Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

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HeilPalazzo
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

LOL, Reisen *.* mini_reisen

Pensavo arrivasse dopo sinceramente XD.
Bello il capitolo (però io sono di parte XD)

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Grazie Heil e grazie a tutti ç*ç

Stage 5 - Una Pozione D'amore

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Eirin scrutò l'albina con interesse, accertandosi che fosse in buone condizioni dopo averle disinfettato la ferita al ginocchio causata dalla caduta. Dopo avergliela fasciata con cura si issò e annuì, come se fosse soddisfatta.
-Adesso puoi andare. - disse, sfoggiando un sorriso.
Mitsuki si alzò dal letto e girovagò un pò per la stanza per sgranchirsi le gambe. Non che quella ferita le facesse male, dopotutto era abituata ad essere massacrata da Marisa.
Reisen si propose di riaccompagnarla a casa e per buona parte del tragitto verso la Forest of Magic parlarono del più e del meno. Solo in quel momento, l'albina, ricordò un particolare che avrebbe voluto chiedere alla dottoressa. In sua assenza, si disse che non c'era nulla di male nel chiederlo all'assistente.
-Nee, Reisen... Eirin saprebbe guarirmi dagli incubi?- chiese, ripensando al sogno della notte precedente.
-Incubi?- ripetè la coniglia, stralunata.
-Faccio dei sogni strani e non vorrei farli più.- spiegò l'albina, preoccupata.
-Che genere di sogni?- chiese Reisen, mentre scrutava l'astro lunare che illuminava buona parte della foresta. -Se si tratta di incubi devi solo evitare di mangiare molto a cena e di coricarti troppo tardi.- spiegò.
-No, non è solo questo.- l'albina camminava a passo svelto dietro di lei -E' da quando ero piccola che sogno delle voci.-
-Voci?- Reisen la scrutò, perplessa -Che genere di voci? E cosa ti dicono?-
-Di tutti i generi...- Mitsuki ci pensò su -Da piccola sentivo sempre una donna sussurrare dolci parole, ma ultimamente sento quella di un uomo che mi incute timore.- spiegò lei.
-Oh... beh, non so se sia o meno una bella cosa, di certo è anormale.- L'albina tremò a quella affermazione, le evocava orribili ricordi che preferiva dimenticare. -Suppongo che un buon sonnifero possa aiutarti.- aggiunse Reisen, sorridendole.
Quando arrivarono a casa, Marisa si gettò al collo di Mitsuki. Reisen fissò sconcertata la scena, chiedendosi se colei che stava abbracciando l'albina fosse davvero la Marisa Kirisame che conosceva. In effetti, dopo nemmeno dieci secondi, la maga nera le poggiò una mano sul capo, complice il fatto di essere più alta dell'albina, iniziando ad arruffarle i capelli e ad urlarle cose poco piacevoli.
-Dove cavolo sei stata, baka di una bakatsuki! Ma ti rendi conto di che ore sono? Mi hai fatta dannatamente preoccupare, cretina di una idiota da zè!-
La coniglietta tossì imbarazzata e decise di togliere il disturbo, lasciando la maestra e l'allieva alle loro cose personali e tornando all'Eientei.

La voce che continuava a darle tormento nei sogni le impediva di trovare un riposo adeguato e ogni giorno si risvegliava con occhiaie e stanchezza. Nonostante non fosse una novità, quella voce le dava più fastidio di quanto in realtà non sembrasse poichè era inquietante e diversa dalle altre voci preoccupate e malinconiche, che continuava ad udire come sottofondo.
Quella mattina, quando aprì gli occhi, si ritrovò una luce abbagliante provenire dalla sua scrivania. Si issò a sedere, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. La luce che la stava quasi accecando era ancora lì, brillava ritmicamente come se stesse pulsando ed era bianca con sfumature argento.
Non sembrava un incantesimo e lei non ne aveva lanciati per cui si insospettì, avvicinandosi alla fonte con curiosità e attenzione. Quando fu più vicina riconobbe la fonte di quella luce: si trattava di un bianco pendente a forma di cuore con tre ali sulla base, incorniciato da alcune gemme e impreziosito da due pietre di acquamarina. Le due pietre erano incastonate sulla parte anteriore del ciondolo e una di queste assumeva la forma di una nota musicale. Il misterioso pendente era di un materiale bianco e liscio sconosciuto.
Quell'oggetto smise di brillare al tocco, quando l'albina lo prese tra le mani chiedendosi perchè emanasse quella luce.
Ricordò quando lo vide per la prima volta, volò fuori dal cassetto di un mobile antico custodito in soffitta assieme ad altre cianfrusaglie. Si era recata lì per sistemare alcuni oggetti che il padre le aveva chiesto di riporre in soffitta e fu piacevolmente sopresa di trovare un vecchio tomo che illustrasse i principi basilari della magia. Fu proprio grazie a quel libro che decise di diventare una maga, la spinse a recarsi al Kourindou alla ricerca dei tomi mancanti che componevano la collana e fu proprio al Kourindou che incontrò Marisa per la prima volta.
Ed era proprio lì, nella stessa soffitta in cui aveva trovato il libro, che l'albina scorse quell'oggetto bizzarro cosparso di pietre preziose. Sembrava un giocattolo eppure poteva costare parecchio a causa delle gemme incastonate. Era così bello quanto misterioso e fu difficile, per l'albina, resistere alla tentazione di intascarselo e di tenerlo per sé. Dopotutto, se si trovava nella sua soffitta, doveva per forza trattarsi di un gioiello di famiglia e lei era l'unica figlia. Poteva sembrare una scusa ma non le importò più di tanto. Ciò che davvero le interessava era il libro di magia.
Ma quello strano ciondolo a cui fino ad allora non aveva dato peso... Di chi era? Come ci era finito nella soffitta di casa? Ma, soprattutto, cos'era?
Non poteva trattarsi più di un gioco impreziosito, non dopo che aveva stranamente iniziato a brillare da solo.
Si vestì con rapidità e decise di portarselo con sé, magari avrebbe scoperto qualcosa di più se lo avesse tenuto sotto controllo in ogni momento della giornata.
Scese le scale lentamente, mentre era persa nei suoi pensieri e cercava di immaginare cosa potesse essere quello strano oggetto. Arrivò ai piedi della scala quando si bloccò alla vista di una scena che la lasciò di stucco.
C'era la sua maestra, seduta su un divano e accanto a lei c'era Alice. Non le riusciva a vedere bene ma ciò che intravide era sconcertante se non sconvolgente: Marisa era voltata verso Alice e la burattinaia era a sua volta girata verso Marisa. Da quella angolazione, sembrava proprio che si stessero baciando. Era davvero così? Eppure erano così vicine.
In un momento di sconforto, il cuore dell'albina sussultò di tristezza. Aveva sempre saputo che ad Alice interessava la sua maestra ma in cuor suo sperava non fosse vero. Non voleva crederci.
Avanzò tremante verso il lato opposto, rivelando il malinteso. Marisa stava semplicemente sussurrando qualcosa alla burattinaia, qualcosa che teneva Alice con il fiato sospeso.
Si appoggiò al muro, sospirando e sollevata per non aver frainteso. Osservò la sua maestra mentre, con sguardo serio, spiegava qualcosa alla ragazza, la quale ascoltava con attenzione. Certa di non essersi fatta notare, l'albina scivolò verso l'ingresso, prese la sua scopa e spalancò la porta, richiudendola con delicatezza. Non ebbe nemmeno il tempo di salire sul suo mezzo di volo che le arrivarono all'orecchio alcune voci provenienti dall'interno dell'abitazione. Corse dall'altro lato dell'ingresso, nascondendosi e ascoltando con attenzione cosa stava succedendo tra le due.
-Sono solo sciocchezze, non ho intenzione di farmi coinvolgere ancora per il tuo egoismo, Marisa.- sbottò la voce della burattinaia.
-Ehi, mi sembrava interessasse anche a te!- le rispose la voce seccata della maga nera.
-Certo, all'inizio forse. Non ho intenzione di tornare lì, ho altro da fare.- la sentì spiegare. -Senti, a me non interessa questa storia, se vuoi, prenditelo da sola.- concluse, aprendo la porta della casetta. Mitsuki si affacciò dal suo nascondiglio per vedere Alice che stava uscendo.
-E che palle, zé. Ci penserò io, allora.- sentì urlare dalla casa. Vide Alice voltarsi dietro di sé, fissare male la maga nera per poi scuotere il capo.
-Fa un pò come ti pare.- disse, sbattendo la porta dietro di sé.
-E fanculo!- le gridò dietro Marisa. -certo che con te non ci si può divertire mai, nee? Va a rintanarti con le tue cazzo di bambole, deficente!-
Alice sembrò nervosa ma si riprese subito, spiccò il volo e sparì nel cielo.
Cosa stava succedendo?
Montò sulla scopa, alzandosi in volo senza saper dove andare. Ripensò alla scena di poco fa, di come aveva scambiato un sussurro per un bacio e di quanto ne fosse rimasta ferita. Se fosse stato davvero un bacio, se Alice e Marisa si fossero messe assieme, cosa poteva fare lei? Era confusa, arrabbiata e incapace di far nulla. Non poteva dichiararsi ad Alice, sapeva che la burattinaia aveva capito benissimo i suoi sentimenti ma sapeva anche che non la ricambiava minimamente date le sue attenzioni verso la maestra. Si incominciò a chiedere perchè amare facesse tanto male, più degli incubi che aveva e dei graffi che si procurava nelle danmaku battle.
Arrivò per caso a sorvolare il Kourindou, decise per cui di scendere e si ritrovò a chiacchierare con Kourin-san dei suoi problemi amorosi senza citare Alice direttamente.
-magari non è destino che stia con te... gli dèi ti avranno riservato un'altra persona, che prima o poi conscerai e amerai più di quella per la quale stai piangendo adesso- spiegò l'uomo, sorridendole teneramente.
-Tu credi? Però io la amo...- disse l'albina, osservando la tazza di té che le era stata offerta da Kourin.
-Non si può sempre avere ciò che vogliamo. Magari lei non è proprio la persona che avrebbe condiviso volentieri la sua vita con te... in questo caso cosa è meglio?- prese una pausa, poi continuò -una persona con cui star male, o una che ti è davvero destinata e con cui vivrai felicemente per sempre?-
Mitsuki chinò il capo. Sapeva che Kourin aveva ragione, ma non poteva farci nulla, stava soffrendo e non voleva che Alice stesse con altri se non con lei.
Si alzò, decisa a non mollare.
-perdonatemi per questo sfogo, Kourin-san...- disse, sorridendogli. -ma vi ringrazio per le vostre parole di incoraggiamento.-
-Ma non ti preoccupare, se hai bisogno di altro sono sempre a disposizione!- l'uomo sorrise e accompagnò l'albina alla porta, che lo salutò ripartendo a cavallo della sua nuova scopa.
Non voleva ascoltare le parole di quell'uomo, per quanto sagge potessero essere. Lei amava Alice e voleva averla.
Era così che funzionava l'amore, dopotutto, o almeno era quello che lei credeva.
E non si stupì se mai fosse stato il potere del suo amore e della sua determinazione a condurla senza indugio verso la Koumakan, oltre il lago. Volando a media altezza, aveva superato prima la Forest of Magic ed era infine giunta sopra il Misty Lake, splendente come sempre.
Cirno bazzicava da quelle parti e vedendola arrivare la salutò gioiosa, sperando che fosse andata a trovarla per giocare, ma rimase delusa quando Mitsu la oltrepassò senza rivolgerle la parola. Era troppo triste e pensierosa per poter giocare.
Arrivò all'ingresso principale della Koumakan, atterrando di fronte Meirin che la fissò perplessa.
-Vorrei poter incontrare Patchouli-san.- disse, senza indugio.
-Oh... daccordo.- rispose la guardia, stupita. Non erano in molti a fermarsi al cancello per chiedere di entrare. Di solito la oltrepassavano senza darle la benchè minima importanza.
L'albina entrò nell'immensa biblioteca rimanendo affascinata, come sempre, da quel meraviglioso luogo pieno di libri antichi e potenti.
Si fermò, spaventata. Sentì dei sussurri, proprio in quel luogo, provenire dal lato ovest della Voile Library. Una voce femminile sembrava parlare da sola, sussurrando cose insensate che l'albina non comprese.
Si sfiorò il corpo, dandosi un pizzico per capire se fosse realmente sveglia o se si fosse appisolata da qualche parte e adesso stesse sognando. Ma il dolore la aiutò a capire che si trattava della realtà.
Si portò le mani alle orecchie, tremando. In quell'istante, lo strano ciondolo tornò a brillare, seppur flebilmente.
-Ancora...- disse, allarmata -ancora quelle maledette voci...- aggiunse, spaventata -perchè mi perseguitano?-
Sussultò quando qualcuno le poggiò una mano sulla spalla. Alzò il capo e notò la demone Koakuma, che aveva un'espressione preoccupata e le stava chiedendo se si sentisse bene. Si calmò, realizzando che i sussurri erano spariti così come la luce del ciondolo. Annuì all'amica e la ringraziò per essersi preoccupata di lei.
La demone la condusse verso la sua padrona che nel mentre stava, come sempre, leggendo un libro.
-Pensavo che fossi venuta con la tua maestra.- disse Koakuma, mentre avanzavano verso la bibliotecaria.
-No, è una cosa di cui devo parlare con Patchouli-san da sola.- rispose. La maga della conoscenza alzò gli occhi dal libro appena udì la voce dell'albina.
-Se si tratta del "Libro dei Profani", sappi che non lo darò nemmeno a te.- Mitsuki si bloccò e la fissò sconcertata. Di che libro parlava?
In quell'istante si ricordò del libro che Marisa voleva ottenere e per il quale aveva chiesto aiuto ad Alice. Era forse per quel libro che avevano litigato quella mattina?
-...Libro dei che?- chiese curiosa e Patchouli la fissò con perplessità.
-Non ti ha mandato quella ladra?-
-...veramente Marisa-sensei non sa che sono qui...- spiegò l'albina. Patchouli mise a posto il libro che era così attenta a leggere e si rivolse alla ragazzina.
-Allora, cosa vuoi?- chiese. Mitsuki prese un bel sospiro e poi parlò.
-una pozione d'amore.-
-Scordatelo.- rispose con freddezza e rapidità.
Mitsuki si mise in ginocchio ma, prima che potesse supplicarla, la maga aggiunse: -le pozioni d'amore sono inutili, il loro effetto dura poco e non funzionano mai completamente. Non so chi tu voglia far innamorare ma se non riesci a conquistarlo da sola... lascia perdere e dedicati ad altro.-.
L'albina si rialzò, triste.
-E poi c'è un'altra cosa da dire...se mi permettete, Patchouli-sama.-
Mitsuki si voltò. Non era stata Koakuma a parlare, c'era un'altra persona in quella stanza. Era una ragazza con capelli azzurri, corti e legati dietro il capo. Indossava un curioso abitino bianco con rifiniture rosa e portava una benda sull'occhio sinistro, rifinita con la medesima stoffa. Mentre la fissava, ricordò che aveva sentito parlare di una ipotetica allieva di Pachouli. Che fosse lei?
-Oh, Mayumi.- Patchouli la fissò, attendendo che completasse la frase che aveva iniziato. Mitsuki, d'altro canto, la scrutò con curiosità.
-Le pozioni d'amore incantano un cuore, che evidentemente non prova amore per una determinata persona.- iniziò, portando lo sguardo verso Mitsuki. -...potrai davvero ritenerti soddisfatta, sapendo che lei non ti ama, nè ti amerà mai?-

