccò, voltandosi verso l'albina.
-...non sperare di ritrovare quello specchio, stavolta lo nasconderò con molta cura.- disse seriamente, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Seguirono alcuni secondi di silenzio dove la maga fissò l'albina senza dire nulla ma con lo sguardo serio quanto prima. L'apprendista, invece, sembrava triste.
-....cosa c'era di così importante in quella youkai?- chiese all'improvviso Marisa, senza mutare espressione.
-...poteva spiegarmi cosa sono davvero.- rispose l'albina, stringendosi le braccia al petto.
-...che sciocchezze.- Marisa sospirò, afferrando l'albina per il polso e trascinandola sulla sua scopa. -Tu sei Mitsuki e nessun altro.-

L'albina notò che la maestra era davvero triste e alquanto arrabbiata, probabilmente delusa per ciò che aveva fatto e per averle mentito.
Quando rincasarono si limitò a sospirare e si diresse nel laboratorio senza dire altro. Mitsuki farfugliò uno “scusa” a bassa voce che la maestra sentì, rispondendo con un mugolio per poi chiudere la porta dietro di sé.
Mitsuki entrò in camera sua e si gettò sul letto, singhiozzando. L'ultima cosa che voleva era deludere la sua maestra per cui pensò che ormai la odiasse e che non potesse fare più nulla per farsi amare.
Tra le lacrime e i singhiozzi, però, udì una voce.
Si poggiò il cuscino sul capo per non sentire, non aveva voglia di ascoltarle. Eppure continuò, quella voce familiare che la costrinse a togliersi il cuscino dal capo per cercare di scoprire da dove venisse.
Aprì il cassetto, trovandoci dentro il suo specchietto impolverato. Lo prese in mano e lo pulì con il braccio, osservandone la superficie che pian piano si illuminava dando posto ad una sagoma che lei conosceva fin troppo bene.
-Kagami-san!- urlò, gioiosa, prima di portarsi una mano davanti alla bocca.
Si alzò e si affacciò alla porta, controllando di non aver attirato l'attenzione di Marisa, per poi chiuderla e gettarsi nuovamente sul letto con lo specchio tra le mani.
-Kagami-san, sei tu! Ma allora stai bene, mi ero preoccupata!-
Kagami annuì, sorridendole e l'albina le sorrise in risposta.
-Ma cosa è successo? Ti...ti ho liberata? Ho sciolto il sigillo?- chiese, felice.
-No, non hai sciolto il sigillo perchè il mio corpo è ancora lì dentro, ma il mio spirito è stato liberato e separato dal mio corpo.- spiegò la youkai.
-Se...separato?-
-Non posso e non riesco a tornarvici... mi sto specchiando in questo specchio solo perchè lo stai facendo anche tu.-
-Perchè lo sto facendo io?-
-Si, Mitsu. Il mio spirito non può muoversi senza un corpo, io adesso sono dentro di te.-
L'albina fissò lo specchio stupita.
-Tu...sei dentro di me?- chiese, portandosi una mano al petto. Non si sentiva diversa, cosa voleva dire con quella affermazione? C'era davvero un'estranea nel suo corpo? Si guardò le mani, sconvolta.
-Vorrei... approfittare di questa situazione per chiederti una cosa, Mitsuki.-. L'albina, provata per la situazione, tornò a fissare la youkai inarcando un sopracciglio.
-Si.... dimmi, tutto quello che vuoi! Per quante volte mi sei stata ad ascoltare io voglio aiutarti!-
-Io sono solo uno specchio che riflette le altre persone, non conosco i sentimenti. Tu sei una persona curiosa, sei una persona che sa essere felice e sa anche essere triste.- spiegò la youkai, fissandola con intensità. -Voglio restare dentro di te e voglio che mi mostri il tuo mondo e le tue emozioni, i tuoi amici, i tuoi amori e i tuoi sentimenti. Voglio provarli anche io.-
Mitsuki scosse il capo confusa, cercando di capire cosa stesse accadendo. Sapeva della tristezza della youkai e desiderava aiutarla, per cui cercò di comprendere i suoi sentimenti.
-So che sei confusa ma...-
-Questo è un contratto?- chiese l'albina, osservando la superficie dello specchio -E' qualcosa che non si potrà sciogliere in alcun modo, no?- chiese ancora. -Dopotutto hai detto che non puoi tornare indietro...-
-Ma tu puoi farti aiutare a mandarmi fuori.-
-Ma non è ciò che volevi da tempo?-
-Non fraintendere, sono entrata in te in un modo strano e tu sei ancora conscia quanto lo sia io in questo specchio, questo non rientra nei miei poteri in quanto io non ho potere di indurti a far nulla.-
-Quindi mi stai dicendo che nonostante sei dentro di me io posso ancora decidere da sola cosa fare?-
-Esatto, non ho potere alcuno sul tuo corpo o sulla tua anima.-
-Beh... quando è così, allora...- Mitsuki accennò un sorriso, portando lo specchio al petto e stringendolo.
-Accetto.-

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TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Kira Lushia ha scritto:Stage 24 - Il Contratto
A Kyuubee piace questo elemento LOL (dovevo farlo D:)
ArcHeart ha scritto:Kagami: FOREVER ALONE çvç
Non più ò_o

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

ACC... addio Mitsuki, è stato un piacere!
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 25 - Tormenti dell'anima

