Stage 23 - Odio contro Odio
Arrivò in un punto indefinito, stringendo al petto le spellcard tanto amate e bramate: le spellcard della sua maestra.
-Io...voglio essere come lei....- disse, sedendosi su una roccia fredda. -Io voglio essere amata...voglio essere potente come lei...-
Fissò le spellcard, sentendosi avvampare dall'eccitazione per il solo motivo di averle tra le mani.
Eppure sapeva che quelle spellcard così bramate non erano ciò che l'avrebbe resa felice. Non erano quelle carte che voleva, ma per ora non poté fare a meno di accontentarsi e di coccolarsele imbarazzata.
Quelle erano le spellcard con le quali Marisa aveva combattuto molti youkai, li aveva vinti ed era diventata importante, era amata da tutti o quasi tutti, chi la odiava la riteneva comunque una nemica all'altezza. Mitsuki non era così, Mitsuki era una bambina inutile, una mocciosa da dimenticare, chiaro esempio era stato il comportamento annoiato anche se strano di Yuuka o le parole che le aveva rivolto Alice quando la incontrò.
Fissò il Master Spark con una voglia ardente di farlo, per cui si alzò e lo puntò contro un albero.
-Love Sign "Master Spark"!- urlò, con massima concentrazione e voglia di abbattere quell'albero. Eppure nessun lampo e nessuna onda di energia distrussero l'albero, anzi, non accadde proprio nulla.
Fissò la spellcard chiedendosi se si trattasse dello stesso problema che aveva avuto con la sua spellcard prima: non sapeva come andavano usate.
Eppure, differentemente dalla sua spellcard, lei aveva visto Marisa usare il Master Spark così tante volte che ormai sapeva a memoria come usarla. Ma allora per quale motivo non ci riusciva? Perchè il Master Spark non liberava la sua energia e distruggeva quell'albero?
Era ovvio, Mitsuki non aveva idea di cosa significava attivare una spellcard.
-...ma allora cosa dovrei fare? Cosa richiede attivare una spellcard?-
-E' ovvio, bakatsuki.- disse una voce dietro di lei.
Si voltò, ritrovandosi di fronte una Marisa vestita alla meglio e alquanto spettinata, sicuramente era uscita di corsa non appena accortasi dell'accaduto.
-Le spellcard devono essere usate per uno scopo. Se non ne sei convinta e non sei in grado di usarle, non ci riuscirai zé.-
-Ma io ho tentato di usare quella mia contro Yuuka!- spiegò l'albina.
-Oh, era con lei che hai combattuto da zé?- chiese, fissando i graffi sul viso della ragazza. -Ma...hai fatto una spellcard? Fa vedere-
L'albina indietreggiò, tenendo la spellcard dietro la schiena.
-...avanti, ti aiuto io a finirla.- le disse. Il suo sguardo era dolce, il suo sorriso aveva incantato l'albina che si era pietrificata quando la maestra le si avvicinò con lentezza e infilò la mano dietro la schiena dell'albina per prenderle la spell, senza distogliere i suoi occhi da quelli della sua allieva. Mitsuki poteva sentire il suo respiro sul suo viso, era la prima volta che si avvicinava così tanto a lei. Marisa prese lentamente la spell e, con riluttanza, si allontanò dall'albina per studiarla.
-...Cosa fa questa spell?-
-...beh... le carte... e...- l'albina non seppe rispondere, un po' per l'incontro ravvicinato con la donna del suo cuore un po' perchè realmente non aveva deciso cosa dovesse fare.
-Hai pensato a come dovesse funzionare?-
-...no.-
-E come pretendi di attivare la spell se non hai idea di cosa deve fare?-
L'albina strinse le spellcard rubate a Marisa sul petto, tremando, quando una lacrima rigò il suo viso.
-Ma...il Master Spark...-
Marisa le si avvicinò e le prese le spellcard dalle sue mani, con molta dolcezza.
-Hai paura di usarla, nee?- le chiese, fissandola nuovamente negli occhi.
Mitsuki arrossì visibilmente.
-Non dovevi rubarle, Mitsuki. Sai che mi sono preoccupata da zé? Ho temuto che volessi affrontare qualcuno!- spiegò, infilandosi le spellcard nel taschino del grembiule -E tu non sei ancora arrivata ad essere convinta di usare qualcosa che hai rubato...- aggiunse, prendendole il naso tra pollice e indice per scherzare. -..sei troppo pura da zé.-
Mitsuki rimase stupita e per poco non morì d'infarto a quel suo gesto mentre Marisa ridacchiò.