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Alla fine mi stavo dimenticando di fare il commento XD.
E' strano vedere Rinnosuke spuntare, non si parla praticamente mai di lui, ci stavo ripensando solo ora XD, ora però voglio capire chi è la ragazza con la benda! :D

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Su Rinnosuke approfondirò più avanti, adesso è tempo di sfida =ç=

Stage 6 - La sfida [ parte 1 ]

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Mitsuki aveva passato tutta la serata ricordando ciò che era accaduto al Koumakan quella mattina. Patchouli-san le aveva sconsigliato di usare una pozione d'amore senza degnarla di una spiegazione, cosa che aveva provveduto a fare una strana ragazza di nome Mayumi Tanaka. A quanto pare si trattava di una magician di nascita, una youkai al servizio di Patchouli-san ed era praticamente la sua allieva come lo era Mitsuki per Marisa.
Sentì la porta di casa sbattere e capì che Marisa era tornata dopo una giornata passata chissà dove. Non la vedeva dal giorno prima poichè quella mattina era scappata senza farsi vedere e, al suo ritorno dalla Koumakan, non l'aveva trovata in casa. La cena era pronta e sul tavolo da due ore ma Marisa non era arrivata che in quel momento.
La maga entrò in cucina e trovò Mitsuki seduta su una sedia a fissare il soffitto.
-Ohi, Mitsuki!- la chiamò. Solo in quell'istante l'albina si accorse di quanto fosse stanca, malandata e ferita. Notò che aveva gli abiti sporchi e stracciati in vari punti e i capelli spettinati.
-...sensei! Cosa le è successo?- chiese, alzandosi e avvicinandosi a lei con sguardo preoccupato.
-Un brutto scontro...- affermò, battendo sui vestiti per togliere la polvere. -sei stata alla biblioteca, questo pomeriggio?-
Mitsuki si accigliò: come faceva a saperlo?
-Ci sono passata... si.- disse. Marisa si sedette e iniziò a mangiare con appetito poichè, probabilmente, stava morendo di fame.
-Patche me l'ha detto.- disse, mangiucchiando. Mitsuki si accomodò accanto a lei. Quindi era stata da Patchouli-san a dirglielo? Sperò vivamente che non avesse parlato della pozione, ma ciò che le premeva sapere era come mai la sua maestra fosse così malandata e in quel momento le venne in mente del Libro dei Profani. Aveva cercato nuovamente di appropriarsene con scarsi risultati?
-Hai visto quella youkai da zé? Mayuko o come diavolo si chiama.-
-Mayumi. Si, l'ho vista, pare essere sua allieva.- affermò con sicurezza, mentre fissava la sensei alquanto malridotta. Le sembrava impossibile che potesse ridursi in quello stato a causa di un libro. Quanto era importante per lei? E quanto lo era per Patchouli-san da spingerla a proteggerlo in quel modo?
-Un'allieva! Mi sta copiando, zé?- sbottò la maga bicromatica alquanto nervosa -solo io posso avere un'allieva!-
Mitsuki la fissò incredula, poi scoppiò a ridere di gusto. Marisa dapprima si risentì ma poi la seguì.
Terminata la cena, Mitsuki lavò i piatti e andò a sedersi nel salotto dove ogni sera, lei e Marisa, passavano il tempo leggendo libri. Si trovava ad un buon punto con la storia di una sacerdotessa vissuta nel medioevo occidentale quando Marisa parlò.
-Ho deciso.- disse, indicando Mitsuki che la fissò interrogativa. -Organizzerò una sfida di magia tra te e l'allieva di Patche e vedremo chi la spunta, se la MIA di allieva, o la sua.-
Mitsuki non voleva credere alle proprie orecchie. Stava facendo sul serio?
Continuò a parlare e a spiegare la sua tesi, affermando che Patchouli avrebbe dovuto accettare che Marisa e la sua allieva erano le migliori, ma Mitsu non capiva cosa ci fosse di tanto importante in tutto ciò, soprattutto non concepiva quella rivalità.
Una rivalità alimentata dal sapore della sfida, sicuramente. Marisa amava le sfide e decise che Mitsu doveva sfidare Mayumi e vincere, costi quel che costi. Per questo, la povera albina, passò dei giorni infernali.
Le mise davanti una montagna di libri con il solo scopo di memorizzare ogni virgola presente in ognuno di questi. Dopo due giorni, la povera albina aveva un mal di testa indecifrabile e tanta voglia di buttarsi giù da un dirupo.

-Salvatemi, vi prego.- sbottò l'albina, stendendosi sull'erba fresca invernale. Hana le passò un pò di tè che si era decisamente raffreddato ma era godibile comunque, soprattutto ad un'apprendista maga che aveva la mente impegnata in un probabile, prossimo, impossibile scontro con una youkai e maga di nascita.
-So che sei nervosa, cerca di star calma!- disse l'amica, sorridendole con la sua solita dolcezza. Era strano, ma Hana non perdeva mai la pazienza ed era sempre calma e dolce come un agnellino. Nelle rare volte che si arrabbiava, invece, avrebbe spaventato chiunque. Eppure era calma per la maggior parte del tempo, a differenza di Natsu, la quale perdeva le staffe facilmente e si comportava come un maschiaccio. Alcune cose di Natsu le ricordavano Marisa.
-Calma?? Fra poco vomiterò citazioni di libri! Non vedo altro che libri-libri-incantesimi-piante-libri-piante-magia-libri-piante e ho già detto libri?- l'albina si rotolò sull'erba, sporcando lievemente il suo abito rosso e nero.
-Marisa-san è troppo presa, dovresti dirle di darsi una calmata!- suggerì Natsu, incrociando le braccia dietro la testa e osservando il cielo azzurro. La primavera era ormai alle porte e le amiche avevano organizzato un pic nic al limitare della Forest of Magic.
-Non servirebbe, è completamente pazza- rispose l'albina, pensierosa, mentre una folata di vento le scompigliava i capelli. -La sfida è questa domenica e sono a corto, fra poco andrò in coma!-
-Ma dai... però hai ragione, perchè non passi da Eirin-sensei per farti dare un calmante?- le consigliò Hana, aggiustandosi i capelli corvini -vedrai che ti sentirai meglio.-
Un calmante? Ci vorrebbe qualcosa di più di un calmante data la situazione tragica eppure, alla fine, Mitsuki si ritrovò ad entrare all'Eientei proprio un'ora dopo, quando il sole si preparava ad andarsene a dormire e quando nella sua mente volavano ancora citazioni di libri letti negli ultimi due giorni.
Salutò Tewi che aveva incrociato all'ingresso e che le sorrideva in un modo alquanto sadico. Forse le era giunta la voce della sfida e sapeva che avrebbe perso. L'albina le sorrise di rimando ed entrò.
Ebbe quasi solo il tempo di varcare l'uscio quando urtò una ragazza e per poco non cascarono a terra.
-Ah, scusami!- disse, appena compreso l'accaduto. Le si avvicinò rapidamente, assicurandosi di non averle fatto male ma rimase quasi rapita dalla bellezza della ragazzina: aveva la pelle pallida e dei capelli lunghi e lisci di uno splendido lilla-violetto e i suoi occhi erano di un azzurro talmente brillante che sembravano due cristalli.
-...non importa...- si limitò a rispondere con voce flebile, guardando di sfuggita l'albina per poi svanire oltre l'uscio.
Risvegliatasi dalla visione di quella ragazza, Mitsuki attraversò il corridoio imbattendosi in Reisen alla quale chiese aiuto, ricevendo in cambio qualche pillola per dormire bene e alcuni calmanti.
Fino a quel momento, Mitsu non aveva pensato alla probabilità di perdere in maniera terrificante. Se avesse perso, cosa avrebbe pensato Marisa di lei? L'avrebbe mandata via a calci nel sedere? Avrebbe riso di lei? Ad un tratto la sua percezione sulla sua attuale situazione cambiò radicalmente. La sua paura principale divenne quella di tornare a lavorare per i genitori ed era una prospettiva alquanto orribile. Voleva diventare una maga, voleva restare con Marisa, eppure il suo desiderio sembrò diventare impossibile da realizzare. Non avrebbe mai potuto vincere.
Per fortuna, i suoi pensieri e i suoi complessi sfumarono nella notte. L'infuso che le aveva dato Reisen la fece addormentare subito passo una notte calma e serena. Il giorno seguente, inoltre, la lettura dei libri sembrò meno fastidiosa. Le era stato detto di prendere un pò di infuso ogni sera fino al giorno della sfida, e così fece.
Ma se nei giorni successivi fu facile leggere ed esercitarsi, la domenica mattina sembrò non essere servito a nulla poichè l'albina era tutta fremente e piena di nervosismo e ansia.
Le preoccupazioni si ammassarono dentro la sua testa come un pallone che si gonfiava sempre di più.
-Sta calma, zé. Andrà tutto bene!- Marisa le sorrise, incoraggiandola. Mitsuki la fissò. Era facile per lei dire certe cose, era la maga più potente di Gensokyo e sicuramente una sfida non la spaventava, ma per Mitsuki era la prima volta. E non era una Spellcard Battle, ma una sfida di intelligenza, conoscenza e abilità magiche.
Come poteva solo sperare di battere una youkai, probabilmente centenaria, che usava la magia dalla nascita? Non era passato nemmeno un anno da quando Mitsuki aveva iniziato ad usare la magia.
Marisa la costrinse a mandar giù la colazione, dato che non aveva fame ma doveva comunque mangiare.
Si infilarono un cappottino addosso e montarono a cavallo delle loro scope, dirigendosi al tempio Hakurei, luogo in cui si sarebbe tenuta la sfida.
Il tempo era mite ed il sole era alto e circondato da nuvole. Quando arrivarono al tempio notarono altre persone presenti oltre a Reimu, Patchouli e Mayumi.
C'era Aya, arrivata probabilmente per documentarsi e per scrivere qualche notizia sul suo giornale. C'era anche Suika, l'oni, che salutò Mitsuki con il soprannome che le aveva affibbiato la prima volta che si erano conosciute: "Sottocoso". Da quel primo incontro al tempio Hakurei, aveva continuato a chiamarla così.
In effetti era da molto tempo che non andava al tempio. La prima volta che l'aveva visto fu quando scappò di casa, dopo un brutto litigio con i suoi genitori, che la spinse ad attraversare la montagna di notte per poi giungere al tempio il mattino seguente. Offrì delle monete e pregò gli dèi e solo pochi istanti dopo incontrò Reimu faccia a faccia.
In quell'occasione aveva raccontato a Reimu del suo futuro, della sua voglia di cambiare e di come sperava di diventare qualcosa di diverso da una cameriera. Fu solo quando era ormai certa di diventare una maga, dopo il ritrovamento del libro in soffitta, che fuggì al tempio per la seconda volta e vi trascorse la notte. In quella seconda visita conobbe Suika, la prima youkai che avesse mai incontrato e per questo era parecchio spaventata, tanto da essere costretta a nascondersi sotto un tavolo. Quando l'oni chiese cosa fosse, Reimu rispose che si trattava di un sottomobile, il contrario di un soprammobile. Ovviamente scherzava ma l'oni la prese in parola.
Ormai più nessuno si stupiva se sentivano che Suika la salutava con un "ciao, sottocoso!".
Notò la presenza di Sakuya, aveva già previsto che le prove fossero state a tempo e forse la cameriera di Remilia aveva il compito di cronometrarle.
Si guardò intorno, non volendo soffermarsi su Patchouli e Mayumi, forse per paura o forse per scaramanzia, per cui il suo sguardo si posò su Reimu, che sta osservando tutti con aria annoiata. La sacerdotessa sarebbe stata il giudice della gara e aveva un'espressione che lasciava intuire di come fosse stata costretta a doverlo fare.
"Ci siamo." pensò l'albina. Fra poco tutto sarebbe iniziato e poi concluso.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