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Era orribile sostenere il peso di ciò che lei stessa aveva causato, vivere giorno dopo giorno avendo fisso su di lei lo sguardo probabilmente arrabbiato e deluso della sua maestra che non voleva far preoccupare. Sapeva che Reimu e Marisa volevano difenderla ma sapeva anche di aver ragione e non aveva trovato ulteriori soluzioni se non quella di tener nascosta la verità.
Le sue menzogne non avevano portato a nulla di buono se non alla furia di Marisa.
La sua maestra le diede il permesso di stare fuori solo dopo essersi accertata che alloggiasse a casa di Hana, probabilmente per evitare che nascondesse ulteriori segreti o che tentasse di ritrovare lo specchio con Kagami. Per fortuna nessuno aveva capito che Mitsuki aveva liberato la sua anima e che adesso alloggiava dentro di lei: lo specchio era ancora lì, intatto, per cui Reimu non avrebbe potuto sospettare minimamente che la youkai fosse scappata altrove. Inoltre il corpo di Kagami era ancora chiuso nello specchio, solo la sua anima si era separata da lei.
Restò da Hana per alcune settimane, con la mente ed il cuore confusi dalle vicende che erano trascorse e con il solo conforto dell'amica e della youkai degli specchi che segretamente le parlava quando erano da sole. Sapeva che con le sue azioni si era giocata l'unica possibilità di conquistare il cuore di Marisa e, nonostante le parole di incoraggiamento di Kagami, decise di distrarsi, accettando di frequentare un ragazzo che aveva conosciuto alcuni giorni prima e che si era rivelato gentile e simpatico.
Purtroppo però non era facile sopprimere l'amore che era realmente dentro di lei e spesso la sua mente si spostava, ritornando ai giorni antecedenti alla partenza per il villaggio, ricordando di quanto Marisa la fissasse in silenzio e quanto l'albina fosse impaurita per la sua rabbia e per i suoi silenziosi pensieri.
Non parlava, non accennava a sorrisi o a sguardi di odio ma si limitava a fissarla. La cosa in sé per sé era irritante.
Cosa pensava? Perchè la fissava con tanta attenzione? Perchè, da una settimana a quella parte, continuava imperterrita nel suo modo di fare senza esprimere i suoi pensieri? Era raro che Marisa non le dicesse in faccia cosa pensava per cui Mitsu iniziò a credere che forse il periodo del suo apprendistato si sarebbe concluso a breve.
Quando la sua maestra le disse di andare a stare da Hana per un po' ebbe la sua definitiva conferma, seguita da un tuffo al cuore e dalle sue certezze che sembrarono crollare assieme al mondo in cui aveva vissuto per un anno intero.
Hana aveva tentato di distrarla, Kagami cercava continuamente di incoraggiarla e il suo nuovo ragazzo voleva farla sorridere.
Mitsuki si sentiva più che mai perduta, sull'orlo di un precipizio da cui si sarebbe buttata a breve.
Fissò il bicchiere semi vuoto di tè con lo sguardo un po' vacuo, adesso più che mai la sua vita e il suo futuro erano in crisi. Non poteva né voleva tornare al ristorante, la sua vita stava cadendo a pezzi piano piano e lei non poteva fermare lo scorrere degli eventi.
Tutto dovuto alla sua curiosità, anche se non ha mai rimpianto di aver parlato con Kagami.
-Mitsuki-chan, vuoi altro tè?- le chiese una voce maschile.
L'albina tornò dal mondo dei sogni e alzò il capo, osservando il giovane umano dai capelli color amaranto leggermente mossi e legati in una piccola codina dietro il capo.
-mh... un altro po' ...ok, si, grazie Jun.- rispose la ragazza, osservando il giovane mentre le versava dell'altro tè nella tazza.
-Sei piuttosto pensierosa...lo sei da un po'...- rispose il ragazzo, giocherellando con i capelli albini della ragazzina.
In effetti, all'inizio si era comportata nel modo più naturale possibile, cercando di non esternare i suoi problemi ma, purtroppo, non riusciva più a tener freno ai suoi pensieri, trascinandoseli ovunque andasse.
-si... mi dispiace...- rispose con un filo di voce.
Jun si avvicinò di più all'albina e la strinse a sé, costringendola a voltarsi per guardarlo negli occhi.
-... forse non stai bene con me?- chiese, accarezzandole la guancia.
-... no... non è questo...- rispose l'albina, arrossendo. Jun era un ragazzo davvero simpatico e tranquillo, caratterialmente poteva sembrare il corrispettivo maschile di Hana, per questo si trovava bene con lui. Erano fidanzati ormai da una settimana, dopo che si erano conosciuti per caso al villaggio una decina di giorni prima.
Il ragazzo assunse un'espressione dolce e compassionevole, sicuramente aveva intuito che Mitsu era preoccupata e stava soffrendo per qualcosa.
Si sentì tremendamente in colpa.
Era stata spesso assalita dal pensiero di stare usando quel giovane per dimenticare i suoi problemi tuttavia cercò di scacciarlo e di dimenticarsene, dopotutto si trovava bene con lui e negli ultimi giorni si era anche divertita dopo tanto tempo.
Jun avvicinò il viso a quello dell'albina e con dolcezza le leccò le labbra. Mitsu era abbastanza imbarazzata, ma imitò il suo gesto finché non si unirono entrambi in un tenero bacio.
Si staccarono pochi istanti dopo, gli occhi di Jun erano fissi su Mitsu.
-...c'è qualcun altro?- chiese lui, senza smettere di fissarla.
-Ma... no... certo che no...- rispose la ragazza, titubante. Il giovane la portò a se e le accarezzò il capo.
-Cos'è che ti turba? Non puoi mentirmi, lo si legge dai tuoi occhi.- spiegò.
Mitsuki si strinse a lui, spaventata.
-La... la mia maestra è arrabbiata... non mi parla da un po' … sarebbe tremendo se mi cacciasse...-
-Ci tieni così tanto a diventare una magician completa?- chiese lui.
-Non è questo! Non voglio perderla!- alzò la voce, mentre il suo corpo tremava. Capì che la sua risposta era fraintendibile, per cui si staccò dalle braccia del ragazzo e lo fissò negli occhi. -Lei mi ha insegnato tutto ciò che so, se adesso mi manda via io che faccio? Non sono ancora così brava da cavarmela da sola!-. Suonava tanto come una scusa, eppure era la verità. Ma il ragazzo scosse il capo.
-Sicura che è solo per questo?- l'albina lo fissò stupita. -Sicura che non è per altro? Non mentire a te stessa.- concluse.
Mitsuki si voltò, tornando a fissare il bicchiere colmo di tè appena versato.
Un lampo di luce illuminò la stanza, seguito da un tuono. Seguirono altri secondi di silenzio, prima che la ragazza parlò.
-Io voglio bene alla mia maestra perchè mi ha dato molto.-
-Continui a mentire.- disse Jun, accarezzando la testolina della ragazza che si voltò verso di lui. -Stai mentendo perchè vuoi auto convincerti che sia così.-. L'albina lo fissò perplessa mentre il silenzio seguente fu rotto dal rumore della pioggia che batteva sulla finestra. -...sembra proprio che non è nel nostro destino stare insieme...- aggiunse, portando via la mano dal capo della ragazzina e fissando la finestra bagnata dalle gocce di pioggia. -Peccato, mi sono trovato bene con te.-
-No, Jun! Ti prego, non dire così!- disse l'albina, tirandogli un braccio. -Dammi una possibilità, vedrai che...-
-Vedrai cosa? Il tuo cuore non sarà mai mio perchè è già di un'altra persona.- le rispose severamente per poi accennare un sorriso, ma Mitsuki si rattristì. -Vai, vola al tuo nido.- concluse, dandole un bacio sulla fronte. -E' stato bello stare con te, sarai una buona compagna.- le bisbigliò.
La pioggia scendeva a fiotti, bagnando ogni albero e terreno.
L'albina non si preoccupò nemmeno di coprirsi, ormai era già completamente bagnata fradicia e si era accucciata sotto un albero sul sentiero, a due passi dalla casa di Marisa.
Era scappata senza nemmeno avvisare Hana ma non aveva idea del perchè stesse tornando a casa, sapendo che Marisa non sarebbe stata felice di vederla.
Dopotutto non era lì che voleva tornare, non sapeva nemmeno dove andare poichè si sentiva triste, abbattuta, sola. Aveva appena perso un ragazzo gentile come Jun che probabilmente avrebbe costruito un bel futuro con lei al villaggio. Come al solito tutti si allontanavano e la lasciavano, forse non era nemmeno degna di essere amata.
La pioggia non accennava a smettere ma si univa alle sue lacrime, sul suo viso triste e arrossato. Scoppiò a piangere rumorosamente.
Continuò a sfogarsi, urlando e singhiozzando, anche dopo che si era accorta della presenza di Marisa di fronte a lei. Doveva essere uscita di casa e, tornando, doveva averla sentita piangere.
Si avvicinò all'albina e si inginocchiò, portandola a sé e abbracciandola. Mitsuki, incredula per quel gesto, decise di rinnegare qualsiasi pensiero e si limitò a tuffarsi tra le sue braccia, calmandosi un po' ma continuando a singhiozzare.
Le sue parole furono inaspettate quanto incredibili. L'albina era ancora abbracciata a lei quando sentì la sua voce riscaldarla nel profondo della sua anima.
-...non permetterò a nessuno di farti del male.- disse la maga, stringendola. -..se qualcuno ci prova, lo prendo a pugni zé.-
In quel momento ricordò le parole di Jun e di quanto avesse deluso quel povero ragazzo giocando con i suoi sentimenti. Probabilmente non era degna di amore.
Probabilmente non era nemmeno degna di quell'abbraccio.
Si staccò da Marisa e si alzò di scatto.
-Mi dispiace....mi dispiace...- disse, con il viso bagnato di pioggia e lacrime. Marisa la fissò triste.
L'albina si voltò.
Era scappata di nuovo.
La pioggia cessò ed il sole continuava a giocare a nascondino oltre le nuvole. La foresta era bagnata a causa dell'acquazzone dell'ora prima e l'albina si ritrovò a camminare nella fanghiglia e a venir bagnata da alcune gocce che scivolavano dalle foglie degli alberi.
Era completamente bagnata e aveva spesso starnutito, si ritrovò a scivolare per terra sporcandosi tutta. Tentò di rialzarsi ma si sentiva troppo debole, le forze l'avevano abbandonata e si sentiva avvampare di calore, pensò perciò di essersi ammalata.
Nonostante il calore tremò, si raggomitolò spaventata e chiuse gli occhi, ansimando.

Il buio, il nulla.
Non un suono né una luce.
Lentamente la ragazzina avanzava nel nulla, chiedendosi quale fosse il luogo da raggiungere. Eppure non esistevano luoghi da raggiungere, non esisteva più nulla.
Poteva udire il battito del suo cuore aumentare per la paura nel vuoto di un'esistenza nulla, da sola, in un luogo dove non c'era né inizio né fine.
Si fermò, spaventata. non aveva il coraggio di parlare, era solo terrorizzata dall'aver perso ogni cosa. Una sensazione disgustosa, a dir poco mostruosa, che mischiava ansia e inquietudine con il terrore e il dolore. La sofferenza della vita che finisce e il terrore dell'eterno oblio.
Una situazione che spaventava. Una sensazione infinita dove non vi era una via d'uscita.
Non pensò, non pianse, non si fermò, avanzò nel nulla come se fosse l'unica cosa da fare per l'eternità.
Le ci volle un enorme sforzo di volontà per fermarsi, mentre il suo corpo continuava a tremare come sotto spasmi. Ciò che la aiutò nel cercare razionalità in quel buco nero fu una voce, sottile, quasi inudibile, ma nel nulla dell'oblio c'era così tanto silenzio che anche un lontanissimo sospiro poteva essere udito.
Si voltò, lo capì dal movimento del collo, ma non era in grado di capire in che direzione. Il paesaggio era uguale, non c'era nulla, nemmeno lei. Era solo l'ombra di qualcuno che si muoveva nell'oscurità.
E ancora la voce sussurrante, stavolta più forte.
Lei non parlò, non aveva la voce per farlo. Ma poteva ascoltare, ogni parte del suo corpo d'ombra ascoltava quella voce come se fosse un miracolo nel nulla. E la voce suonò più chiara così che ne distinse le parole, mischiandole e riordinandole per dar loro un senso.
-Sento che finalmente sei qui.- disse la voce nel nulla. Era facile poter intuire il timbro maschile. Ma cos'era un maschio, dopotutto? Nel nulla assoluto un maschio e una femmina non erano importanti, come non era importante se eri nudo, menomato, un bambino o un vecchio, se eri stupido o intelligente. Nel nulla assoluto non c'era che l'eterno oblio.
-Quanto vuoi farmi attendere- continuò la voce, quasi emozionata. -Vieni da me come tutte le altre. Ti farò maledire la tua nascita.-
La voce ripeteva sempre le stesse cose. La chiamava, chiamava lei. La voleva, la bramava. Lo percepiva nel nulla del suo insieme. La voce percepiva il suo terrore.
Era lui, era sempre lui, continuava ad inseguirla e a tentare di prenderla. Stavolta, però, sembrava sicuro di sé.
-Ti troverò, non temere. L'incubo nel quale stai viaggiando sarà ben presto la realtà che ti distruggerà.-
Nel nulla dell'oblio la voce tacque.
La luce tornò ad illuminare l'oscurità e il paesaggio tornò visibile: un'enorme distesa di macerie e rovine che sembravano provenire da un luogo dimenticato in qualche epoca passata.
La luce si concentrò in un piccolo luccichio che brillava ad intermittenza davanti al viso dell'albina, che adesso si sentiva più tranquilla.
Non riusciva a capirlo, non comprendeva le sue parole ma sapeva che anche lei la stava chiamando. Prese la luce tra le sue mani e la strinse al petto.
-Forse è ora che ti svegli, Mitsuki-chan.- disse una voce alle sue spalle.
L'albina si voltò di scatto e notò lo sguardo preoccupato della youkai degli specchi.
-Kagami...-
-No, parleremo in altra sede di quello che è accaduto qui, svegliati per favore.-
La maga rosa, perplessa, chiuse le palpebre e quando le riaprì si ritrovò stesa per terra.
Accanto a lei c'era una Marisa preoccupata che stava tentando di svegliarla e quando la vide aprire gli occhi ebbe un sospiro di sollievo. L'albina si issò, sentendo che la febbre era scesa e le forze erano tornate, ma cosa era successo?
-Mi hai fatta preoccupare, ti ho vista che ti agitavi e non volevi aprire gli occhi da zé!- le disse con sguardo serio.
Mitsuki si limitò a farfugliare qualcosa, preoccupata di rivelare i suoi pensieri. Era ancora scioccata per ciò che era successo poco prima e non se la sentiva di voler parlare con lei faccia a faccia.
-Mitsuki! Si tratta dei sogni, non è così da zé? Non è assolutamente normale, devi andare da Eirin e farti dare qualcosa che non ti faccia fare più questi strani sogni!- spiegò.
La maga rosa tremò, la sua maestra le aveva appena dato un'idea che poteva aiutarla a non dover più fare quegli assurdi incubi che sembravano reali, inoltre aveva trovato una soluzione per sfuggire a quella situazione imbarazzante.
Si alzò velocemente e si voltò, aggiustandosi i vestiti e pulendosi come meglio poteva.
-...ohi...- Marisa la chiamò ma Mitsu non volle rispondere, si morse le labbra mentre tentava di pulirsi alla meglio. Il suo viso era rosso, il suo cuore pulsava velocemente ed era totalmente confusa. L'unica cosa che voleva fare, in quel momento, era scappare via.
Dopotutto era l'unica cosa che era in grado di fare.
-...prendi.- le disse.
L'albina si voltò con riluttanza, cercando di non incrociare il suo sguardo, notò che la maestra le stava tendendo la sua scopa.
-...cosa?-
-Prendila, la tua è a casa e l'Eientei è lontano... e vuoi andarci da sola, no?- le disse, con sguardo serio che Mitsuki cercò di evitare.
-...ma tu come fai?- chiese lei, con voce flebile.
-Posso camminare, altrimenti volerò da zé.- disse, abbozzando un sorriso che sembrò svanire quando l'albina non lo ricambiò.
-Ma se mi dai la scopa come voli?- aggiunse. Marisa sospirò.
-...non ho bisogno necessariamente della scopa per volare, sai?- rispose, attirando l'attenzione dell'allieva che stavolta la guardò negli occhi. -Posso farlo anche senza da zé-
-...sai volare senza la scopa?-
-Per chi mi hai presa? Certo che posso. E un giorno insegnerò anche a te.-
La sua risposta costrinse l'albina a voltarsi rapidamente. Il suo cuore aveva accelerato i battiti e in quel momento il suo pensiero era solo uno: Marisa voleva continuare ad insegnarle la magia.
Si ritrovò a sorridere come se tutto ciò che l'avesse tormentata per due settimane fosse sparito.
La maestra la costrinse a prendere la sua scopa e Mitsuki, senza guardarla in viso, annuì con il capo in senso di ringraziamento.
-D'accordo, vado a prendere la medicina.- disse, montando sulla scopa della maestra e alzandosi in volo.
-Sta attenta da zé...- disse lei.
Prese velocità e si lasciò indietro la sua maestra e tutto ciò che era successo in quei minuti. Si chiese come mai Marisa l'avesse lasciata andare da sola nonostante tutto ma forse la risposta la sapeva già.
Sorrideva, mentre si accingeva a sorvolare la Bamboo Forest. Scese in picchiata e perse un po' di quota così da poter volare tra gli alti bambù che si ergevano maestosi attorno a lei.
Mentre volava verso la sua meta qualcosa sbucò da un lato, costringendola a frenare per non investirla.
Si fermò a mezz'aria, osservando la cosa che era sbucata.
Si trattava di Mystia.
-Oh, Mitsu-chan, sei tu!- disse il passero notturno, svolazzandole davanti -Ti avevo presa per uno youkai- disse, annuendo.
-No, sono io.- disse l'albina, ridacchiando. Anche Mystia rise di conseguenza, era bello farsi due risate in compagnia.
E poi ebbe una idea.
-Mystia, ti va una danmaku battle con me, adesso?-