-Nee, ti va di fare una passeggiata con me?- chiese la maga bicromatica, fissando la sua allieva con curiosità di sapere la risposta.
-...si...lo vorrei tanto...- rispose l'albina, arrossendo.
Le due maghe si incamminarono nella foresta, illuminate solo dalla luce della luna mentre chiacchieravano divertite.
-Per fare una buona spellcard devi conoscere prima te stessa- spiegò la maga.
-Per quale motivo?-
-Perchè una spellcard si basa sul tuo cuore, sulle tue preferenze, sul tuo carattere da zé. Solo quando conosci perfettamente il tuo io allora potrai creare una spellcard.-
La luna piena illuminava le cime degli alberi e sembrava indicare alle due la strada verso casa.
-Quindi non posso copiare una spell da qualcuno?- Marisa fissò curiosa l'albina.
-Avevi intenzione di copiare una spellcard?- rise -Puoi farlo, ma devi renderla tua. Io ho preso in prestito il Master Spark solo perchè lo sentivo mio.-
Mitsuki ridacchiò, sapeva il significato del "rendere proprio" una cosa rubata e la sua maestra ci riusciva abbastanza bene.
-Quindi Mari... hai reso propria la spellcard di Yuuka?-
-Si ma...- Marisa fermò, accigliata.
-Eh...?-
-...Mari, eh?- ridacchiò. Mitsuki si portò le mani al viso.
-Oh no, mi dispiace tanto non volevo--
-Ma tranquilla zé! Mi fa molto piacere che adesso mi parli tranquillamente.- riprese a camminare arrivandole accanto -non sopportavo quel tuo “sensei qui” e “sensei là”, mi piace di più se mi chiami con tanta confidenza.- spiegò. L'albina rimase senza parole, il suo cuore batteva molto forte. -Mari... mi piace. Brava Mitsu.- annuì con il capo.
L'albina rise e Marisa la seguì, chiacchierarono ancora per qualche minuto finchè non giunsero a casa e andarono a dormire.
Il mattino seguente l'albina si mise a lavorare sulla spellcard e Marisa la notò seduta alla sua scrivania, presa dalle istruzioni su cosa la spellcard doveva fare. L'albina l'aveva notata e le aveva sorriso, prima di tornare a lavorarci su.
Aveva ormai delineato l'obiettivo, deciso cosa dovessero fare ogni danmaku e le aveva dato anche un nome “Shining Love”. Doveva solo provarla, per cui si alzò in fretta e scese le scale, decisa ad uscire per andare a provarla con qualche albero o qualche fata.
-Vai a provarla?- le chiese all'improvviso la maestra, bloccandola prima che uscisse.
L'albina arrossì e si morse le labbra.
-Vengo con te così ti aiuterò a testarla!- disse la maestra, prendendo la scopa e il cappello ma Mitsuki sembrò alquanto contrariata.
-No, aspetta!- disse, bloccandola. -Lasciami fare da sola, voglio capire … da sola. Se funziona ti sfiderò.- le disse, sicura di sé stessa.
Marisa dovette capire le sue parole poiché annuì e la lasciò andare.
L'albina si ritrovò a vagare incuriosita e pensierosa sopra le cime degli alberi della Forest of Magic, pensando a come usare la sua spellcard. Pensò che poteva usarla con alcune fatine di poco conto, non avrebbe avuto problemi contro di loro, per cui iniziò a cercarle con lo sguardo zigzagando in giro per la foresta.
Ma il cielo si sa è molto trafficato e quasi non si schiantò contro un'altra persona che stava volando nel senso opposto.
Si bloccò, chiedendosi se gli déi la odiassero o se le stessero dando un'opportunità per vendicarsi o per testare la sua spellcard.
Si limitò a fissare la donna bionda che contraccambiò il suo sguardo serio, stringendo al petto il misterioso e potente libro dal quale non si separava mai.
L'albina lo fissò curiosa di scoprire cosa ci fosse scritto, ma la sua attenzione fu presa dalle bambole con istinti omicida che l'avevano quasi circondata.
-...brutta giornata?- chiese alla burattinaia.
-...Era solo un avvertimento.- rispose Alice, con nonchalance.
-Per cosa, se posso chiedere?- chiese Mitsuki, tremando di rabbia. La donna sorrise lievemente.
-Guardati.- rispose.
L'albina ci pensò su alcuni secondi, per paura che fosse un diversivo per poi attaccarla. Si lanciò un'occhiata alle mani e notò che emanavano una luce rossastra.