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mi sa che seguirò di più *w*

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Messaggio da HeilPalazzo »

Voglio un ringraziamento speciale a Reisen e a Rinnosuke perchè fanno sempre da supporto morale al sottocoso! è.é XD

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

è vero ç*ç grazie a Reisen e a Rosario çOç e a voi che commentate, s'intende!

Stage 6 - La Sfida [ parte 2 ]

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Mayumi era davvero interessante. Portava una benda sull'occhio sinistro e un vestito bianco e roseo merlettato che si apriva a palloncino da sotto il busto, per poi chiudersi verso le gambe. Mitsuki si chiese se era un vestito Gothic Lolita, uno stile del mondo esterno di cui aveva letto molto. Era rimasta molto affascinata da quegli abiti pieni di pizzi, merletti e fiocchi e pensava di farsene uno nuovo in quello stile, magari di colore rosa.
L'apprendista maga dai capelli color verde acqua, stava fissando l'albina con preoccupazione e con uno sguardo nervoso almeno quanto lei. Tremava leggermente e si stava mordendo un labbro. Quandò notò che anche Mitsuki era nervosa si rasserenò, sorridendole con sguardo dolce per rincuorarla.
L'albina ricambiò il sorriso e fu davvero felice che quella maga si trovava nella sua stessa situazione: questa sfida avrebbe potuto unirle di più e sarebbero potute diventare amiche.
Mitsuki aveva intuito da subito che Mayumi era forte e intelligente ma aveva notato anche la sua insicurezza e quello sguardo di poco prima l'aiutò a confermare le sue supposizioni. Erano nella stessa situazione, nessuno era avvantaggiato.
Dopo pochi istanti, la sacerdotessa Hakurei si avvicinò a Marisa e guardò di sfuggita Mitsuki con un mezzo sorriso.
-Beh, credo che possiamo incominciare.- si limitò a dire, mentre l'albina si fissava intorno ansiosa. Marisa le diede una pacca sulla spalla che la aiutò ad innervosirsi di più: non aveva dimenticato i suoi pensieri, aveva ancora la tremenda paura di deludere la sua maestra e di tornare al villaggio.
Si incamminò di fronte all'entrata del tempio affiancandosi ad una Mayumi abbastanza nervosa, la quale fissava dinanzi a sè con sguardo vacuo e pensieroso.
Mentre osservava Sakuya che parlava sottovoce con Reimu, notando che Marisa blaterava con Patchouli vantandosi di avere un'allieva migliore e altre sciocchezze simili, Mitsuki chinò il capo leggermente a sinistra, verso la maga dai capelli verde acqua.
-...paura?- chiese, con voce tremante. Mayumi parve esitare nel rispondere, si morse nuovamente il labbro e poi rispose.
-... u... un po'... e tu?-. anche Mitsuki si morse le labbra e pensò fossero davvero simili e che avessero molto in comune. Era decisamente preoccupata quanto lei e sembrava dimostrarlo con modi molto simili ai suoi.
-io... sto morendo di paura.- affermò.
-Anche io... Non ho idea di cosa fare... Di cosa accadrà- disse, insicura.
Marisa, che stava ancora vivacemente discorrendo con Patchouli, si voltò verso l'albina e le sorrise con il solito sorrisetto sardonico, cosa che fece sussultare Mitsu.
-beh... hai molte più probabilità di vincere... sei una maga di nascita. Io sono un'apprendista inutile... sono stupida e sbadata...- le disse l'albina, consapevole dell'imminente destino ma decisa a mettercela tutta. D'altra parte, Mayumi la guardò con sorpresa.
-tu... Tu mi stai decisamente sopravvalutando! Non sono affatto così brava come credi...- spiego, ma Mitsuki le sorrise e le portò un braccio dietro il collo. Era solo modesta e lei lo sapeva ma era comprensibile il suo nervosismo e voleva tentare di rasserenarla.
Aya si avvicinò alle due contendenti con un blocchetto in mano e una penna pronta a scrivere per cui Mitsuki ritrasse il braccio ed entrambe si guardarono spaesate: voleva intervistarle? Non ci volle molto per scoprirlo.
-allora, ragazze! Quali sono le vostre emozioni prima di questa avvincente sfida?- chiese, con un sorriso stampato sul volto.
Mitsuki fissò Mayumi che la fissò a sua volta, indecise entrambe sul cosa rispondere.
-avanti! Mayumi-chan! Cosa pensi di questa sfida?- chiese alla maga dai capelli verde acqua, la quale si guardò intorno e poi, titubante e imbarazzata, decise di rispondere.
-Ehm... Ecco... Io non so... Ce la metterò tutta, spero che le cose vadano bene...-
La tengu annotò tutto sul suo blocchetto, prima di rivolgersi all'albina.
-E tu? Cosa pensi di questa sfida? Pensi di vincere?- una parola che Mitsu sapeva non appartenerle. La parola vincere, purtroppo, non faceva parte del suo vocabolario.
-vincere? direi proprio che non andrà così.- disse, chinando lo sguardo e osservandosi intorno, come per sfuggire alle domande inopportune della giornalista. Ormai erano prossimi agli inizi della gara e lo notò poiché Sakuya e Reimu si stavano avvicinando alle contendenti. La cameriera stringeva in mano un orologio da taschino con una catenina d'oro e si posizionò accanto a Reimu che prendeva posto al centro, di fronte all'ingresso del tempio e al bancone delle donazioni. Le maestre delle sfidanti si portarono ai lati: Marisa a destra e Patchouli a sinistra.
Reimu, che aveva discusso le prove di magia con Marisa e Patchouli in precedenza, sospirò per la probabile scocciatura di dover partecipare a quell'assurda situazione e costrinse le due giovani sfidanti a voltarsi indietro verso di lei, per ascoltare il quesito.
-Dunque, ragazze. Come sapete le prove sono a tempo. Avremmo potuto rimandare la sfida in primavera inoltrata ma hanno insistito per farla subito...- in quel momento, Reimu lanciò un'occhiataccia a Marisa che rise -per cui abbiamo dovuto arrangiarci come potevamo.-
Mitsuki fissò per un momento Mayumi la quale ricambiò lo sguardo ansioso. Era una brava ragazza, a Mitsu avrebbe fatto piacere diventare sua amica dopo quella stupida sfida. Mayumi scosse il capo, sapeva che non c'era nulla da fare con le due maestre e dovevano solo attenersi alle regole e portare a termine le missioni.
-Bene. La sfida è composta da tre prove, non c'è bisogno che vi dica che chi ne vince due su tre, è la vincitrice. Sakuya prenderà il tempo.-
Avevano indovinato, sarebbe stata dunque una prova a tempo e Sakuya era lì per quello. Cosa dovevano fare? Il cuore di Mitsuki era a mille, lo stesso valeva per Mayumi, che sicuramente avrebbe preferito trovarsi in biblioteca a leggere libri anzichè essere là, in quel momento.
-La prima prova è abbastanza facile, si tratta di una prova di volo e velocità.-
Mitsuki ebbe un tuffo al cuore, volare era semplice ma non era velocissima o almeno non quanto Marisa o una youkai, ovvero una come Mayumi.
-...volo e velocità?- quando realizzò ciò che Reimu aveva appena detto, si voltò prima verso Mayumi, alquanto sconcertata, poi verso Marisa. Cosa centrava una prova di volo e velocità con una sfida tra due maghe? -Aspettate, qui non quadra qualcosa!-
-Anche io credo ci sia un equivoco!- la voce dolce e un pò nervosa della maga dai capelli verde acqua risuonò subito dopo quella dell'albina.
-Nessun errore, le vostre maestre hanno deciso di mettervi alla prova con test di abilità e di intelligenza e tra queste c'è il volo e la rapidità.- spiegò Reimu, zittendo entrambe.
Aya si avvicinò a Mayumi e le porse una macchina fotografica, che Mayumi prese tra le mani e se la rigirò, fissandola con attenzione e curiosità. Si avvicinò anche all'albina, la quale prese la macchina fotografica e la guardò con perplessità.
-Mayumi sorvolerà la Forest of Magic verso ovest, passerà sopra la Koumakan e si dirigerà verso il Giardino del Sole. Mitsuki invece andrà verso est, passerà sopra il villaggio umano, sorvolerà la Bamboo Forest of Lost e arriverà al Giardino del Sole dall'altra parte. Entrambe dovrete fotografare il girasole di Yuuka senza farvi scoprire, dopodichè tornerete qui ripercorrendo la via assegnatavi. Il tutto nel minor tempo possibile.-
L'albina si voltò spaventata verso Mayumi, che ricambiò il suo sguardo, decisamente pieno d'ansia e paura: anche lei aveva compreso la pericolosità di quella prova. Andare nel Giardino del Sole e fotografare quello di Yuuka significava passare vicinissime alla dimora della potente e sadica youkai dei fiori. E Yuuka non era affatto una youkai con cui discutere con calma e tranquillità. Reimu ordinò alle ragazze di prepararsi per il volo. Marisa diede a Mitsuki la sua scopa di saggina con il fiocco rosso legato alla base e lei ci salì in groppa, attendendo il via.
Mayumi non doveva assumere posizioni speciali, si piegò un pò sulle ginocchia per darsi uno slancio maggiore.
Sakuya gridò di partire, premendo il bottone che faceva partire il cronometro ed entrambe schizzarono via nel cielo, più veloci che potevano.