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ArcHeart
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

Jun <----
Spoiler! :
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Mitsuki perde Marisa ma non il vizio XD
ç___ç è triste questa parte
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Kira Lushia
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 26 - Powerful Shining Love

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Mystia fissò sconcertata l'albina dato che la richiesta era alquanto insolita. Dopo qualche istante di riflessione sorrise, annuendo.
-Non posso certo rifiutare la sfida di una amica!- disse, preparando le sue spellcard. Mitsuki strinse la sua che aveva creato un mese prima e testato contro Alice, tenendosi forte sulla scopa prestatale da Marisa.
Aveva chiesto una sfida poiché gli eventi di quegli ultimi tempi l'avevano abbattuta ma dentro di lei voleva qualcosa per sfuggire a quella tristezza, qualcosa per cui combattere.
Mitsuki voleva lottare per l'amore di Marisa, l'unico che avesse mai desiderato. Voleva conquistare il suo cuore, voleva il suo sorriso, il suo calore, essere assieme a lei. Fissò la sua spellcard con rabbia e ardente passione, aveva già pensato di modificarla leggermente e sapeva cosa doveva fare. Era tempo di lottare con tutta se stessa e di dimostrare il suo coraggio e il suo amore.
Mystia era stata solo la prima persona a cui aveva pensato di sfidare ma se avesse vinto si sarebbe sentita finalmente fiera di sé stessa.
Percepiva Kagami dentro di lei. Sentiva la sua presenza anche se non sapeva cosa volesse dirle né cosa pensasse. Kagami le aveva detto che quando il loro legame e la loro unione sarebbe diventata più solida, avrebbero potuto mentalmente comunicare in qualsiasi luogo ma per ora era accaduto solo nel sogno che aveva avuto poco prima. Non sapeva se sarebbe stato un bene o un male, tenendo conto del fatto che Kagami l'avrebbe seguita sempre anche in momenti di intimità, eppure non ne ebbe paura, anzi, fu confortata dal sapere che non sarebbe stata più sola.
La youkai svolazzò attornò a Mitsuki per riportarla alla realtà.
-Ci sei? Sei pronta?- le chiese. L'albina annuì, sorridendo in modo radioso come non faceva da alcune settimane. Che fosse stata l'affermazione di Marisa a risollevarle il morale?
Aveva pensato di essere sul punto di dover rinunciare agli insegnamenti e alla sua maestra ma all'improvviso Marisa le aveva assicurato che le avrebbe insegnato a volare, che quindi voleva continuare ad averla come allieva. La certezza di un nuovo futuro scacciò via le due settimane di sconforto e aiutò l'albina a comprendere che la sua maestra non era nemmeno più tanto arrabbiata.
Adesso doveva sconfiggere quella debole maga rosa che aveva pianto per due settimane e che aveva sfruttato quel povero ragazzo per la sua disperazione. Doveva distruggere quella debole creatura, l'unico modo che aveva per farlo era quello di vincere una danmaku battle e di alzare la sua autostima. Doveva combattere con tutte le sue forze e vincere, in quel momento Mystia rappresentava solo la sua sé stessa debole.
Ancora una volta stava usando qualcuno...
Beh, tanto a Gensokyo queste cose sono all'ordine del giorno. Rise.
-Sono prontissima. Si dia inizio alla sfida!-
La youkai partì senza indugi, rilasciando danmaku verdastri in posizione circolare e in file da tre ciascuno. Non era per nulla difficile da evitare, bastava seguire gli spazi tra ogni fila di danmaku e spostarsi con cautela da un lato per la prossima scarica, leggermente più spostata rispetto alla prima.
L'albina non voleva essere da meno e partì con il suo primo attacco. Usò la magia per lanciare le sue carte da gioco col seme di diamante in colonne disposte come i raggi del sole, le quali avanzavano a spirale verso la youkai.
Mystia non si fece trovare impreparata dato che si esibì in un'aggrazziato slalom tra i danmaku e passò al contrattacco. Sparò anche lei raggi di danmaku stavolta più grandi e dal colore azzurrino, lasciando che l'albina si posizionasse negli spazi vuoti, dopodichè riprese a sparare i danmaku verdi in posizione circolare, lasciando all'albina uno spazio minore nel quale destreggiarsi. Mitsuki non si demoralizzò, riuscì a schivarli anche nello spazio ridotto.
-Moth Sign "Sphingid's Wingbeats" - dichiarò la youkai, creando delle file di danmaku bluastri in posizione orizzontale, sparse qui e là per il territorio. Intanto, una scia di danmaku rossicci venivano lanciati verso l'obiettivo, Mitsuki, la quale si scansò sulla sinistra, lasciando che la colonna di danmaku la sfiorasse. Ma non poteva essere così facile, restò in guardia. Infatti, dai danmaku bluastri in posizione orizzontale, venivano rilasciati altri danmaku, stavolta freccette di un viola acceso, che si lanciavano sia avanti che dietro la posizione del danmaku dalla quale erano stati generati. Considerando i molti danmaku blu presenti in giro, ben presto la visuale divenne colma di freccette assassine e Mitsuki dovette concentrarsi nello schivarle, attenta a non farsi colpire dalla consueta colonna di danmaku rossi che veniva scagliata contro di lei dalla youkai.
Mitsuki ne uscì illesa, senza riportare nemmeno un graffio e questo la sollevò non poco. Stava seguendo i consigli che aveva sempre ricevuto da Marisa e da Reisen, stava mantenendo la calma e stava studiando le direzioni di più danmaku allo stesso tempo.
Adesso toccava al suo contrattacco per cui posizionò le carte col seme di fiore in posizione circolare con lei al centro, le rilasciò a strisce di due alla volta, che si aprivano a mo di corolla verso Mystia. Anche la youkai era ben preparata e li schivò con semplicità, ma l'albina non aveva terminato. Mentre le corolle circolari di carte continuavano ad aprirsi e a vorticare verso la youkai, l'albina lanciò le carte col seme di picche a colonna verso di lei, dandole poco spazio per attraversarle, il che però non le impediva di posizionarsi in mezzo a due colonne e di continuare, seppur con più fatica, a schivare le corolle.
-Night-Blindness "Song of the Night Sparrow"- dichiarò la youkai, lanciandosi nuovamente in attacco contro l'albina.
Era fatta, Mystia aveva attivato la sua ultima e più difficile spellcard e Mitsuki doveva cercare di sopravvivere in tutti i modi.
La sua visuale calò in fretta, ad un tratto il paesaggio si scurì e non vide che soli pochi metri davanti a lei. Le arrivarono contro flotte di danmaku rossi ad incrocio, che schivò all'inizio con semplicità, ma pian piano iniziarono ad aumentare e l'albina trovò più faticoso lo schivarle con soli pochi centimetri di visuale. Doveva tenere i nervi saldi, doveva osservare il movimento di ogni danmaku e doveva calcolare in un istante le direzioni di ognuno, volandoci accanto e passandovi attraverso senza essere colpita.
Riuscì a resistere e pensò fosse giunto il momento del contrattacco finale. Strinse al petto la spellcard che usò contro Alice, quella che aveva faticosamente creato con l'aiuto delle sue amiche e della sua maestra. Quella spellcard era l'unica via d'uscita nonché l'unica spell mai realizzata in vita sua. Era diversa dalla prima versione, era più strategica ed era anche infusa di tutti i suoi sentimenti.
Sorrise e alzò al cielo la sua spellcard.
-Full Heart "Powerful Shining Love"- dichiarò. Le carte col seme del cuore si posizionarono attorno all'albina formando un cuore in tre fasce che man mano si staccavano dal cuore gigante e le carte si consolidavano in insiemi di cuori di dimensioni variabili.
Mystia schivò gli insiemi, ma pian piano dovette notare che gli insiemi non seguivano uno schema predefinito ma si muovevano in modi sempre diversi e in direzioni diverse. Adesso avrebbe dovuto osservare gli insiemi che le si avvicinavano e intuirne il punto di impatto. Tutto questo in pochi istanti e con molta precisione.
Con estrema felicità, Mitsuki notò che anche una youkai come Mystia poteva faticare nello schivare quegli insiemi disordinati che in realtà seguivano uno schema a ripetizione ben preciso con un tempo di realizzazione che bisognava essere calcolato. Non avrebbe potuto calcolarlo e nello stesso tempo schivare tutti i danmaku, calcolando sia la direzione che la velocità e venne infatti colpita più di una volta.
Un tocco finale furono alcune colonne di carte sparate da cerchi magici che l'albina aveva creato alle spalle dell'avversario che era intento ad evitare gli insiemi. La strategia era simile alla spellcard Earth Light Ray di Marisa, che però prevedeva uno sparo contro l'avversario e dei raggi laser alle sue spalle mentre quella di Mitsuki prevedeva delle colonne di danmaku alle spalle e degli insiemi davanti al nemico.
Mystia iniziò ad agitarsi, non aspettandosi lo sparo alle spalle. Continuò a commettere errori e la sua spellcard venne spezzata.
Mitsuki vinse la danmaku battle.
Saltellò allegramente sulla sua scopa, svolazzando in giro, mentre Mystia sospirava un po' delusa ma un po' felice che l'amica ce l'avesse fatta.
-Ma dov'è quella reporter quando serve??- chiese l'albina, guardandosi in giro dopo aver messo su il muso. -Aya-saaaaaaaan! Ho vinto la mia prima danmaku battle! Uffa!!!- urlò l'albina alle cime dei bambù, silenziosi.
-In un modo o nell'altro si saprà, non ti preoccupare!- disse Mystia, abbracciando Mitsuki, che arrossì.
-Mystia!...Arigatou!-
-Ah ma... dov'è che stavi andando?- chiese l'amica, curiosa.
-Il rimedio!- urlò all'improvviso l'albina, ricordandosi il motivo per il quale si stava dirigendo all'Eientei. -Grazie Mystia, devo scappare!- disse, riprendendo il volo diretta all'Eientei, muovendosi velocemente nel cielo con una rapidità ed una facilità incredibile.
Pensò che ultimamente andasse a destra e sinistra con più velocità di quanto non avesse fatto in vita sua, la sua vita si era trasformata dal giorno in cui aveva trovato il libro ed il Melodic Prism.
Aveva incontrato Marisa, della quale adesso era innamorata a tutti gli effetti. Aveva imparato la magia e adesso cavalcava una scopa nei cieli di Gensokyo, stringendo a sé la sua prima spellcard e condividendo il corpo con una potente youkai.