Stupita, si controllò le gambe e anche il corpo, notando che non erano solo le mani, era lei che stava emanando quella luce. Per quale motivo?
-Non te ne eri nemmeno accorta?- chiese Alice, aggiustandosi i capelli. L'albina tornò a fissarla senza sapere cosa dire. -La tua magia trapela dal corpo, significa che stai ribollendo di rabbia.- spiegò. -Se vuoi così tanto uccidermi, fa pure. Non ho paura di te e dei tuoi trucchetti da prestigiatrice scadente.-
L'albina per poco non graffiò la scopa, si lanciò contro la burattinaia a tutta velocità mentre quest'ultima si era gettata in picchiata verso l'interno della foresta.
-Mi odi così tanto, Mitsuki?- disse lei, lasciando che fossero le sue bambole a proteggerla con i loro colpi, che Mitsuki schivò senza alcun problema, estraendo le sue carte e lanciandole contro di lei. -Che c'è, forse è perchè Marisa è più interessata ad una duellante esperta come me che ad una mocciosa perdente come te?-.
Le provocazioni della burattinaia sembravano morderle gli organi interni, l'albina sentiva il cuore battere ad una velocità spropositata mentre respirava a fatica e il suo corpo bolliva per la rabbia.
-MARISA NON TI VUOLE, VAI AL DIAVOLO!- le urlò con tutta l'ira che aveva in corpo. Non le importava di non riuscire a colpirla, non le importava delle ferite che le bambole e i danmaku che arrecavano, l'unica cosa in cui era concentrata, in quel momento, era lo sguardo della donna che si stava prendendo gioco di lei.
-E allora perchè mi odi così tanto?- le chiese Alice, che con uno scatto le arrivò alle spalle. -Allora non dovresti esserne contenta? Non dovrei essere IO ad odiarti per questo?-
L'albina si voltò di scatto e le lanciò delle carte che la ferirono al volto ma la burattinaia non batté ciglio.
-Sei felice, adesso? Perchè hai colpito una tua “rivale” che non è nemmeno riconosciuta come tale?-
-Zitta, zitta! Ti senti tanto potente perchè sei solo più esperta!- le urlò la ragazzina, stringendo il manico di scopa -Alla fine sei solo una vigliacca, non gliel'hai mai detto eh? Ti sei limitata ad andarle dietro come un cane per tutto questo tempo!-
Una bambola le si avvicinò e le diede uno schiaffo, prendendola di sorpresa.
-Ah, io? E chi è che adesso sta scappando? Chi è che mi sta combattendo in nome di un amore che non ha nemmeno il coraggio di rivelare?-
L'albina si massaggiò la guancia mentre sul suo viso era ritratta una smorfia.
-Ci vai bene tu dopotutto, no?- le disse, con più calma di prima.
-Idiota. Pensi di avvantaggiarmi o cosa?- Alice parve infuriarsi.
-Ma che avvantaggiarti! Tu non hai speranze! Scordatela!- le disse, mentre l'ira saliva nuovamente dentro di lei.
-E allora cos'è che stai combattendo, Mitsuki? Contro CHI stai combattendo, cretina?- le urlò la bambolaia, lanciandole contro le sue bambole assassine che tentarono nuovamente di colpire la ragazzina.
-Sto combattendo contro l'unico pericolo che incombe sul mio futuro!- urlò Mitsu in risposta, senza crederci realmente.
-Non è una risposta sensata.- una bambola la ferì nuovamente al voltò. -Esigo una risposta che abbia un significato in giapponese, non parole a casaccio per far bella figura.- disse Alice, guardandola con uno sguardo di sfida.
Quello sguardo... quegli occhi... quella maledetta espressione gelida che aveva tanto amato e che ora detestava perchè gliel'aveva negato, perchè era sempre andata dietro Marisa, quella stessa Marisa che adesso amava alla follia e della quale era gelosa.
Aveva ragione Alice, che pericolo c'era in lei se Marisa aveva specificato che non gliene importava nulla di lei? Non doveva essere la burattinaia a dover odiare Mitsuki che passava tutto il tempo con la donna che non potrà mai avere?
Eppure Mitsu sentiva quella rabbia e quell'odio che ancora ribollivano nel suo corpo, non comprendendo perchè la odiasse così tanto.
Poi comprese.
L'odio contro l'odio. Lei l'ha sempre odiata sin dall'inizio e anche Mitsuki, alla fine, è precipitata in quello stesso odio.
Io ti odio perchè tu mi odi.