Mitsuki faceva fatica a tenere un controllo stabile della sua scopa a quella velocità. nonostante si fosse allenata nello schivare i danmaku era ancora troppo difficile per lei sostenere una tale velocità e una totale stabilità del suo mezzo. Non sapeva quanto Mayumi poteva andare veloce perchè ormai si trovava già dall'altra parte e si limitò a concentrarsi solo su se stessa e sul suo obiettivo.Ormai era quasi arrivata alla fine della Bamboo Forest e si intravedeva all'orizzonte il Giardino del Sole, innevato e coperto di un candido manto. Se avesse incontrato Yuuka cosa le avrebbe detto?Probabilmente sarebbe scappata urlandole che era stata Reimu a mandarla... non aveva altre idee.
L'albina arrivò nel giardino, guardandosi intorno con curiosità alla ricerca dell'unico girasole che resisteva all'inverno o così come lo avevano descritto. Reimu aveva detto che apparteneva a Yuuka, quindi era probabilmente sorvegliato da lei e non poteva avvicinarsi molto per scattare la foto. In effetti non aveva specificato a quanta distanza dovesse farlo, però non poteva rischiare: meglio tentare di fare una foto ravvicinata rischiando il linciaggio da parte della pericolosa youkai o era meglio scattare una foto da lontano rischiando di perdere? Per il momento e per i dieci minuti seguenti si preoccupò di trovare l'unico punto giallo della distesa verde, non poteva essere troppo nascosto. Mentre si guardava attorno, notò Mayumi che fuggiva via dall'altra pare.
-cavolo, non dirmi che l'ha già trovato!- esclamò, dirigendosi verso il punto in cui si trovava prima la sua sfidante e in effetti c'era il girasole che cercava. Non vi erano tracce di Yuuka per cui scattò la foto a media distanza e schizzò via anche lei, diretta al percorso che le era stato assegnato. Volò con tutta la velocità possibile, tornando al tempio con così tanta rapidità che per frenare dovette usare i piedi e per poco non rotolava giù per terra.
Alzò il capo e si guardò attorno, Mayumi non c'era. Com'era possibile? Eppure era partita prima di lei.
Si voltò e la sentì arrivare dietro di lei, atterrò e si avvicinò alla giuria massaggiandosi il naso rosso e dolorante.
-Ti sei fatta male?- le chiese l'albina, avvicinandosi preoccupata. La maga scosse il capo e con un cenno le indicò Reimu e le altre all'ingresso.
-Non ti preoccupare... ricorda che siamo sfidanti.- disse, abbozzando però un sorriso. Era felice che Mitsuki si fosse preoccupata per lei.
Aya prese le macchine fotografiche e volò via a velocità supersonica per poi tornare qualche minuto dopo, esibendo le foto del girasole.
-Le foto sono entrambe soddisfacenti ma la prima prova è stata vinta da chi ci ha impiegato meno tempo, per cui passa Mitsuki. - l'albina si lasciò sfuggire un urlo di gioia per poi ricomporsi. guardò Mayumi con imbarazzo ma lei si limitò a sorriderle.
-Possiamo per cui partire con la seconda prova.- disse Reimu, richiamando l'attenzione di tutte le ragazze presenti mentre la tengu segnava qualcosa sul suo blocco. -La seconda prova consiste nel trovare alcune specie di ingredienti. Questi indicati sui fogliettini...- si avvicinò alle ragazze e distribuì loro un foglietto a testa, rigorosamente piegato -Possono essere trovati anche d'inverno. Sta a voi capire dove.-
Mitsuki iniziò a tremare nuovamente, stringendo forte quel fogliettino tra le dita. Le pozioni e gli ingredienti non erano una sua specialità ma se fossero state piante sarebbe stato facile per lei che ormai ne conosceva a centinaia.
Le ragazze si prepararono di fronte al torii, pronte a partire. Sakuya diede nuovamente il via ed entrambe schizzarono nel cielo ad una velocità inaudita.

L'albina aprì il suo biglietto, vi era segnato un tipo di fungo che Mitsuki conosceva benissimo poichè si trovava nella Forest of Magic, dove Mitsuki si diresse senza perder tempo. Sorvolò le cime degli alberi per qualche minuto prima di planare più a nord della casa dove abitava con Marisa. Si guardò attorno pensierosa, tra le ultime tracce di neve e i primi germogli della primavera, sapeva che doveva essere da quelle parti poichè l'aveva già visto altre volte. Quando lo vide, nascosto dall'erbetta ai piedi di un grosso albero, si avvicinò e lo strappò, infilandolo in una sacca che aveva con sé.
Adesso, però, doveva trovare l'altro ingrediente che assomigliava a qualcosa che Mitsuki non aveva mai sentito prima d'ora: "piuma di NightSparrow".
Si chiese cosa diavolo fosse. Era un uccello? Una pianta dal nome strano? Un fungo anemico? Un pelo di qualche animale? Non ne aveva la minima idea dato che le piante avevano spesso strani nomi e Mitsu non sapeva cosa fosse esattamente un NightSparrow.
-Ma dirlo in giapponese no, eh?- pensò ad alta voce.
Cosa poteva fare? Sarebbe potuta tornare a casa per leggere qualche libro sull'argomento per poi riprendere le ricerche, dopotutto non era vietato dal regolamento anche se le sembrava di barare.
Si decise a non perdere il tempo prezioso che le restava per cui tornò di corsa a casa e si precipitò a leggere i libri della sua maestra, alla ricerca dell'ingrediente incriminato.
Nulla, non era da nessuna parte.
Mitsuki, ormai sconfitta, aveva deciso di tornare al tempio e notò che Mayumi era già lì che la attendeva. Quando atterrò e le si avvicinò, venne accolta dal suo dolce sorriso, pensò che la stesse rincuorando così come aveva fatto prima lei e abbozzò un sorriso per ringraziarla. Si avvicinò a Reimu e le porse il fungo.
-Solo questo?- le chiese, perplesse. L'albina si limitò ad annuire, imbarazzata.
Divenne paonazza allo scoprire che un NightSparrow era un uccello youkai che viveva ai margini della Forest of Magic e che servivano davvero le sue piume. Marisa la fulminò con lo sguardo, probabilmente la stava ritenendo una stupida. Mitsuki si sentì tremendamente mortificata.
-Chi vincerà la prossima prova, sarà il vincitore di questa stupida sfida.- disse Reimu, decisa a chiudere le cose in fretta. -Ora usate questi ingredienti disposti sul tavolo per creare un infuso contro il veleno di un serpente.-
Mitsu non ebbe nemmeno il tempo di pensare se esistesse davvero un serpente a Gensokyo, dato che non li aveva mai visti, ma Sakuya diede il via e Mayumi aveva subito iniziato a controllare gli ingredienti a sua disposizione con curiosità e nervosismo. Mitsu notò la sua ansia e pensò che nemmeno lei ne fosse capace, ma da come studiava ogni ingrediente era chiaro che pensava a cosa potesse essere messo e come. Forse aveva una padronanza degli infusi tale da permetterle di sperimentare qualcosa mai preparato prima. Una padronanza degna della sua maestra, che le bastava visionare una persona malata o un problema per mischiare vari ingredienti e trovarne la soluzione.
Ma Mitsuki non era affatto così. Lei era brava solo a seguire le istruzioni da un libro ma non sapeva sperimentarne da sola e sapeva inoltre che cucinando un fungo in determinato modo si potevano ottenere degli effetti diversi da quando lo si bolliva con alcune spezie ed altre erbe. Però non poteva immaginare le proprietà di ogni ingrediente, non senza un libro che glielo spiegasse o senza averlo comunque studiato in precedenza. Non poteva pensare da sola a come creare un infuso se non ne leggeva una ricetta.
Aveva perso.
Sentiva i sussurri attorno a lei, voci che la tranquillizzavano, voci che le davano coraggio, che la costrinsero a fare qualcosa. Prese in mano gli ingredienti, senza sapere cosa fossero o per cosa servissero e iniziò a creare qualcosa sul momento. Non si sentiva più tanto sola, le voci che aveva sempre temuto e che fin dall'infanzia udiva nei suoi sogni adesso sembravano esserle di conforto. In quella situazione dove tutto girava intorno a loro due, dove Mayumi stava svolgendo un ottimo lavoro e dove lei era indubbiamente la perdente, un pò di conforto e di compagnia non le dispiaceva. Sembrava aver capito che quelle stesse voci erano udibili soprattutto nei momenti di sconforto e si ricordò di quando era giu di morale e sentiva i sussurri che le riscaldavano il cuore. E poi c'era lei, quella voce dolce e tenera come quella di una madre, una voce calda che le riscaldava il cuore ogni volta che si sentiva triste e depressa.
Sapeva di aver perso, ma andò avanti comunque.
Mayumi, dopo aver spezzettato piante e aggiunto acqua e olio in un pentolino che doveva venir usato per contenere l'infuso, presentò a Reimu l'antidoto e si sedette, stanca e insicura sul suo risultato. Le tremavano le mani e si aggiustava continuamente i capelli, spaventata e distrutta per la faticosa giornata che aveva passato.
Mitsuki, dal suo canto, aveva mischiato roba in modo confusionale e aveva presentato il bollitore, poggiandolo accanto a quello di Mayumi, con l'atteggiamento di una bambina che era stata costretta a farlo con la forza. Era seccata, arrabbiata e teneva il muso.
La sfida si era tenuta davanti a tutti per cui era chiaro il vincitore, l'albina sapeva di aver agito sotto lo sguardo attento della sua sensei che aveva sicuramente capito sin da subito che la sua allieva stava mischiando il tutto senza logica. Aveva la tremenda paura di alzare lo sguardo e fissarla, aveva paura di osservare la rabbia e l'enorme delusione e perciò restò col capo chino, accanto a Mayumi, mentre Reimu, Sakuya e Aya parlottavano tra di loro.
- ho perso...- sussurrò l'albina. Mayumi la fissò, con sguardo compassionevole. Aveva buttato più volte gli occhi sull'operato della sua sfidante, accorgendosi che non era in grado di fare una prova del genere.
-... non importa, sei stata comunque molto brava...- le disse, cercando di tirarla su. Mitsuki le sorrise.
-sei una persona molto buona, grazie... ma ormai...- le parole le si fermarono in gola, senza voler uscire.
-perchè volevi vincere?- le chiese Mayumi, adesso più calma di prima.
-ho paura della mia sensei... mi manderà via.- . A quelle parole, la maga dai capelli verde acqua si intristì.
Reimu dichiarò la vittoria di Mayumi la quale si alzò e si avvicinò a Patchouli, sorridendo. La sua maestra le sorrise leggermente, sembrava che nulla potesse incrinare la sua solita espressione apatica.
Mitsuki restò seduta a terra vicino l'ingresso del tempio, singhiozzando. Nessuno le si avvicinò e questo le fu di sollievo, si sentiva tremendamente stupida e inutile e sarebbe voluta scomparire da quel posto. Sapeva che prima o poi Marisa le si sarebbe avvicinata, adirata e delusa dalla sua stupida allieva e le avrebbe probabilmente detto di andarsene a casa perchè la magia non era per lei. Si sentì stringere il petto, un morso di dolore, e poi i singhiozzi. Un'ombra le si avvicinò, chinandosi davanti a lei, e accarezzandole i capelli.
L'albina alzò il capo e incrociò lo sguardo della sua maestra. Stava sorridendo teneramente... impossibile, eppure era così.
-non importa, zé- le disse la maga bicromatica che aveva notato le lacrime dell'albina e gliele asciugò con un dito -ci rifaremo la prossima volta.- concluse. Sul volto di Mitsu, le lacrime iniziarono a scorrere copiose, impossibili da fermare. Quel sorriso le rimase impresso nel cuore.