Sorrise, pensando a quante cose erano accadute fino ad allora. Ricordò della sua fuga di casa, quando suo padre le disse che non avrebbe mai fatto nulla di concreto nella sua vita.
Fuggì in piena notte raggiungendo il tempio Hakurei soltanto il mattino dopo, quando pregò gli dèi per cambiare il suo destino.
Cambiare il suo destino... era una frase che si era detta spesso in quegli ultimi tempi. Voleva diventare qualcun altro, voleva avere qualcosa di diverso, voleva trovare la sua vera strada.
La strada la trovò nella magia e nel libro di magia trovato nella soffitta del ristorante il giorno dopo, assieme al Melodic Prism gelosamente custodito in un panno e nascosto in un cassetto bloccato di un mobile. Se non ci avesse sbattuto contro forse non l'avrebbe mai ritrovato. Erano stati gli stessi dèi a far si che inciampasse e finisse contro il mobile per riportare alla luce il prezioso pendente di cui i suoi stessi genitori avevano paura?
Grazie a quel libro scoprì l'universo della magia, Reimu le consigliò di andare al Kourindou per tentare di trovare i volumi mancanti e quella sera stessa che dormì al tempio conobbe anche Suika.
Ridacchiò al solo ricordo del buffo incontro con la oni. E il giorno dopo marciò verso il Kourindou, dove avrebbe incontrato il suo destino.
Scosse il capo notando di essere ormai al palazzo dell'Eientei e si fiondò dentro alla ricerca di Eirin-sensei.
-Mitsuki-chan!- la richiamò una voce alle sue spalle.
L'albina si voltò riconoscendo la voce, infatti si trattava di una coniglietta vestita con quella che sembrava una divisa scolastica del mondo esterno.
-Reisen! Sono qui per Eirin-sensei, dove posso trovarla?- chiese l'albina, guardandosi intorno.
-Mi dispiace Mitsu, la Master adesso non c'è... è urgente? Puoi passare più tardi o domani?- chiese la coniglietta lunare, scrutando alcuni graffi dell'albina e l'abito sporco di fanghiglia in alcuni punti. La sua espressione divenne preoccupata ma l'albina le sorrise e annuì, cogliendo l'occasione per raccontare del suo scontro con Mystia saltellandole intorno peggio di un coniglio.
-Fantastico! Sono felicissima che tu ci sia riuscita!- esclamò l'amica, abbracciando Mitsuki con gioia. -Poi ti sfiderò, così mi mostrerai la tua spellcard!- disse -Adesso però ho del lavoro da fare e sai che succede se non faccio il mio dovere...- spiegò, guardandosi attorno tremante. Mitsuki capì all'istante e ridacchiò, dandole una pacca sulla spalla.
-Ti capisco!-
Salutò l'amica, osservandola mentre spariva nei meandri dell'enorme residenza.
Si avviò verso l'uscita, incrociando una ragazzina leggermente più bassa di lei dai capelli lilla. L'albina si fermò di scatto ricordandosi di averla già vista prima ma la ragazza avanzò senza darle attenzione e svanì anche lei tra i corridoi dell'Eientei.
Restò ferma con sguardo perplesso, con il Melodic Prism che emanava una flebile luce e una sensazione di nervosismo e curiosità.
-...chi era quella tipa?- si chiese, osservando il punto in cui era sparita. -...aveva una grande energia.-
Si voltò, scosse il capo e tornò in groppa alla scopa, diretta a casa anche se purtroppo a mani vuote.
Non c'era molto da fare, doveva tornare l'indomani e si dimenticò della faccenda sulla via del ritorno, pensando se dovesse o meno entrare nella villa.
Si ritrovò davanti all'ingresso, confusa.
Due settimane prima Marisa era arrabbiata e l'aveva mandata a casa di Hana. Poche ore prima l'aveva abbracciata sotto la pioggia e poco dopo l'aveva trovata svenuta nel fango.
Poco dopo ancora le aveva dato la sua scopa e l'aveva lasciata andare all'Eientei a prendere il rimedio che la aiutasse a dormire meglio, il tutto con serenità.
Le aveva anche detto che un giorno le avrebbe insegnato a volare senza scopa, per cui voleva ancora insegnarle la magia.
Come doveva comportarsi con lei? A conti fatti non era successo nulla di grave per questo Marisa si era tranquillizzata, doveva prevederlo da una persona come lei... eppure Mitsuki continuava a sentirsi amareggiata e confusa, probabilmente a causa di sé stessa. Il pensiero di essere indegna e inferiore tornò a farsi vivo dentro di lei e la sua autostima calò, come se lo scontro di poco prima non fosse mai esistito.
Si chiese cosa le stesse accadendo, perchè si sentiva così male.
Decise comunque di entrare, affrontando la realtà del futuro che si mostrava dinanzi a lei.
Quando aprì la porta notò Marisa seduta sul divano, estremamente pensierosa. Poggiò la scopa della maga nera al muro e le si avvicinò. La maestra l'aveva notata e le aveva sorriso.
-Tutto a posto...?-
-Eirin-sensei non c'era ma Reisen ha detto di tornare domani...-
-Mh capisco. Beh speriamo tu non faccia brutti sogni stanotte zé.- rispose, grattandosi il capo -Ah, mi sono permessa di prendere la tua roba da Hana...- spiegò.
-Quindi... posso tornare?- chiese l'albina, perplessa.
-Certo che puoi, ti ho mandata da lei solo perchè ti mettesse su, eravamo tutte troppo tese per via della faccenda della youkai degli specchi...- disse Marisa, fissando davanti a lei con sguardo pensieroso -...pensavo che ti avrebbe fatto bene stare un po' con la tua migliore amica da zé...-
Quasi cercando di distrarsi la maga concluse il discorso e si voltò, tornando alla lettura.
Si sentì una stupida. Marisa l'aveva mandata via solo per rilassarla e per darle un periodo di tranquillità? Era incredibile ma sembrava che tutti i problemi che si era posta in quelle due settimane fossero state solo storie assurde e senza senso. Non era vero nulla di ciò che credeva pensasse la sua maestra e quindi aveva pianto per certezze infondate.
Sospirò e si guardò attorno. Davanti a lei, gettati sul tavolo, alcuni tomi antichi sparsi e aperti in determinate pagine.
Si fermò accanto alla maga nera, osservandola.
Marisa era una ragazza forte e piena di energia, era intelligente e non aveva legami.
Era una persona libera e poteva fare qualsiasi cosa volesse.
Adorava quella sensazione di potenza e libertà che molti cercavano e Marisa se l'era conquistato da sola, dopotutto era importante e ricercata, un degno avversario per chi non la sopportava, una maga potente e libera.
Si era costruita da sé da che era una semplice umana, è questo ciò che amava di lei.
Il loro primo incontro avvenne proprio al Kourindou, quel giorno che Reimu la mandò in quell'emporio alla ricerca dei libri mancanti di magia.
Imbarazzata, aveva chiesto a Kourin-san se avesse quei libri e Marisa, che si trovava con Alice seduta ad un tavolino nella saletta adiacente, la sentì.
Ascoltarono con curiosità la sua storia quando Kourin le chiese perchè volesse diventare una maga e Mitsuki spiegò che voleva diventare forte, che voleva cancellare il suo passato e lavorare per un nuovo futuro.
Non avendo mai visto Marisa non sapeva che si trattava della donna davanti a lei e continuò spigliata a spiegare di come Reimu le avesse proposto di chiedere a questa famosa maga nera di prenderla come allieva... fu incredibile quando quella donna rivelò la sua identità.
Le disse che avrebbe fatto tutto pur di diventare sua allieva e Marisa accettò, pensando alla comodità di avere una cameriera stile Sakuya che le pulisse la casa.
Quello stesso giorno iniziò la loro convivenza, l'albina ripulì tutta l'abitazione e iniziò a studiare magia e a cucinare per la sua maestra.
Quel giorno di un anno fa.
Sembrava passata un'eternità ma in quel momento era lì, in quella casa, confusa e amareggiata per così tante cose che si rese conto di non essere più la Mitsuki che era un tempo.
Si rese conto di dover prendere delle decisioni per far si che quella donna, che aveva conquistato il suo cuore come quello di Alice, non potesse soffrire a causa sua.
Più che mai, in quel momento, pensò al bene di Marisa e non al suo.
Mentre era preda dei suoi pensieri la maga nera alzò il capo, con sguardo perplesso.
-Cosa c'è, Mitsuki?- chiese lei, evidentemente accortasi di essere squadrata dall'albina.
La ragazza aveva il cuore in gola, si sentiva soffocare, sapeva che portare quel segreto ancora dentro di lei l'avrebbe prima o poi distrutta. Sapeva anche che parlare adesso significava distruggere tutto. Ma non poteva fare altrimenti. Non si chiese nemmeno perchè si fece quel giro di pensieri e perchè decise così, su due piedi, una cosa tanto importante.
-...Marisa.- la chiamò. La maga dovette intuire il disagio dell'albina perchè si issò e le si avvicinò, guardandola dritta negli occhi. -...io devo lasciare questo posto e tornare a casa.- spiegò l'albina, fissando la sua maestra. Marisa scosse lentamente il capo, probabilmente non capiva per quale motivo l'albina le stesse dicendo quelle cose.
-No, Mitsuki. Adesso questa è la tua casa da zé.- spiegò.
Ma Mitsuki chinò il capo, afflitta.
-...se resto ancora qui farà male ad entrambe.- spiego lei. Marisa stava per parlare ma Mitsuki fu più veloce. -Io so quanto ti dà fastidio che Alice ti venga dietro!- disse Mitsuki, all'improvviso. La maga nera rimase sconcertata e non rispose e Mitsuki prese un bel respiro prima di continuare.
-Io ti amo.-
Seguirono alcuni istanti di silenzio. L'albina notò che Marisa si morse le labbra, fissando Mitsuki con uno sguardo stupito.
Si voltò, tremando. L'aveva fatto, aveva rivelato quel pesante segreto che si trascinava da dietro da ormai molto tempo. Si sentì leggermente più sollevata ma al contempo più pesante e il suo cuore sembrava volesse scoppiare.
Sentì il calore del corpo della sua amata che l'aveva abbracciata alle spalle e si stupì.
-...non andartene, Baka.-
Mitsuki si tolse dall'abbraccio e si voltò, fissando Marisa negli occhi.
-Ma ti darà fastidio!- esclamò l'albina -Ti darà fastidio questo mio sentimento, come ti dà fastidio quello di Alice!- spiegò.
Marisa scosse il capo.
-Tu non mi dai fastidio.- disse lei.
Stavolta fu Mitsuki a restare senza parole ma Marisa la cinse a sé e avvicinò il suo viso a quello dell'albina.
-Anche io ti amo zé.-
Avvicinò le labbra a quelle dell'albina e si strinse a lei in un dolce e tenero bacio.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