Io ti odio perchè tu amavi lei e odiavi me.
Io ti odio perchè tu non hai mai capito che ti amavo.
Io ti odio, ti odio e basta.
-IO TI ODIO!- urlò l'albina. Non disse altro, il suo grido echeggiò nell'aria e per tutta la Foresta.
La burattinaia sorrise.
-Questa è una risposta sensata. Allora mettiamo fine a questo scontro.-
L'albina estrasse la sua spellcard e la dichiarò, lasciando stupita la bambolaia che non si aspettava una spellcard.
-”Shining Love!”-
Si levò un lampo e le carte di Mitsuki si iniziarono a raggruppare e formarono dei cuori di media grandezza che si scaraventano contro l'avversaria e contro le sue bambole con direzioni non precise. Non era una spellcard molto complicata poiché si limitava solo a quegli insieme di carte che formavano i cuori, infatti Alice riuscì a schivarle con facilità per poi raggiungere l'albina passando rapidamente tra gli insiemi di cuori.
Mitsuki si ritrovò Alice di fronte che la prese per il colletto e la scaraventò a terra con la sua forza.
La ragazzina si issò a sedere, ansimante, cercando lo sguardo della sua nemica.
-...non è male come prima spell ma potresti colpire solo quella stupida fatina dei ghiacci.- le disse.
-Mah, potrei anche considerarti come mia avversaria... anche se una nullità come te non è degna nemmeno di potermi affrontare.- concluse, aggiustandosi i capelli e osservando lo sguardo fuorioso dell'albina. -...tornatene a casa dalla tua maestrina del cuore e non mi seccare più almeno finchè non avrai un asso nella manica a tua disposizione.- si voltò dandole le spalle come durante il loro incontro alla sorgente -Allora... potrei anche decidere di darti una possibilità.- disse infine, volando via.
L'albina urlò così forte che chiunque poteva averla sentita poiché l'eco sembrò riecheggiare in ogni parte della foresta.
Rincasò zoppicando e trascinandosi dietro la scopa, lo sguardo furioso e l'ira che però sentiva scemare lentamente.
Spalancò la porta di casa, salendo verso la sua cameretta senza badare minimamente alla presenza di Marisa e al fatto che le stesse parlando, probabilmente stupita per le sue condizioni. Ultimamente Mitsuki tornava quasi sempre conciata in quel modo assurdo, sembrava non voler mai accettare le batoste prese e Marisa continuava a preoccuparsi sempre di più.
Spalancò il suo armadio e vi estrasse la camicetta bianca, il gilè nero con le croci e la gonna in tartan. Prese i vestiti e scese di corsa verso il giardino passando accanto alla sua maestra che, nonostante tentò di fermarla, non ci riuscì.
Gettò i vestiti sul prato, fissandoli con una tale furia omicida che spaventò anche sé stessa.
-tu... per la quale ho perso quasi un anno a starti dietro, a soffrire, a piangere e...e... tante altre cose, ecco.- mosse le mani sul prato, cerchiando il perimetro che circondava i panni gettati a terra e mormorando con foga una formula per tre volte. Un piccolo fumo si levò dal centro, fino a lasciare che alte fiamme divampassero sui vestiti, divorandoli in breve tempo.
-TU! Tu che mi hai fatto soffrire così tanto!- urlò.
Marisa le si era avvicinata e la stava osservando, poteva sentire i suoi occhi puntati sulla schiena. -TU! per la quale non ho fatto che piangere!- continuò -Sparisci! Brucia con i tuoi stupidi regali! Esci dalla mia vita!- urlò ancora, in lacrime. -...lascia stare lei...- sussurrò, per non farsi sentire.
-Ti odio, Alice! Ti odio!- concluse, stringendo i pugni, mentre il fuoco divorava ciò che resta dei vestiti che le regalò la burattinaia.
-Mitsu..- sentì sussurrare alle sue spalle, ma non la ascoltò, era furiosa, con sé stessa e con quella donna che era stata crudele.
Quando vide che il fuoco divorava i vestiti senza pietà si sentì quasi sollevata, la sua rabbia si placò e il suo odio diminuì all'improvviso.
L'albina si rese conto lucidamente di ciò che era successo durante quello scontro. Alice l'aveva incitata, le aveva tirato fuori quelle parole di odio, aveva fatto in modo che fosse sincera con sé stessa e l'aveva anche aiutata a comprendere di star lottando contro qualcosa di stupido.