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TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

...Bellissima, fantastica... SUBLIME!
...ogni capitolo vien voglia di leggere il continuato...

*indica girasole*
...ci vedremo la prossima volta, io e te! ^^

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Intrigoso (lo sò son ripetitivo ma non sò che dire XD).
Anche se pensavo vinceva Mitsuki, di solito vince il bene XD.
Attendo il seguito! :D
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

ma dai, non faccio mica cose scontate io! coofff XDD

Con questo capitolo ci addentriamo più nella parte sentimentale della storia e iniziamo a capire meglio alcune cose =ç=

Stage 7 - Danmaku and Love

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Nei giorni seguenti Mitsuki andò molte volte a trovare la nuova amica. Mayumi era una brava maga ma anche unottima amica, timida esteriormente ma molto simpatica e dolce quando si apriva alla gente. I loro caratteri si assomigliavano e andavano molto daccordo.
Non si limitavano a stare chiuse nella biblioteca come la maestra di Mayumi ma qualche volta organizzavano anche dei pic nic al lago o passeggiavano nella foresta. Alcuni giorni prima si erano ritrovate al Kourindou a chiacchierare con l'uomo occhialuto prendendo un tè, mentre lui non mancava mai di puntualizzare che con un abito rosa sarebbe stata meglio, cosa che l'albina aveva iniziato a pensare nell'ultimo periodo. Iniziava quasi ad odiare l'abito regalatole da Alice e avrebbe voluto indossare qualcosa di più carino e femminile come quello di Mayumi. L'amica l'aiutò a cercare qualcosa in giro, mentre ficcanasavano tra gli scaffali pieni di oggetti strambi
-Fu qui che conobbi Marisa-sensei- disse l'albina. -Ero venuta a cercare i libri mancanti di una collezione trovata nella soffitta di casa mia quando entrarono Marisa-sensei e Alice.- spiegò, avvicinandosi ad un tavolo accanto al bancone e indicandolo. Mayumi la seguì curiosa. -Si sedettero proprio qui a prendere un té, mentre Kourin-san cercava il libro di cui avevano bisogno.- continuò, osservando l'uomo che le sorrise.
-Si esatto- disse lui -Marisa ti sentì chiedere del libro... mi pare fosse "Principi ed Elementi della Stregoneria di base".-
-Era quello, si.- rispose l'albina. -Si era incuriosita e, dopo aver sentito la mia storia, decise di prendermi come allieva a patto che tenessi in ordine la casa.- spiegò.
-Ti sfrutta! Fai la cameriera!- esclamò Mayumi scoppiando a ridere di gusto, seguita da Mitsuki e da Kourin-san.
Ogni tanto, durante i loro molteplici incontri, parlavano un pò di loro e dei loro interessi. Mitsuki notò che Mayumi evitava accuratamente di parlare del suo passato, di lei sapeva solo che veniva dal Mondo Esterno ed era giunta a Gensokyo qualche tempo prima.
Mitsuki, invece, le parlò della sua monotona vita. Di come, da cameriera, aveva scelto di diventare una maga e dei primi mesi di studi. Non aveva molto di cui parlare, in effetti.
Quella mattina era appena tornata da una visita alla Voile Library, dove avevano pasato il tempo bevendo té e parlando di magia elementale, quando appena tornata a casa Marisa le aveva chiesto di allenarsi con i danmaku.
L'albina non aveva ancora una spellcard e l'unica cosa che poteva fare era svolazzare tra i danmaku imparando meglio a schivare e cercare di centrare l'obiettivo con i suoi danmaku.
-E adesso, vedi di schivare ogni mio danmaku, chiaro?- disse la maga, con un sorrisetto preoccupante.
L'albina strinse forte il manico della sua scopa, ma non fece in tempo a vedere un'ondata di stelle assassine che si dirigevano verso di lei ad una velocità spropositata. In pochi secondi, dopo che si era alzata una grande nuvola di fumo, l'albina era a terra, con i vestiti stracciati e lo sguardo di chi non ha capito cosa fosse successo.
-...forse ho esagerato zé...- notò Marisa, osservando l'allieva a terra -ok ok, meno danmaku e più lenti... avevo dimenticato che sei ancora agli inizi e altrimenti non avrei più un'allieva a cui insegnare!- affermò la maga ridacchiando, mentre Mitsu si alzava pulendosi i vestiti.
La seconda ondata di danmaku era più lenta e meno fitta.
Andò meglio, a parte qualche danmaku casuale cui andò a sbattere per l'agitazione, riuscì a schivarne molti e Marisa notò che Mitsuki tremava sulla scopa come se la stessero per uccidere.
-Eh no, è qui che non va da zé. Se ti agiti perdi il controllo dei tuoi movimenti e ti becchi anche i più facili danmaku.- si avvicinò all'albina alquanto acciaccata, ferita, sporca e con l'abito ormai tagliuzzato in molti punti. Poggiò le mani su quelle dell'albina, che ebbe un fremito. -..tutto ok? Stai tremando.- le disse la maga, osservandola negli occhi. Mitsu non capì per quale assurda ragione, ma si sentiva imbarazzata.
La maga lasciò le sue mani e riprese il suo posto, fissandola seria. -devi essere sicura, devi vedere il danmaku, sapere dove va e come fare per aggirarlo.- le spiegò. Mitsu annuì, ma era dura.
-...però ce ne sono molti, non solo uno...- disse, imbarazzata per quell'assurda risposta.
-E ci mancasse che ne fosse solo uno!- rispose Marisa, scoppiando a ridere. In effetti era stata una risposta alquanto ridicola.
Ridicola come tutte le volte in cui beccava proprio i danmaku più facili per via della sua eccessiva agitazione. Tremava come se ci fosse in gioco la sua vita, il cuore pulsava, aveva paura a muoversi, faceva spostamenti troppo lunghi ed esagerati. Marisa continuava a ripeterglielo ma Mitsu non ci riusciva, le mani le tremavano e così la sua scopa, di cui perdeva sempre più spesso il controllo.
Era diverso dalle prime volte, era molto più ansiosa. Lo sguardo di Marisa puntava su di lei e la osservava per tutta la durata dell'azione, aveva timore a colpirla con i suoi danmaku anche sapendo che fosse impossibile riuscirci. Si sentiva davvero strana e non riusciva a capire perchè.
-ok, basta così.- disse la maestra ormai a notte fonda. Erano quasi le dieci e non avevano neppure cenato, in compenso l'albina era in una situazione pietosa: sporca da capo a piedi, tagliuzzata e con un abito completamente rovinato. Per fortuna era in grado di ripararlo con un incantesimo che aveva appreso da poco, che permetteva di sistemare oggetti rovinati o rotti a patto che si conoscesse la forma originale.
Scese dalla scopa, zoppicando verso la maestra, la quale la aiutò ad arrivare all'uscio.
-Se riduci così la tua allieva, dubito potrà sopravvivere per nuovi insegnamenti.- affermò una voce fredda alle loro spalle. Mitsuki sapeva di chi era, la conosceva fin troppo bene: la amava fin dal profondo del suo cuore... o almeno la aveva amata, dato che in quell'istante non provò altro che rabbia e il suo cuore sembrava infastidito.
Si voltò e vide il volto di Alice fissarle con severità.
-Oh, ciao Alice! Cosa ti porta qui a quest'ora?- chiese la maga, stringendo il braccio dell'albina per non farla cadere.
-Ho sentito un bel casino e pensavo ti stessi scontrando con qualche youkai...- rispose, fissando sia Marisa che l'allieva -vuoi per caso ucciderla?- chiese ironica.
-Senti, è la mia allieva e le insegno come mi pare.- disse l'ordinaria maga nera, recitando la parte dell'offesa.
-Puoi fare quel che vuoi ma non credo che quella bambina possa migliorare. Non sarà mai in grado di sconfiggere nemmeno una delle fate più deboli.- spiegò, senza intaccare il suo sguardo freddo e accusatore.
-Questo lo credi tu.- rispose la maga -Hai dimenticato chi è la sua insegnante?- le chiese.
-Non mi sembri questa gran maestra... Mah, saranno problemi tuoi.- si morse le labbra dopo averlo detto dato che Marisa aveva iniziato a fissarla con rabbia.
Intanto, Mitsuki, che aveva assistito al dibattito e si stava domandando se per caso non avessero litigato, fu colpita dall'ultima frase della burattinaia che le fece salire un'improvvisa ed inspiegabile rabbia.
-No! Non è vero! Marisa-sensei è una bravissima maestra e non vorrei nessun'altra che lei!- urlò.
Alice la fissò con un odio incomprensibile così glaciale e piena d'ira che l'albina tremò per paura che volesse strozzarla. Forse aveva azzardato troppo, magari le dava fastidio ciò che aveva appena detto sulla ragazza che amava. Era sempre stato palese a tutti che Alice amava Marisa, era questa la realtà: per Mitsu non c'era posto nel suo cuore e lo aveva ormai capito da tempo, da prima ancora che pensasse di creare una pozione d'amore. Idea alquanto ridicola, in quel momento era conscia che la cosa non le interessava minimamente e si chiese se davvero il suo amore fosse sfumato nell'istante in cui si era resa conto che tra lei e la burattinaia non c'è un futuro. L'amore era davvero così volubile o non aveva mai amato sul serio quella donna?
Marisa, intanto, fissò Mitsu con sorpresa: non avrebbe mai immaginato di sentirle dire certe cose. Le prese l'altro braccio con l'altra mano e l'albina si voltò, sorpresa.
-Vieni, su, che ti devo medicare.- disse, portandola dentro con delicatezza. -Alice, che fai, entri o vai via?-
Vide la burattinaia stringere i pugni mentre Mitsuki si sedeva all'ingresso e notò sott'occhio che le due si stavano fissando. Non capì cosa stava succedendo ma vedeva bene il viso contratto di rabbia della bionda burattinaia e, non comprendendo il perchè, sapeva che anche la maestra la stava fissando con odio. Per quale ragione? Era vero che avevano litigato?
Lo sguardo di Marisa invitava Alice ad andare via e la burattinaia, con guardo disgustato, si voltò e prese il volo. Mentre spariva oltre il cielo, anche se l'albina era in casa e non poteva vedere sentiva dentro di sé che si stava allontanando. Il pendente a forma di cuore che portava sempre con sé emetteva spesso dei bagliori, cosa che ormai non la stupiva più, tuttavia in quell'istante non si illuminò bensì' iniziò a bruciare. Lo sentì rovente, come se avesse vita propria e fosse arrabbiato. Anche l'albina era arrabbiata, lo sfilò dalla tasca e lo fissò con ira e disgusto. Dentro di sé, sentiva odio, disperazione, rabbia.
Era strano poichè non capiva quei sentimenti che non avrebbero dovuto essere i suoi, eppure li sentiva vividi. Percepiva quell'odio tremendo e quel desiderio di annullare una vita.
Quei sentimenti non erano di Mitsuki, ma erano indirizzati a lei.
-Melodic Prism... è lei, vero?- chiese, riferendosi alla spilla alla quale aveva deciso di dare quello strano nome. -Lo so, lo sento. Sento quello che sta provando in questo momento.- aggiunse.
Alzò il capo, guardando la sua maestra con lo sguardo perso nella notte, la porta ancora spalancata e la figura della burattinaia bionda ormai svanita nella notte, con la traccia di rabbia e odio lasciata dietro di sé.