*O* <3

servono altri commenti?

Io APPROVO il capitolo qui sopra
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Approvo anch'io XD.
Mi pare strano che si sia arrivati già al capitolo 26 ò_o.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Extra Stage 3 - Insieme

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Un dolce profumo e un lento movimento accanto a lei costrinsero l'albina ad aprire gli occhi, ancora assonnati e stanchi. Un'onda di luce la invase, costringendola a stropicciarseli per poter abituarsi e mettere a fuoco il luogo dove si trovava.
Accarezzò il bianco cuscino e il lenzuolo sul quale era distesa, nel farlo lasciò scivolare via dal suo corpo la coperta color crema e starnutì. Si passò una mano sulla pelle, liscia e tiepida al tocco ma rabbrividì. Era nuda perciò si tirò su la coperta e si ricoprì per evitare di prendere un raffreddore.
Si guardò intorno, la camera era diversa da quella che era abituata ad osservare di solito, una volta sveglia. Il letto da una piazza e mezza era accanto alla parete, vicino alla porta che dava al corridoio. Di fronte, invece, c'era un grande armadio semi aperto con alcuni indumenti che vi scivolavano fuori. Una sedia accanto al guardaroba ospitava un cappello nero da maga e dei calzini. Nella parete di fronte al letto vi era la finestra da cui si intravedeva la forte luce del sole e alla sua sinistra c'era la quarta e ultima parete con una cassettiera piena di chissà quali cianfrusaglie. Alla stessa vi era appoggiata la testiera del letto.
L'albina si girò di lato, voltandosi verso la finestra, notando la sagoma assopita accanto a lei. La chioma bionda usciva dalle lenzuola ma non riuscì però ad intravederne il viso. Anche lei era voltata verso la finestra e l'albina dovette issarsi e sbirciare da sopra per poter guardare il viso della donna addormentata.
Sorrise.
Non era certo la prima volta che la vedeva dormire ma era la prima volta ad averla vista per tutta la notte accanto a lei.
Si appoggiò nuovamente sul letto, abbracciandola e poggiando il capo sulla sua schiena.
Arrossì. Il ricordo vago di ciò che era successo quella notte era ancora presente dentro di lei e pian piano ne richiamava tutti i particolari come se fossero svaniti poco prima e adesso stessero tornando da lei, fino a divenire vividi e presenti.
Mentre i suoi ricordi stavano fiorendo in lei, un sussulto la riportò alla realtà. La donna si doveva essere svegliata, per cui tirò via le braccia dal suo corpo e attese che si stiracchiasse per bene.
Marisa si voltò verso l'albina, stropicciandosi gli occhi. Restò a fissarla per qualche secondo, prima di sorriderle.
-Buon giorno, baka.-
L'albina quasi non rise, imbarazzata. Quel "baka" era il modo più dolce e scherzoso con il quale la maga nera la chiamava spesso.
Le piaceva molto.
-Buon giorno, Mari...- rispose lei con dolcezza, quella dolcezza che la maga doveva amare parecchio dato che per poco non le saltava nuovamente addosso. L'albina si costrinse a gridare per evitare di essere "morsa" da Marisa.
-Nooo fermaaaaaa- urlava, mentre la maga nera si divertiva a giocare con lei e a farla arrossire. Quella notte le aveva spesso detto che amava vederla imbarazzata e sembrava divertirsi molto mentre cercava di rincorrere lo sguardo sfuggevole dell'albina che tentava di nascondersi dalle sue attenzioni.
-Oggi sarà una bellissima giornata.- affermò sicura la maga, accarezzando il viso dell'albina e immergendosi poi tra le sue labbra.
Il tempo di staccarsi e Mitsuki la fissò con curiosità.
-Che si fa?-
-Mh... andiamo in giro... da fidanzate.- spiegò, ridacchiando.
-Oh... scommetto che Aya-san non vedrà l'ora di spargere questa notizia...- ridacchiò l'albina. -Sicura di volerla divulgare?- chiese poi, perplessa su cosa potesse accadere in futuro.
-Oh, certo che si.- le rispose con un sorriso.
Si issò e si portò con il corpo sopra quello dell'albina, stendendosi su di lei. -Che senso avrebbe tenere per noi una così bella notizia da zé?- chiese, baciandola ancora.
Mitsuki sorrise, imbarazzata come sempre, avvolgendo con le braccia la sua amata maestra.
-... Mh... ma prima... perchè non inauguriamo questa splendida giornata da zé?- chiese la maga nera, stringendo il corpicino già caldo dell'amata.