Mitsuki non poteva odiare Alice perchè amava Marisa dato che Marisa non era interessata ad Alice. La burattinaia stessa non aveva brutte intenzioni verso Marisa né verso di lei.
Mitsuki odiava Alice solo perchè non l'aveva mai trattata bene e le aveva dato solo odio, ed era quell'odio che stava contraccambiando.
Ma quell'odio aveva perso senso di esistere quando la burattinaia stessa l'aveva aiutata a rendersene conto. Quello non poteva certo trattarsi di un gesto di odio.
Era evidente che Alice aveva placato i sentimenti ostili aiutando l'albina e Mitsuki stessa si era calmata comprendendo i suoi gesti.
Era tutto finito, quell'odio non aveva motivo di esistere più.
-...Io non sono più inutile.- disse, osservando le fiamme. -Perchè io ti ho affrontato con tutta la mia rabbia e la mia volontà. Io ti ho ferita, hai assaggiato la mia rabbia e io ho assaggiato la tua. Adesso siamo pari.- continuò.
Iniziò a ridacchiare, lasciando scivolare via tutto lo stress, la tensione e la fatica che si erano accumulate in poche ore.
-Già, si.- riprese, asciugandosi le lacrime che aveva agli occhi a causa delle risate. -Adesso ti ricorderai di me, adesso tutti si ricorderanno di me.- annuì a sé stessa, mai si era sentita più potente.
-..Perchè io sono Kirisame Mitsuki, la maga rosa!-
Il cielo iniziò a brillare di una luce intensa e Mitsu alzò gli occhi al cielo cercando la fonte di luce, tuttavia notò uno strato di luce scintillante lo copriva. Si sforzò di capire cosa stava accadendo finchè non comprese che non era il cielo a essere diventato brillante ma era lei stessa che stava brillando.
E fu Marisa a farglielo notare.
-Mitsu... stai scintillando! Che cosa succede?- chiese la voce stupita dietro di lei.
Mitsuki portò le mani sul petto verso il fiocco, sfiorando il Melodic Prism che scintillava come mai prima d'ora. Aveva capito che si trattava di un oggetto magico alquanto strano, che aveva un passato misterioso che spaventava persino i suoi genitori, ma non avrebbe mai immaginato fosse così speciale da illuminarla completamente. Come mai quella luce così accecante apparsa in quell'istante?
Una perla di luce si separò dalla spilla e la lucentezza che ricopriva la ragazza si unì alla perla in un tutt'uno, la perla stessa di allungò, prendendo le sembianze di quella che sembrava essere una sottile linea che prese la forma di una bacchetta.
Era lunga, con rossi rubini alle due estremità. Nella sua lunghezza centrale vi era un vetro trasparente e si notava una piccola colonnina grigiastra al centro dell'asta.
L'albina allungò il braccio e la afferrò, sembrava intriso di magia ed era caldo e brillante ma non aveva idea di cos'era e del perchè fosse uscito dal Melodic Prism.
-Un catalizzatore? Non ne ho mai visti di così strambi.- affermò la maestra, avvicinandosi a lei e fissandolo.
-...Prism...- disse Mitsuki, osservadolo come in trance.
Doveva essere una bacchetta magica di quelle leggendarie che vengono custodite in determinati luoghi e vengono ritrovate in determinate condizioni, ma com'era possibile che Mitsuki fosse riuscita a ritrovarne una così, all'improvviso? Gli oggetti magici magari leggendari non vengono di solito custodi da spiriti o custodi vari? Era una specialità che capitava raramente e persino la sua maestra era sconcertata.
Quella bacchetta era uscita dal suo Melodic Prism per questo doveva esserci un nesso, un legame tra i due. Dato che quella bacchetta era nata dalla sua spilla, quella spilla doveva chiaramente essere un oggetto magico leggendario creato da antichi maghi, youkai o altre creature in strane e sconosciute circostanze.
Sicuramente entrambe erano stupite, incredule e perplesse per quella assurda apparizione, Mitsuki era davvero curiosa di sapere quale forse la sua natura e sarebbe quasi voluta correre al villaggio per sapere dai suoi genitori cos'era in realtà quel ciondolo.
Marisa la fissò con occhi brillanti perchè probabilmente ne era attratta come veniva attratta da tutte le cose più strane mentre Mitsuki sorrideva per la bellezza dell'oggetto che aveva tra le sue mani.
-Prisma...e...on...- disse.
-Cosa?- chiese Marisa, fissando perplessa la sua allieva.
Mitsuki annuì.
-Prismaeon. E' questo il suo nome.-