Nonostante non fosse la prima volta che si allenavano con i danmaku Marisa aveva deciso che gli allenamenti sarebbero seguiti rigorosi e senza pause. L'albina non capì per quale assurdo motivo aveva deciso di farla migliorare a tutti i costi, non poteva nemmeno trattarsi di una punizione per aver perso la sfida con Mayumi dato che la sfida si era tenuta settimane prima dall'inizio delle lezioni.
Per qualche giorno ancora gli allenamenti andavano avanti senza pause e si protraevano fino a tarda notte. L'albina era sempre tutta dolorante e distrutta e veniva ogni sera medicata con cura da Marisa, che le applicava cataplasmi e impacchi di erbe varie, non mancando di somministrarle pozioni e infusi per lenire il dolore e farla calmare.
Il modo con cui si prendeva cura di lei sembrava molto più caloroso del solito. Ma dopotutto anche Mitsu le parlava con meno formalità e più liberamente. Ormai si conoscevano da più di sei mesi ed erano molto più unite. E nonostante i rapporti erano migliorati, con le battaglie e i danmaku l'albina era gravemente peggiorata. Il problema era lo stesso che si era presentato qualche giorno prima: il terrore dei danmaku.
La primavera era alle porte e così l'anno nuovo assieme al Reitaisai, festival che Reimu organizzava sempre al tempio ogni nuovo anno e a cui partecipavano molti youkai importanti. Nessun umano del villaggio vi avrebbe partecipato, forse ci sarebbero stati Kourin e una certa Hieda no Akyuu: era una umana che si reincarnava da generazioni la quale compilava il Memorizable Gensokyo, dei documenti in cui annotava tutti gli youkai e gli umani che si erano distinti nella regione e tutta la storia di Gensokyo dalla sua creazione.
Ogni qual volta pensava all'evento si sentiva tesa, sarebbe stata assieme a molte altre persone e per questo si sentiva a disagio. Pensare che ci fosse la sensei con lei non era un buon conforto: essendo molto famosa, sarebbe stata circondata da altre persone e sempre al centro dell'attenzione, assieme a Reimu. Lei non voleva essere al centro dell'attenzione, separarsi da Marisa significava però stare in disparte, da sola. Pregò che almeno ci fossero state Shizuka e Mayumi, così avrebbe avuto qualcuno con cui stare in mezzo a tanta gente senza sentirsi in imbarazzo. Non era sicura che i lunari avrebbero partecipato, per cui non poteva sperare in Reisen o Tewi, anche se quest'ultima avrebbe potuto aumentare il suo disagio mettendola nei guai.
Sperò inoltre di non incontrare Alice poichè ormai aveva capto il suo odio, l'odio che era indirizzato a lei. Era a causa di Marisa: lei le era troppo vicina e Alice ne era estremamente gelosa. Ma perchè essere gelosa di una mera allieva?
Si fermò, dato che stava camminando da sola per una strada poco illuminata del villaggio a quell'ora tarda di sera. Era andata a comprare delle nuove stoffe per il suo vestito dato che voleva liberarsi del suo attuale abito e cercava qualcosa di più carino e che la rappresentasse meglio ma non aveva trovato stoffe adatte ed erano ormai più di tre ore che girovagava in preda ai suoi pensieri, lasciando così che la notte calasse sopra il suo capo mentre si rendeva conto di essere stata tremendamente stupida. Alice la odiava perchè Mitsuki era accanto alla sua amata in ogni momento della giornata e sicuramente avrebbe voluto essere al suo posto. Sospirò.
-Stupida, perchè non metti da parte questo tuo modo di comportarsi da tsundere e non ti confessi?- chiese tra sé e sé, ma la risposta le balenò nella mente. E se Marisa la stesse rifiutando? L'odio della burattinaia sarebbe stato più forte proprio perchè l'albina passava ogni momento della giornata con la donna che amava sapendo che lei non la ricambiava in alcun modo.
-...ma ormai è inutile pensare al loro rapporto.- si disse, intristita. -Alice mi odia tanto che vorrebbe vedermi morta. Non amerà nessun altra se non la sensei.-.
Rendendosene conto diede un calcio ad un palo in legno, anche se non era arrabbiata. Aveva già compreso che il suo amore si era affievolito e che iniziava a detestare quella burattinaia dal carattere assurdo. In confronto a lei preferiva mille volte la sua maestra, schietta, energica, divertente. Nell'ultimo periodo era stata anche affettuosa e protettiva nei suoi riguardi, severa perchè voleva migliorarla.
Un altro calcio al palo e questi si scosse leggermente. Era arrossita, imbarazzata da quei pensieri. Si stava rendendo conto che i suoi sentimenti stavano cambiando direzione ma non era una buona cosa, nemmeno in quell'altra via avrebbero trovato uno sbocco. Di male in peggio.
-... da una tsundere che vorrebbe vedermi morta a... una egocentrica che ama solo sé stessa?- si chiese tra sé e sé. Non era possibile, come non sentiva vere quelle parole da lei pronunciate. Marisa poteva essere egocentrica ma negli ultimi tempi le era stata molto vicina, una vicinanza che non aveva, forse, acquisito con nessun altro prima di lei.
-Mitsuki!- una voce la chiamò dal buioe l'albina ritornò in sé, notando Kourin-san che era in piedi dietro di lei e la fissava sconcertato.
-oh... scusa, non ti avevo sentito...- rispose lei, ricomponendosi.
-Non preoccuparti. Ero passato da casa di Marisa ma aveva detto che eri venuta qui a comprarti delle stoffe e sono venuto a cercarti, che tempismo!- disse, ridacchiando.
-come mai mi cercavi?- chiese.
-Non ricordi che ti avevo chiesto di passare da me la settimana scorsa? Ho una cosa per te!- disse, sorridendo.
-Cos'è?- chiese curiosa, ricordandosi dell'appuntamento datole quando assieme a Mayumi aveva fatto visita al Kourindou.
-Beh... ricordi anche che ti dissi che in rosa saresti stata bene? Volevo farti vedere un bell'abito rosa che ti potrebbe piacere!- le rivelò, spiegando del libro che gli aveva procurato Yukari -sono felice che tu abbia deciso di seguire il mio consiglio, magari riesco anche a trovare la stoffa che non hai trovato qui.- disse, conducendola al Kourindou.
-Si, in teoria cercavo proprio una stoffa rosa...- ammise, arrossendo.
-Bene, ecco il vestito che volevo farti indossare!- disse lui, mostrandole una foto di un giornale. Una bella modella indossava un vestitino alla marinara ma ampiamente modificato dall'idea di base, aveva dei bottoni e una gonna a due balze con un terzo strato più lungo che copriva le due balze sottostanti e l'albito era rosa e bianco.
Mitsuki sorrise, era ciò che cercava. Finalmente avrebbe avuto una sua identità e avrebbe dimenticato ciò che la collegava a quella burattinaia.
D'improvviso si portò le mani sul viso, arrossendo. Sentiva il pendente pulsare caldo e nuovamente dei sussurri penetrarle il cuore.
Un sospiro di sollievo e poi imbarazzo, sembravano provenire dalla porta dell'emporio.
-Maledetto....pensavo chissà che intenzioni avesse zé....-
Strabuzzò gli occhi dallo stupore e strinse il pendente, imbarazzata e nervosa.
Era... Marisa?

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Project_173 »

Bellissima come sempre ^^
Nonostante i miei 19 anni di attività al computer (ebbene si, appena nato giocavo/guardavo mio fratello giocare al commodore 64) non ho ancora capito come fare una firma da forum decente...

La mia firma fa pena e ne vado fiero!
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Mi chiedevo quando cominciava a prendere questa piega. XD
Good job! :D

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

oooh! finalmente l'epico capitolo!
Finalmente si scoprono i veri sentimenti!

(e questa Alice non mi piace, è troppo stronza, ç.ç dov'è rimasta la mia piccola Witch of death? ç___ç)