Prendere il tè da Reimu fu una delle prime cose che fecero le due signorine Kirisame durante quella mattinata. Marisa le versò una tazza e la prese lei, quasi per gioco. In compenso, le diede la sua, lasciando che bevesse dalla tazza della maga nera mentre lei beveva da quella dell'albina.
Reimu le fissò con una espressione tra lo sconcertato e il sorpreso, non capendo come potesse essere accaduta una cosa simile. Sembrava che Marisa si divertisse molto in quel nuovo ruolo.
-E dai Reimu, non ci guardare così!- esclamò la maga, per poi voltarsi verso l'albina e baciarla nuovamente di sorpresa. Sarà stata la decima volta che accadeva e Mitsuki quasi non si sentiva un nuovo gioco da provare. Ma la cosa la eccitava non poco.
-Se evitaste di fare le sconcerie qui al tempio te ne sarei grata.- rispose, voltando lo sguardo mentre la maga le faceva la linguaccia.
-Sconcerie, ma dove da zé? Sto solo baciando la mia ragazza, qualche problema?- chiese, ridacchiando.
-Beh, dosa la lingua allora.- rispose la sacerdotessa, rientrando nel tempio e trascinando via la povera Suika stesa a terra ubriaca fradicia... come al solito.
La maga, sbuffando, si alzo e tirò via l'albina, trascinandola sulla sua scopa.
-Visto che non ci vuoi, ce ne andiamo a trovare l'hentai!- urlò ad una Reimu già dentro il tempio.
La scopa si alzò in volo e le due si diressero con rapidità verso il Kourindou.
Mitsuki si voltava continuamente a destra e a sinistra, cercando di trovare traccie di Aya-san che avrebbe potuti fotografarle nascosta da qualche parte. Era alquanto imbarazzata di dover apparire sul BunBunmaru per una notizia così assurda. Già si immaginava il titolo a caratteri cubitali che recitava qualcosa come "Kirisame Marisa e Mitsuki fidanzate" oppure "Lo scioccante fidanzamento tra Kirisame Marisa e la sua allieva".
Quando arrivarono al Kourindou, saltellanti peggio dei conigli dell'Eientei, l'uomo le fissò con lo stesso sguardo che aveva Reimu, forse un po' meno disgustato. Marisa camminava a testa alta stringendo la mano dell'albina, che ancora doveva capire perchè stessero facendo una cosa simile. Voleva che tutti vedessero il suo nuovo giocattolo? Si sentiva estremamente imbarazzata da quella situazione e anche alquanto usata.
-Complimenti!- disse Kourin-san all'albina, in un momento in cui Marisa l'aveva lasciata per osservare da vicino un oggetto strano di forma sferica. -Ci sei riuscita!- aggiunse lui.
Le stava bisbigliando tutto in modo che Marisa non potesse sentirlo.
-Cosa...? Riuscita a fare che?- chiese l'albina, osservando Kourin-san con sguardo interrogativo. L'uomo indicò Marisa con il capo.
-A conquistare il suo cuore.- le rispose -Non c'era mai riuscito nessuno, iniziavo a credere che Marisa fosse intoccabile da certi sentimenti!- rise.
In quel momento la maga in questione alzò lo sguardo dall'oggetto che stava studiando e osservò i due, tra cui Kourin-san che ridacchiava e Mitsuki perplessa.
-Ohi, cosa stai facendo? Giù le mani dalla mia ragazza zé!-

Non passò nemmeno un'ora che le due erano nuovamente in volo per Gensokyo.
L'albina si fissò intorno più perplessa di prima, mentre le due volavano spedite verso la Koumakan. Iniziò a pensare che Marisa stesse facendo di tutto per esibirla in giro, ma per quale motivo? Cosa ci doveva essere di così fantastico nella sua allieva, adesso fidanzata, conosciuta precedentemente con gli appellativi di “Fallimento di Gensokyo” e “Splendida voce di Gensokyo”?
Di Aya-san non vi erano traccie, iniziò a credere che fosse impegnata in questioni più importanti degli affari di cuore, e rimuginando si accorse che erano ormai arrivate all'enorme villa in cui entrarono dalla porta principale, dopo aver accuratamente sistemato Meiling.
Percorsero il corridoio diretti alla biblioteca dove una Patchouli perplessa, meno di Reimu e Kourin, le fissava seguendole con lo sguardo.
Mitsuki se lo aspettava dato che Patchouli-sama era sempre molto apatica. Lasciò Marisa a chiacchierare con la maga malaticcia e corse da Mayumi, la quale la abbracciò felice della notizia. Ma Mitsuki la trascinò dietro uno scaffale senza darle il tempo di replicare perchè aveva qualcosa di più importante da raccontarle. Sin da quando aveva fatto il patto con Kagami non si erano incontrate e Mitsuki non aveva rivelato a nessuno del contratto. Tuttavia non poteva non dirlo a Mayumi dato che lei sapeva dell'attaccamento che l'albina aveva per quella youkai e per le sue strane parole, le uniche che potessero rivelarle la verità su di lei.
Le spiegò del Prismaeon, di come aveva liberato la youkai e del patto che avevano creato.
-COSA? Sul serio?- disse l'amica sconcertata, cercando di rimanere calma anche se la sua espressione era tra il serio e il preoccupato. Mitsuki le spiegò ogni particolare della situazione, rassicurandola, tuttavia la maga verde restò perplessa e restia ad accettare un simile compromesso. Possibile che si chiedesse a cosa mirava davvero la youkai degli specchi.
Mitsu ci aveva già pensato e aveva deciso di dare fiducia alla sua nuova coinquilina per cui cercò di scacciare il pensiero dalla mente. Sapeva che Kagami-san era leale.

Fu qualche ora dopo che le due amanti rientrarono in casa, stanche della giornata passata a visitare tutti e a volare a destra e a sinistra. L'albina entrò in casa con sguardo vacuo e persa nei suoi pensieri per via degli avvertimenti di Mayumi perciò Marisa le si avvicinò allarmata, chiedendole se stesse bene.
Sorrise, scuotendo il capo. Non erano cose a cui pensare quel giorno, lei si sentiva bene, fin troppo bene.
Osservò l'amata sparire per le scale mentre lei decise di sedersi sul divano quando davanti le si aprì un passaggio da cui apparve una mezza vampira di sua conoscenza.
Rimase perplessa per qualche secondo, cercando di capire cosa fosse successo.
-SHIZUKA!!!!!- urlò, alzandosi e gettandosi tra le sue braccia per la felicità di rivederla dopo molto tempo. La vampira di tutta risposta si spostò, lasciando che l'albina cadesse a terra.
Mitsu si alzò, dolorante ma ridacchiando: per fortuna era proprio la Shizuka che conosceva!
-Ho saputo che ti sei fidanzata con Marisa-san, sul serio?- chiese, gettando il giornale in testa all'albina. Tremante, Mitsuki lo afferrò e notò che alla fine era davvero uscito l'articolo che temeva: "Kirisame Marisa annuncia il suo fidanzamento con la sua allieva!".
-Non sapevo leggessi certe porcate!- disse Mitsuki, ridendo.
-Bah, mi era capitato tra le mani e dopo aver letto la notizia ho pensato di fare un salto qui per sapere quanto fosse attendibile.- inarcò un sopracciglio. -E' tutto vero allora...-
La mezza vampira scoppiò in una risata alquanto preoccupante. L'albina se lo aspettava, dopotutto Shizuka era il solito tipo che prendeva in giro la gente, almeno in certi casi.
Si calmò, asciugandosi le lacrime. Doveva essere una cosa davvero molto divertente per averla fatta piangere dalle risate e a guardarla in quello stato anche Mitsuki avrebbe voluto ridere con lei, ma si trattenne, fingendosi leggermente offesa.
-E' incredibile, voi due? Ma andiamo!- continuò, singhiozzando dalle risate.
L'albina si avvicinò a lei portando le mani ai fianchi e mettendo il muso, ottenendo un'espressione offesa ma molto carina e particolare che molti avrebbero definito come “pucciosa”.
Shizuka si calmò e la osservò per qualche secondo, prima di portarle una mano sul capo e di arruffarle i capelli.
-Congratulazioni, baka.-
L'albina sorrise, Shizuka era proprio inimitabile.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Kira Lushia ha scritto:ottenendo un'espressione offesa ma molto carina e particolare che molti avrebbero definito come “pucciosa”
LOL, perlomeno non mi hanno mentito su tutto ò_o.

Aya is everyuer D:

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hideki Kineboshi »

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

In realtà Aya è stata là tutto il tempo... è Mitsuki che è mezza orba o sorda e non l'ha sentita mentre gridava mini_aya -DOVE GUARDI? SON QUA'!-

Adesso son cazzi con Alice, prevedo una battaglia (?)XD
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 27 - Gli avvenimenti del tempo scarlatto [ parte I ]

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L'albina spalancò la porta del laboratorio dove si trovava per provare degli incantesimi poichè aveva sentito un urlo di rabbia provenire dall'ingresso.
Corse fino alla porta con rapidità, uscì dall'abitazione e fu invasa dalla pioggia. Ultimamente pioveva ogni giorno ad ogni ora, per cui la foresta era diventata quasi un lago.
Davanti a lei la figura fradicia di Marisa sembrava pensierosa e arrabbiata allo stesso tempo. L'espressione dell'albina era alquanto sconcertata.
-Hai saputo?- chiese la maga nera, furiosa.
-Il terremoto di stamattina? Non l'ho avvertito ma ho sentito te e Reimu parlarne poco fa, prima dello scontro...- si guardò attorno curiosa, cercando la sacerdotessa. -E' andata?-
-No, no!- disse Marisa, scuotendo il capo -non parlo di quello! Dico il fatto che da Reimu ci sia un sole che spacca le pietre!- spiegò la maga, incrociando le braccia -E qui piove da giorni, fra poco nuotiamo zé!-
L'albina alzò lo sguardo e notò la pioggia intensa.
-...e cos'è?- si trovò a chiedersi. -Una nuova magia?-
La maga nera la trascinò in casa, dove per fortuna non pioveva.
-Sono giorni che vorrei uscire ma piove senza fine!- spiegò, strizzandosi il cappello. -non ne posso più, oggi vado a riprendermi il sole da zé.-
-Ehi! Vengo con te!- disse l'albina, saltellando verso la maestra che le diede un colpetto in testa.
-Eh no.- iniziò Marisa -Io vado a farmi un giretto per capire cosa c'è dietro, tu stai buona qui e preparami qualcosa di caldo zé, che quando torno...- si bloccò, strizzandosi la gonna e bagnando il pavimento -...vorrei riscaldarmi un pò. Troppa acqua fa male, dovrò ricordarmelo.- concluse, aprendo la porta e sospirando, pronta ad essere invasa dalla pioggia maligna.
-Aspetta!- la chiamò l'albina, correndole dietro. -Perchè non mi vuoi portare con te?- le chiese, con sguardo implorante. La maga nera si voltò verso Mitsuki e la fissò con perplessità.
-...tu?- chiese, come se volesse prenderla in giro. L'espressione dell'albina mutò e divenne offesa. Marisa ridacchiò. -Lascia perdere queste cose e fai la brava donnina di casa!-
-Ma ma ma ma ma sei razzista!- le urlò Mitsuki.
Marisa inarcò un sopracciglio.
-Che diavolo centra?- chiese.
-Non lo so ma fa lo stesso! Mi vuoi lasciare a casa mentre te ne vai in giro!- spiegò l'albina, puntandole un dito contro. Marisa indietreggiò, uscendo di casa e bagnandosi nuovamente a causa della pioggia.
Indicò il cielo.
-Ti pare che stia andando a divertirmi?- fissò l'albina che cercava le parole giuste per replicare.
-Voglio aiutarti.- disse lei, non desiderava perdere ancora in una discussione con Marisa.
-Oh, aiutarmi. Bene, vediamo...se ci sono youkai c'è il quaranta percento delle possibilità che tu venga scaraventata via dalla tua scopa e che tu perda miseramente una Danmaku Battle, se non che hai un'unica spellcard e quindi pochi assi nella manica rispetto anche a Cirno che ne ha circa tre, per cui potrebbe sconfiggerti due volte.- spiegò Marisa. Mitsuki si morse il labbro. -Non hai doti da esploratrice e le tue intuizioni non sono affinate, saresti capace di perderti in un deserto mentre cerchi invece la neve. - continuò. -...Quindi, dimmi... in che modo vorresti aiutarmi?-
L'albina chinò il capo, sconfitta. La maga nera si avvicinò alla povera ragazzina, portando le labbra vicino all'orecchio.
-No, in realtà voglio trovare qualcosa di caldo quando torno, se no ti avrei portata sicuramente da zè.- spiegò, ritraendosi con un sorrisetto. -non fare quella faccia, ho detto quelle cose per prenderti in giro!- disse, cercando forse di tirarla su. Mitsu fece per aprire bocca ma lei la bloccò. -Non sei stupida e non hai un cervello inferiore ad altri, devi solo allenarti e fare esperienza, per cui evita qualsiasi cavolata tu stessi per dire.- afferrò la maniglia della porta -A dopo, Bakatsuki, mi raccomando la cena!!- le urlò dietro, chiudendo la porta.
L'albina rimase come una idiota nell'ingresso, chiedendosi perchè Marisa si divertisse a prenderla in giro ma ammettendo di farlo.
Sentì la voce di Marisa provenire da fuori per cui si affacciò alla finestra e notò che la maga stava parlando con Reisen. Ad un certo punto si mossero entrambe, dirette verso le montagne. Cosa stava accadendo?
Mitsuki non era una persona a cui le si poteva dire di restare a fare la brava donna di casa, per cui pochi minuti dopo era già in volo verso il tempio Hakurei, curiosa di scoprire cosa stesse succedendo di strano e domandandosi perchè da quelle parti non stesse piovendo.
Planò accanto al Torii, osservando un cumulo di macerie dove poco prima vi era il tempio Hakurei. L'albina fissò la scena con uno sguardo tra il preoccupato e lo spaventato. Aveva sentito della distruzione del tempio a causa del terremoto di quella mattina, Reimu lo stava urlando a Marisa fuori casa.
Si guardò attorno, chiedendosi se Reimu fosse da qualche parte nei dintorni, ma di lei non v'era traccia, probabilmente era partita per scoprire cosa stesse succedendo così come aveva fatto Marisa.
Decise di andare ad indagare anche lei per conto suo, per cui partì alla volta del Koumakan. Il cielo era davvero strano, non pioveva più e c'era un sole ed una temperatura mite, ma era preoccupata che il tempo potesse cambiare all'improvviso.
Atterrò all'ingresso della villa, evitando accuratamente la guardia e intrufolandosi dentro come Marisa le aveva insegnato a fare.
Mentre sgattaiolava per i corridoi pensò di andare ad avvisare Mayumi che forse poteva aiutarla ad indagare, il problema era trovare la Voile Library: c'era una strana nebbiolina in giro per la villa e l'albina si chiese se non fosse causato dagli strani sbalzi del tempo.
Qualcuno la afferrò per il colletto della camicia, costringendola a fermarsi.
-Waaa chi è?- urlò spaventata la ragazza. Si voltò e notò il viso serio di Sakuya-san, che la scrutava con curiosità.
-Cosa ci fai qui? Non è una bella giornata, meglio che te ne torni a casa.- le consigliò, lasciandole il colletto ed aggiustandoglielo con educazione.
-Ero venuta per Mayumi, ma che sta succedendo? Lei lo sa, Sakuya-san?- chiese preoccupata, guardandosi attorno e notando che la nebbia aumentava.
-Mayumi-san in questo momento non è disponibile, sta aiutando Patchouli-sama ad indagare su quanto sta accadendo con il clima- spiegò la cameriera, mentre l'albina sentì rumori di spari e di magie, intravedendo uno scontro poco distante da lì.
-Vedo dei danmaku... chi sta combattendo? ...Oh, sicuramente è quella maledett... è Remilia, si, ma contro chi?- si chiese, sgattaiolando via da Sakuya e infilandosi nella nebbia per poi ritrovarsi nella Voile Library, senza più nebbia ma con un sole splendente. La sacerdotessa e la vampira avevano appena terminato il loro scontro quando il clima cambiò nuovamente e la nebbia si alzò ricoprendo la biblioteca.
-Oh no, di nuovo?- si chiese. Remilia notò l'albina e le si avvicinò.
-Sakuya! Perchè mi hai portato questa nullità? E' ovvio che non centri nulla con questa storia, è troppo stupida e debole per fare qualcosa di simile!- spiegò ridacchiando. -Ti ho chiesto di portarmi dei possibili colpevoli, non gente inutile!- Sakuya si inchinò lievemente da dietro la maga rosa.
-E' venuta di testa sua, padrona, pare stia indagando anche lei.-
-E' tornata la nebbia!- esclamò l'albina indicando in giro, cercando di trattenersi dalla rabbia e di cambiare discorso. Sapeva che Remilia poteva ucciderla con facilità, non aveva dimenticato quando stava per colpirla, prima che si bloccasse. Era anche e soprattutto per quello che la odiava immensamente. -Prima piove continuamente, poi torna normale, qui nella villa c'è nebbia fitta, poi fa un caldo afoso e adesso di nuovo nebbia?- disse la ragazzina cercando di capirci qualcosa.
-Piove continuamente? Ma se non c'è altro che sole da giorni!- esclamò la sacerdotessa Reimu, avvicinandosi alla ragazzina e alla vampira -Dopo Marisa anche te... è davvero strano.-
-L'ho detto che Patchouli-sama stava indagando in merito.- intervenne la cameriera.
-E anche io! Ma qui non c'è nulla di utile, mi sono seccata~- urlò la vampira, -voglio far sparire questa nebbia ingombrante, uffa!- si lamentò.
L'albina indietreggiò, aveva capito che non avrebbe scoperto molto con una vampira capricciosa e una sacerdotessa sfaticata, per cui si voltò e sgattaiolò via senza essere vista, attraversando nuovamente il corridoio e dirigendosi all'ingresso con sguardo pensieroso. Nella fuga verso l'ingresso, qualcosa le tirò i capelli, si voltò e notò una Reimu alquanto perplessa.
-Dove credi di andare a cacciarti nei guai, tu?- chiese, seria.
-Sto solo indagando!- replicò la ragazzina.
-Non farlo, siamo già in troppi a pensarci. Torna a casa e fai la brava fidanzatina con Marisa e non ficcarti nei guai che nessuno può venire a salvarti!- spiegò la sacerdotessa, oltrepassando la porta d'ingresso e uscendo dalla Koumakan.
Mitsuki sbuffò.
Non avrebbe ceduto, non stavolta.
Seguì la sacerdotessa di nascosto, scoprendo che era diretta al tempio. Che avrebbe fatto? Il tempio era completamente distrutto, non le conveniva indagare anzichè tornare indietro?
Atterrò dietro agli alberi che attorniavano il tempio, seguendo Reimu con lo sguardo. Notò una ragazzina che si avvicinò a lei e la scrutò dall'alto in basso. Aveva i capelli argentati corti e indossava un vestito verde, portava inoltre due lunghe katane e aveva uno spirito con sé. La riconobbe, si trattava di Youmu Kanpaku, una mezza fantasma giardiniera del Netherworld, precisamente dell'Hakugyokurou, dove risiedeva Lady Yuyuko.
La ricordava perchè era spesso presente, assieme alla sua padrona, alle feste. Pare che la sua padrona adori mangiare e partecipare alle feste, questo le spingeva ad essere presenti ad ogni banchetto o festival che si tenevano al tempio, alla Koumakan o altrove.