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

grazie a tutti! *_*

Stage 8 - Il Libro dei Profani

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-Buon pomeriggio, Sakuya-san.- Mitsuki salutò con un inchino la maid che stava pulendo l'ingresso. Sakuya fu sorpresa di vederla ma le rivolse un sorriso.
-Buon pomeriggio a te, Mitsuki-chan. Qui per vedere Mayumi-san?- chiese, scortandola alla libreria.
-Si, ho molte cose da dirle.- ammise l'albina, eccitata.
-mh- Sakuya non disse nulla, conosceva ormai il rapporto di amicizia che si era venuta a creare tra le due e le era abbastanza indifferente. Spalancò il portone e la lasciò entrare, richiudendolo dietro di lei.
Il ticchettio della pendola risuonò per tutta l'enorme stanza. Mitsuki era abituata all'atmosfera che regnava in quel luogo e in qualche modo la rendeva tranquilla e serena poichè c'era fin troppa pace.
Salutò con un sorriso Koakuma, che stava sistemando dei libri.
-Mitsuki-san! Benvenuta!- mise a posto un tomo piuttosto rovinato e si voltò verso di lei. -se cercate Mayumi-san è con Patchouli-sama, al solito posto!-.
-Grazie mille!- lasciò l'amica al suo dovere e raggiunse il centro della stanza potendo confermare visualmente che Patchouli-san era proprio dove era solita a star sempre: seduta sulla sedia accanto al tavolo e ai suoi tanti libri. Si chiese se davvero Patchouli-san non uscisse mai e come poteva star lì tutto il giorno, tuttavia non vide Mayumi e si chiese dove fosse.
Dal canto suo, la maga della conoscenza aveva sentito l'arrivo di Mitsuki e alzò il capo dal tomo in cui era impegnata in una profonda lettura.
-Buon pomeriggio, Patchouli-san!- la salutò l'albina, sedendosi su una sedia accanto al tavolino, senza troppi complimenti. -Cercavo Mayumi ma ho una cosa da chiederti, prima... speravo mi potessi aiutare con un piccolo problema che ho...- disse.
Fissò Patche, la quale che sospirò sonoramente.
-Cosa ti serve? Guarda che non ti lascerò portar via nulla, mi basta Marisa.- disse, seccata. Mitsu sorrise.
-Non preoccuparti, lo leggerò qui.- spiegò, sentendosi imbarazzata -beh, ecco...- si morse le labbra, imbarazzata -cerco qualcosa su come imparare bene a lottare in un Danmaku Game...- spiegò.
Patchouli alzò un sopracciglio e si guardò intorno.
-c'è tutto ciò che vuoi. Di quei libri ne ho a migliaia ma non insegnano a combattere bene, quello devi impararlo da sola allenandoti, altrimenti saremmo tutti micidiali e infallibili.- spiegò.
Che stupida era stata a credere di poterlo imparare leggendo. Si issò, sospirando e afflitta.
-daccordo...ho capito, imparerò da sola.- disse, con un tono ubbidiente. Patchouli la fissò ancora perplessa.
-...non doveva suonare come un rimprovero.- spiegò lei ma Mitsu divenne rossa e si voltò per non farlo notare.
-scu...scusa!- esclamò meccanicamente. -Adesso vado.- disse, infilandosi tra gli scaffali alla ricerca di Mayumi.
Quel luogo doveva contenere miliardi di libri poichè gli scaffali erano alti come palazzi e contenevano migliaia di libri ciascuno, ordinati e sistemati per autore, collana e ordine alfabetico. La loro maestosità li faceva assomigliare ad alte pareti di un palazzo o alle mura di un profondo burrone dove l'albina vi si trovava a camminare mentre le piccole colonne di libri sparsi per terra sembravano dei massi sparsi per il sentiero.
Appoggiò la mano ad uno scaffale prima di scivolare a terra a causa di un mancamento improvviso, la testa le era iniziata a girare vorticosamente e la vista le si era annebbiata. Non capì sul momento cosa fosse, poteva sembrare un calo di zuccheri o la febbre che le era salita ma la fronte era tiepida.
Inoltre li sentiva, di nuovo.
Ormai ci aveva fatto il callo, quei sussurri l'accompagnavano sin da quando era in fasce e non contava quanto sua madre le dicesse di star zitta, quanto suo padre la schiaffeggiasse urlandole di non dire certe sciocchezze o quanto nessuno credesse che sentiva strane voci. Chi le voleva male, Kaname in prima linea, poteva utilizzare la sua stranezza per colpirla, per questo motivo i suoi genitori la invitavano a non menzionare a nessuno di ciò che sentiva. Alla fin fine sapevano benissimo che inventava storielle per farsi notare, perchè "sentiva il bisogno di attirare attenzione" eppure nessuno l'aveva mai creduta, persino Hana la pregò di smetterla di raccontarle cosa le voci sembravano dirle. La sua migliore amica sembrava sempre molto infastidita quando entravano nell'argomento.
Ma in quel momento sentiva solo la sua voce.
Una donna con voce flebile, fredda, lamentosa. Alzò gli occhi e una strana luce attirò la sua attenzione, proveniva dall'altro capo della sala e solo in quell'istante l'aveva notata. La luce si rinvigoriva e diveniva flebile ad intermittenza, era azzurra e abbastanza luminosa. La voce sembrava provenire da quella direzione e pareva che la stesse richiamando laggiù.
Camminò a passo svelto verso quella luce, osservando il suo strano lampeggiare e ascoltando con attenzione la voce che continuava a supplicarla di andare. Sembrava abbastanza triste nonostante il tono era freddo. Mitsuki sussurrò qualche parola di conforto, sperando di poterla aiutare mentre svoltava l'angolo e si ritrovò di fronte alla luce che quasi non l'acciecò.
Davanti a lei c'era un libro sospeso in aria tra due barriere: una verde e una lilla, le quali si alternavano con fasci di caratteri magici sconosciuti che l'albina non riusciva a decifrare, non avendo studiato la magia antica. Il libro era di un colore ambrato e aveva un lucchetto posto sul davanti, non sembravano esserci scritte se non una croce rossa nell'angolo in basso a sinistra.
Scostò l'attenzione dal libro poichè aveva notato Mayumi seduta a terra con gambe incrociate e le braccia stese verso di esso: sembrava stesse facendo qualche strano incantesimo.
Tuttavia l'amica la notò e si voltò spaventata, osservando l'albina accanto a lei.
-Mitsu! Cosa ci fai qui?!- chiese, alzandosi e guardando a destra e sinistra come impaurita. -Se Patchouli-sama scopre che hai visto il Libro dei Profani si arrabbierà molto!- continuò. Mitsu inarcò un sopracciglio e si avvicinò alla barriera.
-Intendi questo?- osservò la barriera smeraldo che si intrecciava con quella lilla con all'interno altre barriere, le quali proteggevano il libro che galleggiava a mezz'aria. -Non che mi interessino molto i libri... ma lo stai proteggendo da Marisa-sensei?- chiese curiosa. Mayumi chinò il capo, imbarazzata.
-Devo proteggerlo da tutti. Fin da quando Kourin-san ce lo ha portato, Patchouli-sama l'ha sempre tenuto sotto stretto controllo siccome ha uno strano potere.- raccontò Mayumi. -Marisa-san ha tentato di appropriarsene alcune volte ma per ora l'abbiamo evitato...- spiegò. Mitsuki capì che l'oggetto che Marisa voleva prendere era quel libro. Lo squadrò, sembrava un semplice libro come tanti, cosa aveva di così strano?
La voce continuava a parlarle e non aveva alcun dubbio: proveniva da quel libro. C'era qualcosa in quel libro e chiedeva di essere liberato, cosa poteva fare l'albina per aiutarla?
Distolse l'attenzione e la dedicò all'amica.
-Libro dei Profani...perchè si chiama così?- chiese Mitsuki, curiosa. Sulla copertina del libro non c'era alcuna scritta.
-E' un nome inventato da Patchouli-sama per identificarlo perchè non c'è alcuna scritta... non chiedermi perchè gli ha dato un nome tanto strano poichè non ne ho la minima idea...- raccontò Mayumi.
Le due si fissarono per qualche secondo.
-in verità... non so cosa ci sia dentro ma... il potere che avverto è forte!- aggiunse lei.
-Ci credo che Marisa-sensei lo voglia, se ha un così forte potere... ma tu lo stai sorvegliando? - chiese, l'amica annuì.
-Io sono una maga verde, ovvero una maga specializzata in barriere e sigilli... almeno è questa la mia abilità principale, mi sto esercitando per arrivare ad un livello magico maggiore.-
Mitsuki restò stupita da quel discorso. Ogni magician, a Gensokyo, sembrava avere un ruolo preciso: Marisa era un genio con qualsiasi magia sperimentasse ma il suo campo erano i laser e i fasci magici, Alice era una burattinaia, Patchouli-sama usava la magia elementale e Mayumi usava barriere e infrangeva sigilli. Solo l'albina non aveva un campo in cui sembrava eccellere.
La voce riprese a parlare e l'albina spostò nuovamente lo sguardo verso il libro fluttuante.
-Vuole uscire.- disse, con sguardo pietoso.
-Chi?- chiese l'amica, continuando a mantenere erette le braccia davanti a sé.
-Non la senti? Sta parlando.-
-Sentire? Senti... di nuovo quelle voci?- chiese l'amica. Mitsuki le aveva raccontato che poteva sentire delle voci ma non immaginava che sarebbe mai potuto accadere davanti a lei. -Io non sento nulla.-
Mitsuki allungò il braccio verso il libro, preda delle parole supplichevoli e della voce che la incitava a liberarla.
-Mitsu ferma! La barriera!-
Fu troppo tardi poichè una forte scarica elettrica attraversò il corpo dell'albina costringendola ad urlare e venne scaraventata indietro verso uno scaffale che centrò in pieno.
Mayumi si alzò per andare dall'albina nello stesso istante in cui il libro galleggiante toccava il suolo, seguito da un sonoro rumore di un vetro spezzato. Si voltò, era chinata verso l'albina ancora a terra, preoccupata per lei ma sbalordita nel constatare che le barriere evocate erano sparite ed il libro era a terra, aperto. Al suo interno, vuoto, non vi erano pagine ma solo due specchi, uno per entrambi i lati, circondati da una cornice finemente intarsiata. Entrambi erano rotti e l'energia magica era sparita ed era volata via, fuori dalla Koumakan.
L'albina aprì gli occhi, si issò in ginocchio ed osservò dapprima il libro, poi l'amica che era sbiancata dalla paura.
-...Patchouli-sama mi ammazzerà!- disse Mayumi, tremando.
-Ma lei ora è libera.- disse l'albina, non percependo più la voce. -Dove sarà andata?-
-Mitsu!- urlò l'amica, scuotendola -Perchè l'hai fatto? Può essere una pericolosa youkai che era stata sigillata!- le disse, rimproverandola e con le lacrime agli occhi. Mitsuki chinò il capo.
-A me è sembrata solo molto triste...- disse lei, nella sua ingenuità talmente evidente che l'amica dovette calmarsi e scrollare le spalle.
-Cavolo Mitsu...- non seppe che dire, non sapeva come rispondere a quella affermazione -...però può fare del male alla gente...- si limitò a spiegarle ma non c'era bisogno, Mitsuki se n'era resa conto da sola.
-Mi dispiace.- disse, alzandosi. -Troviamola e parliamo con lei.- suggerì. Mayumi dovette trovarla una buona idea perchè si issò e annuì all'idea dell'albina.
-Ma cosa è successo?- chiese una voce dietro di lei. Mayumi tornò a preoccuparsi, Patchouli-sama aveva fatto un sopraluogo per verificare l'accaduto e stava studiando la scena.
-Mayumi! Perchè non hai continuato ad alimentare le barriere?- urlò per quanto la sua voce le permetteva, osservando gli specchi rotti del libro. Non c'era più nulla lì dentro, l'energia si era semplicemente dispersa come se nulla fosse. -...ufuf, beh ormai è da buttare.- disse con tranquillità agghiacciante. Si voltò verso l'albina che urlò scusa e scappò via per paura che la maga potesse prendersela con lei.
Un "Grazie" continuava a rimbombare nella sua testa. Dov'era finita quella donna e chi era in realtà?

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

WOW! mi sono venuti i brividi per la povera mayumi òOò"
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Bello *.*

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

ma grazie! Ho già fatto il capitolo 9 nya <3

Stage 9 - Ritorno al Villaggio

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Una splendida ragazza dai capelli biondi la fissò, sorridendo.
Dischiuse le labbra e sussurrò qualcosa.
-Non riesco a sentirti...-
Continuò a sorridere, dolcemente. Il cielo si specchiava nei suoi occhi di cristallo, sembrava il paradiso.
-...vuoi me?-
Tese una mano e sfiorò il viso dell'albina la quale era rossa per l'emozione.
-vuoi davvero me?-
Si avvicinò lentamente al suo viso, poteva sentire il respiro sulla sua guancia, sempre più vicino.
-Alice...-
Pochi centimetri ancora e le sue labbra sarebbero state unite alle sue... un momento che sognava da sempre.