-Cos'è successo al tempio? Un nuovo stile, forse?- scherzò la mezza-fantasma, ma Reimu non era in vena di scherzare.
-Un nuovo stile? Che senso avrebbe? No, il tempio è stato distrutto!- spiegò, seccata.
-La nostra dimora è completamente ricoperta dalla neve e il tempio è distrutto... da non citare i fantasmi che sembrano scomparsi all'improvviso...- riassunse la giovane. -Stanno accadendo cose alquanto bizzarre ultimamente, eh?-
-Sei venuta anche tu per darmi fastidio?- chiese la sacerdotessa, guardando altrove.
-No, assolutamente non voglio infastidirti! ...ma dimmi, sta diventando improvvisamente caldo qui...- notò Youmu, mentre il sole era talmente forte che avrebbe potuto squagliare Cirno. Mitsuki lo notò, era già successo alla Koumakan poco prima.
-Per fare caldo fa caldo. Ora che mi ci fai pensare avevi detto qualcosa tipo... che la vostra casa è ricoperta di neve, giusto? Va bene se vengo da voi al fresco?- scherzò la sacerdotessa.
-Beh, è un problema se io non ci sono...- rispose Youmu.
Reimu sbottò, visibilmente nervosa.
-Zitta, sono troppo arrabbiata, non posso controllarmi!- urlò, scagliandosi contro la mezza umana. Le due intrapresero una improvvisa battaglia, ma Youmu non ne era spaventata come non era sorpresa. Erano tutti così? Sempre pronti e felici di combattere? Mitsuki non lo capiva, però si eccitò. Vedere entrambe le ragazze scontrarsi con la loro potenza, misurare la loro forza e darci dentro con tutta la loro passione, la affascinò non poco. Sembrava che si stessero divertendo un mondo e le ricordarono Marisa, anche lei si divertiva un mondo quando giocava. Era davvero un gioco, dopo tutto.
La battaglia si concluse qualche minuto dopo con la vittoria di Youmu poiché Reimu era troppo infuriata per sostenere uno scontro e concentrarsi.
-Capisco che è successa una cosa terribile al tempio ma ti prego di calmarti!- disse Youmu. L'albina osservò le due parlare ancora ma non le ascoltò, non era così che avrebbe dovuto indagare e lei voleva darsi da fare nel tentare di risolvere il mistero prima degli altri.
Prese la scopa e si alzò in volo senza essere vista, diretta verso la montagna dove Marisa e Reisen si erano avviate quella mattina. Il tempo cambiò ancora, il clima si fece più mite e Mitsuki si ritrovò bagnata dal sudore per il troppo caldo di poco prima. Che magia poteva cambiare il tempo così in fretta? Chi stava realizzando tutto quello e perchè?
Sorvolò una parete della Youkai Mountain finchè non incrociò qualcuno davanti a lei. Si trattava di una donna dai lunghi capelli biondi che indossava un vestito bianco con decorazioni viola: Yukari.
Frenò e si fermò, osservando la Youkai dei confini che si trovava a guardare il cielo con guardo pensieroso.
La donna si voltò e quando la notò le sorrise.
-Vuoi sapere chi c'è dietro? Probabilmente oltre quella nuvola scarlatta...- disse enigmatica, indicandole il cielo e solo allora l'albina notò la strana nuvola colorata.
-Grazie Yukari-sama!- puntò la scopa verso la nuvola ma Yukari la bloccò, afferrandole il braccio.
-Stai attenta, ragazzina. Se ti succede qualcosa saranno in molti a preoccuparsi per te, lo sai.- disse sorridendo ma con sguardo più serio.
Non riuscì a capire per quale motivo però sorridesse, se perchè era divertita o se voleva metterla in guardia, ma non era da escludere che volesse prenderla in giro. Di sicuro capì le sue parole e all'improvviso pensò a Shizuka. Era da qualche giorno che non la vedeva, che stesse indagando anche lei?
Fissò il cielo e la nuvola misteriosa.
-Non temete, Yukari-sama.-
Ma dopo tutto, cosa c'era da temere? Il tragitto non era stato molto duro e l'albina volava tranquillamente verso quella nuvola senza perdere la concentrazione ma annoiandosi poiché non aveva ancora incontrato nessuno. Dov'era Marisa?
Iniziò a tremare di freddo, l'aria in alta quota era gelida e umida, nonostante non piovesse aveva i vestiti bagnati e ogni metro starnutiva.
Non era mai andata così in alto e iniziava a sentirsi strana: si sentiva pesante, la testa le girava e faticava ad avere il controllo della propria scopa. Si fermò a mezz'aria, respirando affannosamente. Non aveva intenzione di rinunciare e non stava così male da imporle una ritirata, per cui si mise nuovamente in moto verso una lontana sagoma che sembrava concretizzarsi via via che le si avvicinava.
Erano rocce, molte rocce, davanti a lei si estendeva terreno pieno di queste ultime. Vi arrivò sopra e smontò dalla scopa, scendendovi con adagio.
Percorse qualche metro per sgranchirsi le gambe, osservandosi attorno stranita. Non aveva idea di dove si trovasse, se in quel luogo poteva trovare il colpevole, se l'avesse attaccata o se avrebbero potuto farsi una tranquilla chiacchierata.
-Un'altra ancora.- affermò una voce alle sue spalle. L'albina si voltò rapidamente e mettendosi in guardia, trovandosi di fronte una ragazza alta dai capelli corti e violetti, che indossava un buffo capello nero con uno strano fiocco a forma di antenne.
La fissò per qualche istante prima che lei parlasse ancora.
-Ehilà! Mi capisci?- le passò una mano davanti al viso per farla svegliare. Mitsuki scosse il capo, riprendendosi.
-Scusami! Io sono Kirisame Mitsuki!- si presentò con le dovute buone maniere. Fissò ancora la donna: non sembrava essere la colpevole. Troppo gentile... o forse era una brava attrice.
-Io sono Nagae Iku e sono una messaggera del Dragon Palace.- disse, con un breve inchino. Sembrava davvero una persona a posto. -Perchè ti trovi nel Cancello del Cielo? Sei qui per il caos climatico?-
L'albina annuì.
-Non sei stata tu, vero? Chi c'è dietro tutto questo?- chiese Mitsuki, curiosa di scoprire il cattivo di turno prima delle altre. La youkai fece per pensarci su, prima di rispondere.
-La Figlia Maggiore... ma ormai l'hanno già vista tutti... E' appena andata via una tizia metà fantasma.-
-Metà fantasma? Aspetta! Youmu è gia arrivata? Ma era da Reimu fino a poco fa...- disse ad alta voce. Ci pensò su, erano passati una ventina di minuti da quando stava volando nel cielo... poteva essere arrivata prima di lei. Dopotutto era una youkai e come metà fantasma doveva essere anche insensibile al freddo... forse. Era probabile che fosse stata più veloce di lei.
Quando mise a posto nella sua testolina tutto ciò che Iku le aveva detto, comprese che era praticamente l'ultima arrivata.
Si infuriò. Aveva davvero sperato di poter arrivare per prima e alla fine non ci era riuscita. Rimase delusa di sé stessa, se si fosse fatta più forza sarebbe riuscita a volare più velocemente.
Ormai era arrivata fin lassù, tanto valeva andare fino in fondo e, dopotutto, era la prima volta che arrivava in un posto simile. Era curiosa e voleva esplorare.
-Aspetta, chi è la Figlia Maggiore? E di chi è figlia?- chiese l'albina, ricordandosi della frase detta prima dalla youkai.
-La Figlia Maggiore è una celestial, colei che ha combinato questo disastro!- le spiegò.
Mitsuki sembrò illuminarsi di una nuova luce.
-Colei che fatto questo? E dove la trovo, eh?- chiese energica, guardandosi attorno con gli occhi che le brillavano.
-Non ti consiglio di andarci, lascia che sistemi tutto la sacerdotessa Hakurei.- spiegò la youkai. Il suo ardente fuoco si estinse in un istante: le stavano nuovamente dicendo che era inutile?!
-No, andrò dalla celestial e parlerò con lei!- disse infine, afferrando il manico della scopa e librandosi.
-Non posso lasciarti andare, potrebbe essere pericoloso per una umana come te!- spiegò Iku, posizionandosi di fronte alla ragazza per non farla passare.
-Perchè dici così? Che ne sai che sono debole?- chiese l'albina infuriata.
-Non mi sembri forte come quella nera.- spiegò la youkai, avanzando con l'intento di far indietreggiare l'albina.
-Quella nera? ...anche lei è già stata qui?- si morse le labbra, arrabbiata.
-Si, più di due ore fa.- rispose la youkai. -E adesso va via.- le chiese, muovendo il braccio e lasciando che un fulmine le sfiorasse una guancia.
L'albina indietreggiò di scatto, spaventata dalla potenza del fulmine e per paura che sarebbe potuta morire se l'avesse realmente colpita. Sudava freddo, era consapevole che quella youkai fosse davvero forte ma doveva a tutti costi andare da questa fantomatica Figlia Maggiore per parlarle, ne andava del suo onore.
Voleva almeno arrivare al boss che aveva causato questo caos, voleva fare ciò che avevano già fatto tutti, voleva sentirsi come gli altri e non debole e inferiore.
Voleva rendere Marisa fiera di lei e voleva che tutti la guardassero come un loro pari.
In una vita di fallimenti, una vittoria era la cosa che più bramava.


continua...

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Tenshi! *.*
Voglio Tenshi! XD

Good chapter, LOL.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hideki Kineboshi »

Ora Mitsuki inciampa cade e si schianta sulla terra.
Dai, sarebbe fantastico, una fine perfetta.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

...io invece voglio vedere Komachi...

se c'è stata pure QUELL'INSULITA' A MEZZOCORPO CHE SERVE SOLO A SBLOCCARE KOMACHI...

(sì, sarei curioso di vedere la reazione di Mitsuki a uno Shinigami XDXD)

(awww alla discussione su "qualcosa di caldo")
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HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
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Sanae Rangers!
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Sunnyral
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Sunnyral »

Iniziato a leggere solo ora.
La storia mi ha preso immediatamente. Mi piace molto.
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