-Bakatsuki!- una voce forte la riportò alla realtà, costringendola ad aprire gli occhi di scatto e trovandosi davanti lo sguardo della sua maestra. Le bastò un attimo, il tempo di arrossire, di imprimere quello sguardo nel suo cuore e di comprendere cosa realmente desiderava. Quando, quel sentimento, era diventato così grande?
-Ohi!- incalzò la maga, scuotendola. L'albina si issò a sedere, notò che si trovava sul letto della sua camera in penombra: era mattina. -Che hai? E' da un quarto d'ora che ti chiamo ma non ti volevi svegliare da zé- le arruffò i capelli mentre l'albina era ancora immersa nelle sue perplessità. -...cos'hai da zé? Stai bene?- chiese preoccupata Marisa, che non era abituata a quello sguardo.
L'albina scosse il capo. -Ho fatto uno strano sogno...- erano ormai parecchi giorni che dormiva male: sia lei che Mayumi lavoravano incessamente per ritrovare lo spirito del Libro dei Profani. Nessuno, oltre loro due e Patchouli, sapeva cosa era successo e cercavano di mantenere nascosta la faccenda. Non erano riuscite a scoprire molto ma Mayumi era riuscita a collegare lo spirito agli specchi, gli stessi del libro che erano andati in frantumi.
Una fantomatica leggenda di una creatura che viveva negli specchi attirò l'attenzione delle due apprendiste, le quali si erano date da fare e per giorni studiavano e raccoglievano informazioni fino a tarda notte, con la conseguenza di riposare poco e male.
-Avanti, svegliati per bene che dobbiamo andare al tempio da zè.- spiegò la maga, oltrepassando l'uscio della stanzetta dove dormiva Mitsuki. -Tra una settimana c'è il Reitaisai e il nuovo anno!-
L'albina si rese conto che era ormai primavera e che fra pochi mesi avrebbe compiuto un anno di studi. Pensò all'anno prima, in quel periodo stavano preparando il ristorante per la festa dell'anno nuovo.
Si rese conto di aver lasciato i suoi genitori da quasi un anno senza aver dato più notizie di sé, con la mera diceria di stare accanto ad una amica gravemente malata e con Hana che le teneva il gioco. Non poteva andare avanti così, doveva tornare a casa e dire la verità ai suoi genitori ed era giunto il momento per farlo.
-Non verrò.- rispose alla maestra, mentre si infilava il vestitino rosa sailor che aveva confezionato grazie a Rinnosuke per non dover più mettersi l'abito regalatole da Alice. -Devo andare a parlare con i miei genitori.- aggiunse.
La maga, che si stava sistemando il cappello nella stanza adiacente, si affacciò alla cameretta dell'albina.
-Quando pensi di tornare?-
-Un paio di giorni, tre al massimo. Vorrei stare un pò con loro... dopotutto mi hanno dato vita, sfamata e cresciuta.- spiegò. Marisa annuì e salutò l'albina con un sorriso mentre quest'ultima si librava in volo con la sua scopa e si dirigeva verso il villaggio umano.
L'aria era fresca anche con il sole alto nel cielo, ormai era primavera e mancava ancora una settimana al Reitaisai, l'inizio del nuovo anno che sarebbe avvenuto nel primo giorno del mese di Uzuki, secondo l'antico calendario Giapponese. Quel giorno sarebbe stata al tempio con Marisa e con tutti gli altri a festeggiare l'avvento dell'anno nuovo. Era emozionata e spaventata allo stesso tempo.
Smontò dalla sua scopa e la corpì con un panno, cercando di cammuffarla alla vista degli abitanti del villaggio mentre si infilava il suo vecchio e quasi nostalgico kimono.
Così facendo si inoltrò nel paesino, con passo svelto e deciso, dirigendosi verso la casa in cui aveva abitato sin dalla sua nascita.
In un momento le passò davanti agli occhi una vita di solitudine ed emarginazione, vissuta solo all'interno della casa e del ristorante dove ha lavorato per così tanti anni. Non aveva ottenuto nulla se non prigionia e pazzia, con le voci come sue uniche amiche assieme ad Hana, l'unica bambina che le avesse mai rivolto la parola. Non era una ragazzina strana, l'essere sopravissuta ad una tragedia non la rendeva un mostro, ciò che la fece diventare tale furono le dicerie messe in giro dalla sua peggior nemica: Kaname.
Era da tanto che non pensava a lei eppure solo l'anno prima era il terrore della sua vita.
Giunta sulla soglia di casa si osservò intorno, cercando di notare quale particolare era cambiato da come lo aveva lasciato mesi fa. Non vi era nulla di diverso a parte l'albero spoglio e l'erba isolata in piccole macchie nel giardino.
Entrò, senza indugi. Non dovette nemmeno aspettare molto dato che la madre l'aveva subito notata e le era corsa incontro abbracciandola a sé. L'albina ricambiò quel caloroso gesto con un ampio sorriso:
dopotutto erano i suoi genitori, doveva loro la vita.
-Oh, Mitsu! Sono così felice che tu stia bene, mi sei mancata parecchio!- la madre aveva i capelli castani spettinati e la cintura allacciata male, Mitsu non capiva il perchè fosse così trasandata poichè la ricordava sempre perfettamente in ordine.
-Madre... c'è qualcosa che non va?- chiese preoccupata, osservando il volto della madre che si rassereneva e mutava in uno sguardo tenero.
-No, tesoro mio. E' solo stanchezza.- rispose.
-Sora, non dovresti dire menzogne per coprire la situazione.- un uomo alto dai capelli brizzolati, con il volto serio e con il peso dell'età sulle spalle, si fece avanti. La madre di Mitsuki chinò lo sguardo, afflitta.
-Tatsuya... non possiamo farle carico di questo...- disse senza pensarci, tuttavia il marito la zittì, voltandosi verso una Mitsuki perplessa.
-Mitsu erediterà il ristorante e tutto ciò che questo comporta. Credo sia abbastanza adulta per farsi carico delle responsabilità che le riserva questo destino.- concluse suo padre.
Destino? Chi vuole questo destino?
Sora portò l'albina nella sua vecchia cameretta che si trovava nelle stesse condizioni in cui l'aveva lasciata: le tende color panna ricoprivano la finestra che dava alla strada, il letto era ricoperto dal piumino azzurro e sopra vi era appoggiato il peluches di un coniglietto rosa. La scrivania era vuota e pulita, un tempo era sempre in disordine poichè passava il suo tempo libero a scrivere canzoni.
-Più tardi ci racconterai di tutto ma adesso dobbiamo lavorare, intanto perchè non fai visita ad Hana?- le chiese la donna, aprendo la finestra per arieggiare la camera ma nel farlo si udì un fastidioso cigolìo.
-Credo che passeggerò un pò per il quartiere- disse l'albina, scivolando fuori da quella stanza che puzzava di vecchio.
Percorse strade che aveva già percorso molte volte, vide case che vedeva ogni giorno, incontrò persone che lavoravano sempre nello stesso posto e si rese conto di essere l'unica ad aver cambiato la sua vita: ogni cosa era come l'aveva lasciata un anno fa e probabilmente così sarebbe rimasta per anni.
Si fermò alla panetteria dove lavoravano i genitori di Hana, entrambi fornai. Si voltò di scatto quando sentì delle urla e notò alcune persone che si fermavano curiose accanto alla pescheria. Le raggiunse, curiosa, e notò una donna che urlava sull'uscio della sua abitazione, circondata dai parenti che tentavano di calmarla. Non sembrava stesse male e non pareva essere pericolosa, si limitava ad urlare strane frasi con un linguaggio forbito e vocaboli altisonanti che nemmeno l'albina pareva comprendere.
-E' da un pò che va avanti questa cosa.- affermò una voce alle sue spalle. L'albina si voltò e si ritrovò davanti Hana. La salutò con un abbraccio caloroso prima che l'amica la trascinasse via dalla folla. Hana le sorrise, era felice di rivederla dopo tanto tempo, ma la loro attenzione era ancora rivolta alla donna di poco prima. -Ogni tanto capita che alcune persone iniziano a dire cose assurde rivolgendosi ad una certa "ojou-sama", sarà il quinto o sesto caso in una settimana all'incirca- spiegò -li mandiamo tutti da Eirin-sensei e speriamo torni tutto a posto.-
-Ma da cosa deriva tutto ciò?- chiese l'albina, curiosa e preoccupata allo stesso tempo.
-Non ti so proprio dire.- rivelò l'amica, sospirando. -Piuttosto... sei finalmente tornata a casa per dire la verità?- chiese Hana, fissando l'albina con una espressione seria.
-Si.-
Hana tirò un sospiro di sollievo e salutò l'amica qualche minuto dopo, Mitsuki la lasciò con dei clienti che si erano affacciati alla panetteria Kitsuki.
Si voltò e percorse la via al contrario per tornare a casa, ripensando alla donna di poco fa e con aria vagamente preoccupata, finchè non sentì nuovamente una voce gridare disperatamente.
Si guardò attorno preoccupata ma nessuno sembrò accorgersi di nulla, comprese che doveva trattarsi di una delle voci che solo lei era in grado sentire e cercò di capire cosa stesse dicendo, chiundendo gli occhi e tentando di eliminare ogni altro rumore esterno. Non ottenne granchè, la voce si stava semplicemente lamentando, sembrava chiedere attenzioni, pareva volesse essere considerata.
Riaprì gli occhi e alzò lo sguardo, notando, alcuni metri davanti a sé, una ragazza che conosceva fin troppo bene. Kaname e il suo seguito trotterellavano in giro come ragazze di strada, facendosi belle davanti agli altri mentre Kaname mostrava il suo egocentrismo. Era facile intuire quanto le piacesse essere amata e al centro dell'attenzione, si sentiva quasi una regina in un regno tutto suo, un regno fondato su bugie ed illusioni. Mitsuki sapeva benissimo che tutti la seguivano solo per paura e non perchè le volevano davvero bene.
In quell'istante, stranamente, Mitsuki avvertì il suo cuore battere molto forte e si bloccò.
Fissò la figura in lontananza che rideva come una sciocca e frivola persona. I suoi capelli color amaranto corti e ricci, il suo kimono di seta pura quale simbolo della sua ricchezza e della sua importanza, i suoi gioielli e il suo trucco accurato ed elegante. La sua impertinenza, il suo egoismo, la sua vanità, la sua crudeltà. Tutto ciò che aveva odiato in quegli anni stava lentamente svanendo e nel suo cuore si fece largo un sentimento ben diverso: la pietà.
Quella ragazza sembrava quasi chiedere aiuto. Cercava disperatamente di essere aiutata e nessuno riusciva realmente a vederla. La gente rideva con lei, si complimentava con lei, la lodava, eppure erano solo falsità e bugie che nascondevano la loro paura e il loro odio nei suoi riguardi. In realtà Kaname era triste e sola.
L'albina, ferma sul ciglio della stradina di ciottoli, seguiva con lo sguardo la ragazza che lentamente si allontava ridendo assieme alle sue amiche. Non stava ridendo, stava piangendo. Nessuno dei suoi amici era realmente con lei. Perchè nessuno la sentiva gridare?
L'istante che seguì fu illuminato dal suo ciondolo, il Melodic Prism. Durò pochi secondi e poi smise, fortunatamente nessun passante l'aveva notato.
Si chiese cosa stesse realmente succedendo.
Quella ragazza che tanto si vantava di avere tutto, che con i suoi tirapiedi faceva del male a chi non la rispettava, che stava per picchiare Hana ma, prima che potesse farlo, fu colpita dal pugno sul naso che l'albina le aveva tirato con tutto il suo odio. Quel gesto le costò dei mesi di prigionia forzata a causa di quell'atto da furfante contro la figlia del sindaco.
E adesso, inaspettatamente, provava pietà per lei.
L'albina si sentì nella sua stessa situazione. Anche lei voleva essere notata ma da una persona in particolare. Anzi, da due persone.
Nessuna delle due pareva vederla, entrambe non le davano retta e questo la rendeva paurosamente sola.
E nel pieno dei suoi pensieri si scontrò con un ragazzo che veniva dalla parte opposta.
-Ehi!- esclamò il giovane che si massaggiò la testa mentre Mitsuki notò ondeggiare i suoi capelli castani lunghi fino alle spalle. Notò quanto fosse davvero un bel ragazzo e si rese conto di non essere molto a contatto con persone del sesso opposto, esclusi Tsubasa e Kourin-san.
-Mi dispiace! Ero sovrappensiero e non ti ho visto!- disse l'albina, inchinandosi per scusarsi. Il ragazzo scoppiò a ridere.
-Nah, non ti preoccupare, capita a tutti.- e parve osservarla con curiosità, come se l'albina fosse merce fresca.
-Vedrò di fare più attenzione, mi spiace.- si inchinò ancora e fece per andarsene ma il ragazzo la prese per un braccio e la fermò.
L'albina si stupì del gesto e un pò si preoccupò che non volesse abusare di lei, tuttavia si ricordò di essere una magician e cercò di usare i suoi poteri per liberarsi. Nei secondi che seguirono si rese conto che la paura le impediva di ricordare bene l'incantesimo e temeva anche di poterlo ferire, così decise di calmarsi. Dopotutto, quel ragazzo, la stava solo fissando: aveva dei bellissimi occhi verde smeraldo e dal suo aspetto non poteva avere più di venti anni.
-Ma sai che sei davvero molto carina? Sei già promessa?- chiese lui, ammiccando. Mitsu si sentì spiazzata. Era la prima volta in tutta la sua vita che qualcuno le avesse mai detto che era carina e che le chiedeva se fosse già fidanzata.
-... no..- rispose, istintivamente. In quel momento pensò di accantonare le due persone che aveva nel suo cuore, forse sperava di poter trovare la sua felicità in altro modo o forse pensava di dimenticare quella sofferenza che provava.
Il ragazzo si avvicinò a lei, fissandola negli occhi.
-Akira, piacere.-
-Mi...Mitsuki...piacere...-.
-Vuoi uscire con me?- le chiese senza indugi e con sfacciataggine. L'albina aveva un pò di timore e voleva quasi scappare, eppure non lo fece. Nella mente le passò una visione di Alice che venne immediatamente sostituita dal sorriso di Marisa. Una visione destinata a restare tale.
Sarebbe stata male per quanto ancora? A quel punto decise.
-...certo.-

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Project_173
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Project_173 »

Ci avviciniamo alla parte che avevo letto dalla versione integrale, ma questa versione rivisitata è molto bella ^^
Nonostante i miei 19 anni di attività al computer (ebbene si, appena nato giocavo/guardavo mio fratello giocare al commodore 64) non ho ancora capito come fare una firma da forum decente...

La mia firma fa pena e ne vado fiero!
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

NUOOOH çOç Troppi maschi e neanche mezzo Extra-boss ç_______ç *va a piangere in un angolino*
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HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Arconge Inaba ha scritto:NUOOOH çOç Troppi maschi e neanche mezzo Extra-boss ç_______ç *va a piangere in un angolino*
ù.ù affari tuoi XD

Io approvo :D
(forse Hourai un pò di meno, si è impiccata per la disperazione mini_hourai )

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Spoiler! :
Classifica dei miei personaggi preferiti:
1° Sanae Kochiya
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